“Conosciamo l’autore” di Matelica dedicato a Gabriel Fauré
di Alberto Pellegrino
24 Lug 2025 - Commenti classica
Si è svolta a Matelica la XXXIIª Edizione del minifestival di grande qualità “Conosciamo l’autore. Gabriel Fauré, la sua opera, il suo tempo”. Direzione di Cinzia Pennesi.
Per ricordare il centenario della scomparsa del compositore Gabriel Fauré (1845–1924) è arrivata come sempre puntuale la XXXII edizione del minifestival Conosciamo l’Autore. Gabriel Fauré, la sua opera, il suo tempo, dedicato a chi, insieme a Debussy, Ravel e Saint-Saëns, è considerato uno dei grandi musicisti francesi della fine del XIX e dell’inizio del XX secolo. La manifestazione, ideata e coordinata da Cinzia Pennesi affermata direttrice d’orchestra e pianista, si è svolta dal 21 al 23 luglio 2025 nella prestigiosa sede di Palazzo Ottoni a Matelica (MC) con il patrocinio dell’Amministrazione comunale.
Gabriel Fauré. Uno dei maggiori compositori francesi tra Ottocento e Novecento
Gabriel Fauré all’età di nove anni lascia la casa natale di Pamiers e si trasferisce a Parigi per studiare nella Scuola Niedermeyer, dove si formano gli organisti di chiesa e i maestri di cappella. Dopo undici anni di studio con importanti maestri (tra cui Camille Saint-Saëns), nel 1870 si arruola nell’esercito e partecipa alla Guerra franco-prussiana, compresi i combattimenti durante l’assedio di Parigi. Quando a Parigi scoppia “La Comune”, si rifugia prima a Rambouillet poi in Svizzera e si mantiene come docente di musica. Tornato a Parigi nel 1871, diventa organista della chiesa di Saint-Sulpice e continua a frequentare i circoli culturali dove incontra i principali musicisti parigini del tempo, con i quali fonda la Société Nationale de Musique. Nel 1874 Fauré lascia Saint-Sulpice e sostituisce Saint-Saëns, alla Église de la Madeleine come organista e maestro del coro. Compie un viaggio a Colonia per assistere alla rappresentazione de L’anello del Nibelungo di Richard Wagner, un autore che Fauré ammira, ma dal quale non subisce influssi a differenza di altri compositori della sua generazione. Fauré prosegue nel suo lavoro di organista della Chiesa della Madeleine e dà lezioni private di pianoforte e d’armonia, ma le sue composizioni non ottengono un immediato riconoscimento e non hanno molto successo.
Incurante di questa situazione, Fauré compone diverse opere importanti, fra cui la Tragédie lyrique Prométhée (1900), il bel melodramma Pénélope (1913) e un celebre Requiem (1877), numerose composizioni di musica da camera, brani per pianoforte e canzoni. Lo scarso riconoscimento dei suoi meriti musicali, lo portano alla depressione che, secondo la moda dell’epoca, chiama “spleen” unitamente a Baudelaire e Verlaine. Finalmente nel 1890 comincia ad avere successo con le sue composizioni, diventa ispettore dei conservatori musicali, succede a Jules Massenet come professore di composizione nel Conservatorio di Parigi, avendo tra i suoi allievi grandi compositori come Maurice Ravel e Alfredo Casella. Dal 1903 al 1921 è anche il critico musicale di Le Figaro e nel 1905 diventa direttore del Conservatorio di Parigi; infine nel 1909 è eletto all’Institut de France, nel 1920 riceve la Gran Croce della Legion d’onore. Comincia ad avere gravi problemi di udito, per cui sempre nel 1920 va in pensione, ma la sua salute è resa fragile anche per un eccessivo consumo di tabacco. Nel 1924 muore di polmonite a Parigi.
Il valore delle composizioni di Fauré
Le opere di Fauré si distinguono per la finezza della melodia, per l’equilibrio della composizione, per l’originalità dell’ispirazione. Ha lasciato un centinaio di melodie e un vasto repertorio nel campo della musica da camera, una decina di brani per orchestra, destinati specialmente al teatro. Il messaggio di Fauré è intimistico e tende verso la purezza dell’idea musicale senza i grandi effetti allora di moda; è un autore che sa conciliare romanticismo e decadentismo, raggiungendo un “ascetismo” musicale che ha spesso disorientato i suoi contemporanei, mentre per il suo stile armonico e melodico deve essere considerato un innovatore, soprattutto nelle sue melodie e per le sue composizioni per piano (Notturni e Barcarole).
Tra i suoi lavori vano particolarmente ricordati Dopo un sogno o l’elegia per violoncello e piano; le Melodie di Venezia (1891) caratterizzate da una grande finezza armonica e da numerose audacie armoniche; i cicli di melodie La Canzone d’Eva, (1910; Miraggi (1919), L’Orizzonte Chimerico (1921). A causa dei suoi problemi di udito negli anni Venti si nota una evoluzione musicale caratterizzata da maggiore essenzialità ed staticità, fino a diventare quasi smaterializzata. Tra le opere sono ancora da menzionare la suite per orchestra Masques et bergamasques, le musiche per Pelléas et Mélisande, le numerose composizioni di musica da camera, quartetti e quintetti per pianoforte, sonate per violoncello e pianoforte, per violino e pianoforte, circa sessanta composizioni per pianoforte (tra cui 13 notturni, 13 barcarolles, 9 preludi, 5 improvvisi, 4 capricci, 3 romanze). Sono celebri alcune le mélodies: Clair de lune, Après un rêve, Les roses d’Ispahan, En prière, La Bonne Chanson su poesie di Verlaine.


Il minifestival di Matelica
La manifestazione musicale si è aperta il 21 luglio con un concerto dedicato a brani musicale legati a testi poetici secondo una tipica caratteristica di questo autore, interpretati al pianoforte da Cinzia Pennesi e alla viola da Laura Pennesi, mentre le letture poetiche sono state magistralmente eseguite dalla voce-strumento di Maria Letizia Gorga, una delle più raffinate e colte attrici italiane formata nella Scuola Internazionale dell’Attore di Alessandro Fersen e specializzata nella Scuola Drammatica di Mosca; inoltre la Gorgo ha studiato voce canto con importanti maestri e lavorato con registi di grande valore. Ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti e unisce alla professione di attrice quella d’insegnante di dizione, recitazione e arti sceniche presso Accademie e Università.
Dopo i brani d’apertura Apres un reve e Pavane (eseguito dalla Corale Polifonica “Armando Antonelli”), il concerto è proseguito con Mandoline e En sourdine con versi di Paul Verlaine tratti da Cinq Mélodies “de Venise”; sono seguiti La Papillon et le fleur, Chancon Mai e L’absent con testi di Victor Hugo; con versi di Prudhomme è stata eseguita Les Berceaux seguita da un brano di Leconte de Lisle dedicato a Camille Saint Saens; è ritornato Verlaine con Spleen. Il concerto si è chiuso con un brano del Requem, In Paradisum (eseguito dal Coro Polifonico) in memoria del Cavaliere del Lavoro Franco Moschini, mecenate del festival e recentemente scomparso.
Il festival è proseguito il 22 luglio con una serata dedicata alla musica da camera con i celebri brani Après un reve, Elégie, Romance, Sicilianne, Serénade e Sonata in mi minore, magistralmente interpretati dal duo Danilo Squitieri (violoncello) e Monica Cattarossi (pianoforte).
Ha chiuso la manifestazione il 23 luglio il concerto di un duo pianistico di grande valore formato da Lucia Romanelli e Marco Allevi, che hanno eseguito Sicilienne, Dolly suite (Berceuse, Mi-a-ou, Il giardino di Dolly, Kitty-valse, Tenderesse, Lo spagnolo) Pavane, Masques et Bergamasques e la Suite d’Orchestre (Ouverture, Menuet, Gavotte, Pastorale).


