Molière, Malosti e le donne


di Patrizia Isidori

11 Ago 2013 - Senza categoria

Teatro: Commenti

Jesi (AN). Lo spettacolo La scuola delle moglicon l’eclettico Valter Malosti che ne ha curato anche la versione italiana, l’adattamento, le originali scelte musicali e la regia, andato in scena il 2 e 3 aprile sul palco del teatro G. B.Pergolesi di Jesi è stato prodotto dal Teatro di Dioniso-Fondazione del teatro Stabile di Torino e organizzato per la stagione teatrale dalla Fondazione Pergolesi Spontini e dall’Amat. Efficacissima la scena di Carmelo Giammello, che vedeva gli attori muoversi sopra ed intorno ad una pedana con a lato un troneggiante cervo e le sue grandi e metaforiche corna a simboleggiare l’ossessione di Arnolphe, il personaggio principale dell’opera di Molière, per il possibile tradimento femminile, che non si risparmia però di deridere nelle altrui disgrazie coniugali. Al centro una casa rappresentata da una specie di claustrofobico armadio-prigione dove è rinchiusa la bella Agnes, che vuole forzatamente sposare. Proprio per scongiurare il tanto temuto tradimento della “donna” Arnolphe, ricco, feroce e determinato, ha cercato di costruirsi una bambolina perfetta, una trovatella giovane e bella, che ha fatto crescere ed educare in un convento, ignorante ma lontana dal mondo per preservarla dalle tentazioni e rassicurarlo così nel suo intento. Ma la vita è imprevedibile e, nonostante la prigione, Agnes incontra l’amore di un bel giovane facendo mutare i piani di Arnolphe in modo drammatico e sconvolgendo il suo progetto. L’epilogo è la triste catastrofe, ma tutto il racconto è pervaso da una comicità garbata ed intelligente, piena di malintesi e doppi sensi, reso irresistibile dalla genialità della regia di Malosti, che per la prima volta affronta Molière, pur avendo già sperimentato l’adattamento dell’opera classica con il bellissimo Shakespeare/Venere e Adone, vincitore nel 2009 del premio dell’Associazione nazionale critici italiani per la regia. Molteplici le valenze che rendono lo spettacolo affascinante, Malosti attraverso un processo complesso, ha ricostruito il testo usando versi liberi, rime, italiano aulico, dialetto e francese maccheronico. Il particolare commento musicale, ha completato la magia con un piacevole mix di melodramma verdiano, canzone popolare fino all’hip hop. Tanti infine i sentimenti umani rappresentati: la gioia dell’amore che spesso contiene in se il dolore, le contraddizioni dei personaggi in cui talvolta ci ritroviamo un po’ tutti, la gelosia, la mania di onnipotenza, ma alla fine anche la compassione e la fragilità . Insomma lo spettacolo riesce magistralmente a rendere il racconto secentesco del drammaturgo francese, che all’epoca fece molto scandalo, e a compiere il progetto artistico di Malosti che afferma “Lutopia è ritrovare, almeno in piccola parte, la folgorante musica di Molière e uno spazio nell’immaginario delle persone che condivideranno con noi questo viaggio, oggi.“Tutti bravi gli attori Fausto Caroli, Giulia Cotugno, Gianluca Gambino, Marco Imparato, Mariano Pirrello e la fantastica Agnes di Valentina Virando, tanto applauditi da essere richiamati per ben tre volte a comparire davanti al pubblico entusiasta.
(Patrizia Isidori)


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