“La Medium” chiude degnamenti Jesi


Mauro Navarri

20 Gen 2004 - Commenti classica

Il 20 e il 21 dicembre scorsi è andata in scena a Jesi, nel teatro-laboratorio di S. Floriano, La Medium di Gian Carlo Menotti nell'ambito della trentaseiesima edizione della stagione lirica, per la regia di Aldo Tarabella e la direzione musicale di Lorenzo Castriota Skanderbreg. Questo lo svolgimento. Nella sala al buio entrano in ordine sparso delle persone vestite in borghese, sono gli strumentisti dell'orchestra che vanno a posizionarsi dietro un telone bianco. Nella sala circolare c'è una lunghissima pedana che presenta nel mezzo un tavolino rotondo e da una parte un baule. Tutt'intorno alla pedana le poltrone degli spettatori. Si accendono le luci e si vedono due giovani, forse innamorati, che ridono e giocano fra loro in un balcone; scendono e lei va a prendere nel baule uno specchio e si siede sopra il tavolo. Lui, invece, prende degli abiti femminili che, per scherzo, indossa: sono Monica e Toby. Arriva Baba, la medium e madre di Monica, che si arrabbia perchè Toby le ha preso gli abiti, ma subito accorre Monica per difenderlo. Devono prepararsi a ricevere i clienti, per una seduta spiritica in cui collaboreranno ad una finta rievocazione degli spiriti, e così Baba va a prendere un mazzo di carte dal baule. Gli ospiti sono Mrs. Nolan, che viene per la prima volta per evocare la figlia, e i coniugi Gobineau, degli habituè, che vogliono parlare col figlioletto Mickey, pure morto: la signora Nolan è molto perplessa ma la coppia sposata la tranquillizza parlandole della propria esperienza positiva. Entra allora Baba che invita i presenti a formare la catena . Una volta in trance , inizia a piangere, il tavolo si muove e si sente la voce di un bambino, lontana, che chiama la madre. à Monica, dietro una tenda, che si muove, ma gli ospiti credono che sia la figlia della signora Nolan. Monica, fingendo ancora di essere il fantasma , parla di un fermaglio per i capelli che ha perso, e la signora Nolan si agita perchè la cosa corrisponde a verità . Ora tocca ai coniugi Goubineau evocare il proprio figlio, ma questa volta lo spirito non ha voglia di parlare e se ne va. A seduta non ancora finita, Baba, che è ancora in trance, emette un urlo spaventoso e s'alza di scatto: chi l'ha toccata? I presenti non capiscono, e allora Baba cerca di spiegare che una mano l'ha toccata, le ha stretto il collo, ne ha percepito perfettamente le singole dita. Ma gli altri sembrano ancora non capirla: la stessa cosa è successa più volte a loro, cosa c'è di strano, considerando che si tratta di una seduta spiritica? Usciti i clienti Monica chiede alla madre cosa sia accaduto in realtà : Baba è sconvolta, e non vuole più fare le sedute, pensa anzi di restituire tutti i soldi finora guadagnati imbrogliando. Non era la mano di un vivo dice ancora, e cerca Toby, sperando che sia stato uno scherzo da parte sua, tenta cioè ogni possibile spiegazione razionale per calmare la propria paura. Monica prova ancora una volta a calmarla, ma Baba è terrorizzata dal buio che si è venuto a creare improvvisamente e inizia a recitare un'avemaria.
Il secondo atto inizia con l'ingresso di Baba che, affranta, si ubriaca con una bottiglia di wishky. Dietro una tenda Monica e Toby riprendono le schermaglie amorose già viste all'inizio del primo atto: ora giocano davanti al teatrino di marionette usato per le messe in scena' sovrannaturali: è evidente che nella loro allegria c'è anche una grande tenerezza reciproca. Baba riesce ad agguantare Toby: prima lo ammansisce dicendogli di avergli sempre voluto bene come ad un figlio, però lui deve ammettere di essere stato l'autore dello scherzo; lui tenta con i gesti di negare, scatenando così la rabbia paurosa di Baba, che arriva pure a frustarlo. Per fortuna arriva Monica ad annunciare il ritorno dei clienti, e divide i due. Di fronte ai clienti Baba si rifiuta di ripetere la seduta spiritica, anzi, cerca di restituire i soldi e ammette l'imbroglio svelando il trucco: in realtà era la propria figlia Monica a parlare loro, ma gli ospiti negano l'evidenza, le richiedono insistentemente di riprovare per un'ultima volta: oltretutto ci sono troppe coincidenze che Baba non riesce a confutare; e poi la cosa che più conta, per loro, è continuare a sperare e ad illudersi, ma la medium riesce infine a spingerli verso la porta e a farli uscire. Poi caccia via pure Toby, sempre più convinta che sia stato lui l'autore dello scherzo. Monica è disperata, ma la madre la deride, le dice di non pensare più al giovane e, per punizione, la rinchiude nella sua camera. In quel mentre Baba risente la voce dello spirito che dice: Mamma, mamma, dove sei? , proprio la stessa voce e la stessa frase che nel primo atto aveva udito la signora Nolan, pensando alla propria figlia! Baba crede di impazzire: impaurita chiede perdono a Dio, si sente stanca e vecchia, possibile che possano essere i morti che vengono a cercarla? Non visto, Toby riesce a rientrare in casa e, con una torcia, vaga alla ricerca di qualcosa. Udendo i rumori e vedendo una luce che va e che viene, Baba è sull'orlo della disperazione; cerca però di convincersi che non è nulla e torna a pregare. Mentre gira per la casa cercando Monica, Toby passa dietro la tenda delle sedute: Baba vede la tenda spostarsi e chiede incerta chi sia, non ottenendo alcuna risposta. Prova a chiedere se sia Monica a celarsi dietro la cortina, ma dovendosi confrontare ancora una volta col silenzio, corre a prendere una rivoltella sotto il tavolo e spara, annunciando poi trionfalmente d'aver ucciso lo spettro. Accorre Monica, che scopre dietro la tenda il cadavere di Toby e si mette a piangere disperatamente. Con fierezza la medium , ormai completamente pazza, dice al corpo senza vita di Toby: Sei stato tu! , ormai convinta, nella propria follia, della colpa del muto giovane.
L'opera, la più bella ed amata dal celeberrimo compositore spoletino, è stata allestita nello spazio non convenzionale del Teatro Studio di San Floriano, una chiesa barocca a pianta circolare sconsacrata, già ex sede del tribunale dell'Inquisizione. Dramma a forti tinte ma di sottile magistero musicale e di calibratissima suspence, l'idea per questo soggetto venne al compositore (che ne è anche il librettista) nel 1936, dopo aver assistito ad una seduta spiritica vera e propria. Negli anni seguenti Menotti pensò di far rivivere tale esperienza in un'opera da camera: il progetto si realizzò nel 1946 e l'opera fu allestita per la prima volta a New York. Al successo americano si affiancò la diffusione europea: nel 1949 ebbe luogo a Genova la prima italiana, con la regia del compositore; seguì poi, nel 1959, una versione cinematografica presentata anche al festival del cinema di Venezia. Ne La Medium Gian Carlo Menotti si interroga sulla forza del misticismo e del soprannaturale: l'azione si svolge nel salotto di un'indovina, Madama Flora detta Baba, che finge di essere in contatto con l'aldilà , ma durante un'ennesima seduta spiritica improvvisamente viene presa nella morsa di due mondi: un mondo reale di cui le sfugge il senso e un mondo soprannaturale in cui non riesce a credere. La ciarlatana dell'occulto si sentirà così precipitare in un abisso d'angoscia, dal quale potrà sottrarsi solo con un estremo ed assurdo gesto omicida.
Il successo sia storico che attuale dello spettacolo è dovuto a diversi fattori: fra gli altri l'abile scrittura orchestrale, che ha valore determinante, non di commento , come ebbe a dire Menotti stesso, una drammaturgia semplice e concentrata nel solco del verismo in opposizione all'elemento grottesco, introdotto dal personaggio muto di Toby, ed una qual certa facilità melodica, quasi espressionistica , perchè la musica non è indipendente dal contesto ma al servizio di una sceneggiatura che sottolinea gli aspetti emozionali. Determinante, per la riuscita dello spettacolo, anche la perfetta cornice scenica, che ha sfruttato l'involucro interno della chiesa di S. Floriano ed alterato il rapporto tradizionale di visione univoca e frontale dello spettatore, che così si trova fisicamente all'interno dello spazio teatrale. Un'installazione di piani, passerelle e congegni luminosi creano una sorta di luogo latente e metamorfico, che sottolinea alla perfezione il senso di ambiguo, angoscia e paura che pervade tutta la partitura.
Bravi i solisti dell'Orchestra Filarmonica, così come i vari cantanti: Mirela Cisman nella parte di Mrs. Gobineau, Gerardo Spinelli in quella del marito, Monica Carletti è stata Mrs. Nolan; bravissimo il mimo Emanuele Belfiore, Toby, ma soprattutto sono memorabili le interpretazioni delle due protagoniste. Ida Maria Turri è stata una Baba che ha reso in maniera ineccepibile, soprattutto a livello attoriale (anche perchè la parte musicale è minima), recitando in modo perfetto il ruolo di ciarlatana impaurita che impazzisce, toccando tutte le corde dell'espressività e dell'emozionalità . Non da meno è stata Natali Valli nel ruolo localmente impervio della figlia Monica, divisa fra la “razionalità ” del proprio lavoro, l'affetto filiale per la madre e quello sensuale per lo sventurato Toby.

(Mauro Navarri)


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