Recensione dell’album “Chimaera” degli Arousal


di Felice Capasso

28 Ott 2025 - Dischi

Pubblichiamo la recensione, a cura di Felice Capasso, dell’album di debutto “Chimaera”, degli Arousal, un trio di musicisti esperti che esplora diverse sfumature del rock.

Gli Arousal, trio da Ferrara e Bologna (chitarra e voce, tastiera e batteria) che esplora diverse sfumature del rock tra cui principalmente l’Alternative/post grunge per quanto riguarda testi e melodie, le atmosfere della neopsichedelia e ritmi irregolari ispirati a geometrie sacre tipici del progressive: il tutto unito da un concept esoterico che lega ogni canzone ad un pianeta del sistema solare… hanno pubblicato l’album di debutto “Chimaera” uscito il 7 settembre di quest’anno.

L’album è stato interamente prodotto presso Happenstance Studio da Marco degli Esposti (Al/paca, Black Snake Moan, Elli Demon, ecc.) ed esce, per questo nostro debutto, senza etichetta.

Questa la trackilist del disco: 

  1. Crisalide
  2. Catarsi ermetica
  3. gabbia
  4. Brilli
  5. Comeunfiume
  6. Dissesta
  7. Onironauta

Atmosfere electro viaggianti in esordio per il primo pezzo Crisalide con questo beat intricato e tosto, a tratti. Dopo circa 1,30 il basso prende tanta presenza nel mix e chitarra psych a contorno. Poi entra pure il cantato senza dubbio carismatico ed attrattivo e la canzone mostra un sound ora psichedelico ora progressive con diversi cambi di ritmo. Stupendi alcuni climax vocali e stupendo questo senso di indefinito che sa trasmettere il sound della band, un sound ibrido che cerca di mettere d’accordo i diversi generi messi insieme.

Si continua con Catarsi ermetica con queste frasi/refrain di chitarra protagonisti all’inizio come in altre parti della canzone. Qui come altrove l’effettistica è abbastanza elaborata e conferisce un mood psichedelico al prodotto. Arrivano pure dei riff grunge pesanti a rendere varia e complessa la song. Per complessità, per voglia di sperimentare, non per altro, mi viene da pensare ai Mr. Bungle. Negli oltre 7 minuti la band mette in campo davvero tanto: non c’è confusione, anzi, tanta maestria nel songwriting e i pattern sonori si avvicendano uno dopo l’altro in modo abbastanza buono. Colpiscono anche alcune distorsioni e ritmiche che indirizzano verso il grunge o l’alternative Metal di band come Soundgarden. Volendo anche verso un certo stoner rock. 

Gabbia comincia con un arpeggio effettato, magnifico. E qui il grunge si va avanti evocativo e trafigge il petto del listener, soprattutto il petto di chi è cresciuto in quei magnifici anni di innovazione sonora e di rivoluzione non solo nel mondo musicale, da una città degli States che sembrava la periferia della musica, quella più estrema, ma che poi è diventata il centro del mondo e per tanti lo è ancora. Brilli pure inizia con un arpeggio, delicato, leggiadro. È una sorta di intro super spaziale nel quale arriva anche questa volta un basso prepotente. Viaggiante assai anche questa canzone, stupendamente psych. Anche a tratti dark, cupa ed in questo grunge perché spesso il grunge era anche tanto cupo se ci riferiamo, per esempio, agli Alice in chains. Mi viene da pensare anche a qualcosa dei CSI di Ferretti. 

Comeunfiume sembra far il verso al sound della band che scorre come un fiume impetuoso, frastagliato, composito. Qui i nostri offrono tanto groove e il cantante una splendida voce grunge. Dissesta esordisce con dei riff corposi che subito stordiscono l’ascoltatore. Poi ancora tante variazioni pure qui per un songwriting ottimamente congegnato come abbiamo già accennato sopra. Di certo tra i riferimenti della band ci sono pure i Pearl Jam. Si scatena tanta empatia nel listener filo 90’s c’è poco da fare. E tanto groove anche qui, come non notarlo e quella chitarra che viene violentata per bene e viene voglia di spaccarla per terra in mille pezzi come pure si incita all’headbanging. Azzeccata la variazione dopo i 5 minuti. Un trip nel trip, un tunnel sonoro nella caverna…

Onironauta termina il tutto con questo ulteriore effetto a condire il tutto. L’impressione che ho è che questo album va ascoltato come un unico pezzo e nei live lo proporrei proprio con questa scaletta, esattamente così. Di certo in un locale con un buon impianto per meglio esprimere le tante sfumature sonore di cui la band è capace. Onironauta rappresenta l’imprimatur per il disco. Incredibilmente evocativo ma non meno complesso degli altri.

Nell’epoca del dark pop, del dream pop o della bass music o della techno minimal cupa o complessa o più trance, ebbene in questa epoca di tante istanze sonore fusion o meno i nostri battono strade di decenni fa con un sound ibrido, eclettico e con la maestria di musicisti navigati, esperti.

Proprio qualche sera fa ho ascoltato una band simile, infatti di questo genere ce ne sono tante. Ha ancora senso proporre musica simile? Secondo me si, soprattutto se a proporla è una band esperta come gli Arousal. Infatti, la loro incessante sperimentazione li conduce dagli anni dei loro generi di riferimento fino a noi. Perché c’è poco da fare il futuro di Metal e Rock è questo: elaborarlo in diversi modi con l’elettronica, che siano effetti o pattern o altro.

Il songwriting, l’effettistica e la ricerca sonora compiuta da Arousal li aiuta a portare al pubblico un prodotto complesso e stratificato che sicuramente piacerà a coloro che vivono di musica, per tante ore al giorno e che hanno cultura musicale.

Un prodotto di nicchia? Non penso perché il loro sound può piacere anche all’ascoltatore più distratto se proposto a dovere in un live o se promosso a dovere sul web.

In conclusione, mi sento di promuovere la band e il loro disco con un 85/100. Da seguire, senza il minimo dubbio…

Curriculum degli Arousal

Nell’estate 2023 Juan Dario Martin Bohada, chitarrista e cantante di origini italo-colombiane per anni militante nell’underground della Neopsichedelia italiana insieme al suo ex gruppo Lucertole, e Gabriele Bertolini, batterista e fonico (ex D drop) proveniente invece da sound quasi opposti, quali il Crossover e l’Alternative metal, vengono messi in contatto da un amico in comune legato insieme a loro all’ AMF, la scuola di musica moderna di Ferrara: l’intenzione è di mettere su un power duo psichedelico. Nell’ autunno dello stesso anno Jacopo Bonora (ex Cyrax), da anni inserito nel mondo della musica classica con due lauree di conservatorio in pianoforte e composizione col massimo dei voti a Ferrara, un master in musica da Camera all’Accademia Pianistica di Imola e diversi concorsi alle spalle decide di spostarsi gradualmente in un panorama meno accademico e più vicino al rock e il metal ai quali si è ultimamente affezionato, in particolare il progressive, e si unisce alla band come tastierista. Da qui i brani già abbozzati precedentemente iniziano a prendere un’impronta più cantautorale e meno strumentale pura rispetto alle prime composizioni del duo e nasce Arousal: nome del trio che vuole rappresentare l’istinto di ipervigilanza che interviene negli aspetti più primordiali dell’essere umano da un lato; dall’ altro il concetto di “risveglio”, spirituale e sociale, come suggerisce l’inglese arcaico da cui è tratto il termine.

Tra il 2024 e 2025 la band ha la possibilità di calcare diversi palchi e festival fuori e dentro la regione, tra cui: Revol wave festival, Rockafè, Festa della Musica di Nonantola, Garfagnana Food and Music, Ponrlab fest a Longiano, Arci Machido a Torino, Porretta progfest in apertura dei Goblin Legacy, ecc. A marzo 2025 vincono il premio regionale Encoder 2025, che permette loro di prendere parte a un master con Carmelo Pipitone (O.r.k., Dunk, ex Marta sui tubi), il quale parteciperà come ospite in una traccia dell’Ep che uscirà a fine anno grazie a questa premialità.

La magia di Arousal viene proprio dalle possibilità e combinazioni sonore che propone ciascun membro del trio senza dover per forza rinunciare alle proprie influenze: mentre inizialmente il genere rimane principalmente quello impostato dal Frontman Juan, che grazie ai suoi riff ipnotici e il massiccio utilizzo dei suoi pedali multi-effetto rimanda principalmente sempre ad un alternative rock con una vena post grunge, evidente in particolar modo nei testi, Gabriele per via dell’ essenzialità e l’incredibile groove della sua batteria rende manifeste le sue influenze nu metal e Jacopo invece si lascia andare ad articolazioni e arabeschi tipici del progressive ma anche a suoni ambientali caratteristici del psychedelic rock. Il raggiungimento della forma canzone viene paragonato ad un processo alchemico trifasico dove ogni membro della band rappresenta una di queste fasi sia nel vestiario che nel ruolo sonoro: Nigredo, la fase iniziale in cui la materia prima è la base di partenza come il ritmo lo è per la canzone (Gabriele), Albedo, fase intermedia in cui la purificazione della materia crea una mediazione tra stato primitivo e perfezionamento come l’armonia amalgama ritmo e melodia (Jacopo), Rubedo, fase conclusiva in cui ricongiungono le precedenti fasi, nella canzone si sublima un messaggio comunicato a parole tramite una melodia che ne esprime il contenuto profondo (Juan). Partendo da queste premesse la band riprende il modello di VITRIOL descritto da Basilius Valentinus (filosofo ed alchimista del 1400) lasciandoci con una pubblicazione in data 07/09/2025 e una domanda: e se la grande opera alchemica fosse un album?

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