Intervista alla musicista Daniela Mastrandrea e nuovo EP “Timelapse”


a cura della Redazione

11 Ott 2025 - Commenti classica, Dischi, Interviste

Dal 18 settembre 2025 è disponibile su tutte le principali piattaforme digitali l’EP “Timelapse” di Daniela Mastrandrea. Il nuovo disco contiene 9 composizioni per flauto (Antonella Benatti) e pianoforte (Daniela Mastrandrea). La pianista e compositrice ci ha rilasciato un’approfondita intervista.

(Foto messe a disposizione dall’intervistata)

IL DISCO

“Timelapse” è il nuovo EP della pianista e compositrice Daniela Mastrandrea che raccoglie nove composizioni originali nate per omaggiare la flautista Antonella Benatti, interprete d’eccezione di questo progetto insieme all’autrice.

Tre trilogie che raccontano un percorso interiore che è anche universale: la memoria che scorre come un fiume, l’ombra che si trasforma in luce, l’intimità che genera speranza. Sono pagine di un diario scritto con il linguaggio più antico e universale: la musica. In questo lavoro, Daniela e Antonella intrecciano sensibilità e visioni, dando forma a un tempo sospeso che diventa contemplazione, riflessione e rinascita.

L’acqua che scorre, il movimento incessante che trasforma ciò che è stato in nuova vita, come il fiume che non è mai uguale a se stesso. Il cammino interiore che attraversa le ombre per ritrovare la luce. Il coraggio di guardare dentro di sé e scoprire che l’amore per la vita non si spegne mai se si accoglie la speranza come compagna di viaggio.

I BRANI DELL’EP

River evoca l’immagine di un’acqua che accarezza le sponde di un paesaggio interiore. Ogni nota sembra una goccia che scende con delicatezza, fino a formare un fiume di ricordi che attraversa la coscienza. È la voce di tutto ciò che è passato, ma che continua a nutrirci silenziosamente.

Glance è il riflesso di un incontro, una memoria sospesa che si accende di nostalgia. La sua melodia struggente è come una finestra che si apre sul cuore, rivelando emozioni che credevamo dimenticate. Qui la musica diventa gesto intimo, quasi una carezza.

Landscapes racconta orizzonti lontani, i luoghi dell’infanzia, i sogni mai detti, i paesaggi dell’anima. Ogni frase musicale è un colore, un profumo, un dettaglio che restituisce l’innocenza dello sguardo puro. È un invito a ritrovare la bellezza nei frammenti della memoria.

Hidden Side è un’esplorazione delle parti più segrete della nostra anima, quelle che spesso fatichiamo ad accettare. La musica qui diventa una guida gentile: accende un lume tra le pieghe del dubbio, mostrando che anche l’incertezza può generare bellezza.

Chanson cammina sul confine tra malinconia e speranza, come un ricordo dolceamaro che ci accompagna senza farci mai davvero male. C’è una leggerezza in queste note che ricorda le sere d’estate, quando i pensieri si fanno più morbidi.

Heart Spring celebra la rinascita emotiva, l’energia vitale che germoglia nonostante le difficoltà. La melodia si apre come un bocciolo, rivelando un cuore pieno di luce. È un inno alla vita che riparte, un richiamo ai sensi e alla gioia.

In Solace, il pianoforte e il flauto si intrecciano con una naturalezza commovente, come due anime che si riconoscono e si stringono. Ogni nota è un abbraccio, un gesto di comprensione. La consolazione è un linguaggio silenzioso che parla quando tutte le parole si fermano.

Soulscapes svela un paesaggio interiore fatto di contrasti: dolce tormento, desiderio di pace, nostalgia di qualcosa che non sappiamo definire. La musica si fa confessione e ricerca, un diario sonoro di intime verità.

Hope è un atto di coraggio e fiducia. È la resa che non significa sconfitta, ma apertura al possibile. Qui la melodia si solleva con delicatezza, come un respiro che accoglie il domani. È il canto della certezza che nessuno è davvero solo.

I brani sono stati registrati, mixati e masterizzati da Alberto Piva presso il Mulino del Ronzone, a Vinci, in provincia di Firenze, un luogo ricco di atmosfera e suggestione. Le riprese video sono state realizzate da Fabio De Fino presso la prestigiosa sede di ACLAMI a Milano, dove Haruka696 ha curato anche lo shooting fotografico. Il progetto grafico è stato realizzato dal web designer Nico Gurrado.

L’INTERVISTA

Acqua, luce, anima, speranza… sono questi gli elementi fondamentali del tuo nuovo album Timelapse, nove composizioni per flauto e pianoforte. Come è nato questo disco?

Nel gennaio 2025 sono approdata al liceo musicale “Bartolomeo Zucchi” di Monza dove ho conosciuto Antonella Benatti, flautista e insegnante di Tecnica Alexander.

Tra di noi è nato subito un rapporto confidenziale e amichevole. Quando arrivi in un nuovo ambiente molte cose sono inaspettate e Antonella è stata per me una guida umana, musicale e professionale.

L’idea iniziale era di dedicarle un brano, ma River, la prima composizione dell’album, ha scavato un solco profondo dentro di me, da cui sono nati via via tutti gli altri brani. Li ho annotati e provati man mano con Antonella, che ha mostrato sin da subito entusiasmo all’idea di inciderli in un CD.

Dal 7 al 9 luglio abbiamo registrato presso il Mulino del Ronzone a Vinci, con i fonici Alberto Piva e Mario Costanzi, dove Timelapse ha preso vita. All’interno dell’album i brani sono presentati nell’ordine in cui sono stati scritti e, in quest’ordine, si intravedono tre trilogie: impressionistica, leggera e classicheggiante, che rappresentano tre diverse sfumature del mio mondo sonoro.

Per rispondere alla prima parte della domanda, i titoli esprimono la natura e l’essenza dei brani, facendo riecheggiare emozioni e immagini nell’ascoltatore.

River ci fa sentire lo scorrere dell’acqua. Landscapes sorvola i paesaggi del cuore, esplorando panorami interiori. Glance è un canto che si eleva come una preghiera.

Hidden Side rivela la nostra parte più intima. Heart Spring celebra la primavera del cuore, la rinascita che segue ogni tempesta. Chanson invita a sorridere nonostante i dolori e dispiaceri che la vita ci dà.

Solace è il conforto che troviamo dentro di noi, quella carezza che meritiamo concederci. Soulscapes esplora i meandri dell’anima, scavando nel profondo. Hope chiude il percorso come un invito a guardare al domani con fiducia e ottimismo, perché l’amore per la vita non si spegne mai se si accoglie la speranza come compagna di viaggio.

Daniela Mastrandrea, pianista e compositrice, passa con naturalezza a scrivere musica classica, jazz e molto altro…. In questo nuovo lavoro ha scritto per flauto, un omaggio a Antonella Benatti. L’incontro con Antonella come è avvenuto?

Non avendo ancora letto questa domanda mentre rispondevo alla precedente, ho risposto senza volerlo 🙂

Nel suo comunicato si legge che i brani di questo disco erano all’origine tre trilogie, oggi invece sono stati raccolti insieme, cosa è cambiato?

In realtà non è cambiato nulla nel contenuto, ma ho voluto lasciare le tracce e la grafica libere da vincoli. Per me i confini tra i generi musicali non sono mai stati così netti.

Se si ascoltano i brani dell’album ci si rende immediatamente conto di come le prime tre composizioni attingano all’impressionismo ma non solo: in Glance si incontrano anche sfumature jazz e new age.

I successivi tre brani si rifanno alla musica ‘leggera’. Tuttavia, contengono molte influenze classiche e jazz. Gli ultimi tre brani, invece, attingono prevalentemente al linguaggio classico e ricordano sonorità brahmsiane.

Lavorare con Antonella come è stato?

Antonella è una persona dalle mille risorse: l’ho subito riconosciuta come una multipotenziale. Appena sono arrivata a scuola, ha creato naturalmente una rete di rapporti — non solo con me, ma con tutti. È una sua qualità innata.

Mi ha presentato una sua amica poetessa con la quale abbiamo partecipato a un primo evento di musica e poesia. Successivamente, ha favorito l’incontro tra la poetessa e un’insegnante che dirige una scuola di teatro e recitazione: da lì è nato un nuovo progetto che unisce poesia, musica e recitazione.

Di recente, Antonella mi ha messo in contatto con un suo collega insegnante di Tecnica Alexander — come lei — e da quell’incontro è nata l’idea di una collaborazione: un ulteriore esempio della rete viva che lei sa tessere con naturalezza.

Lavorare con lei è stato prima di tutto stimolante dal punto di vista umano e, subito dopo, anche professionale. È un’instancabile lavoratrice e, in studio, ha dato il massimo — forse persino più di me, dato che avevo la responsabilità di diversi aspetti del progetto.

Musicalmente, e non solo, Antonella è una persona libera. Spesso si tende ad avere un’idea troppo rigida della musica, soprattutto in ambito classico e accademico; lei invece sa rompere gli schemi, osare e seguire con coraggio la propria autenticità, senza temere il giudizio altrui.

“Timelapse” è stato registrato al Mulino del Ronzone Recording Studio di Vinci, come sei entrata in contatto con questa realtà?

È stata un’amica a parlarmene. Spesso mi raccontava di questa realtà invitandomi a visitarla, ma, essendo geograficamente parecchio distante da me, non ne era mai capitata l’occasione. A volte, però, le cose accadono spontaneamente, e così è stato. Poco prima del ponte del Primo Maggio, credo alla fine di aprile, abbiamo pranzato insieme e, in quella circostanza, c’era anche Alberto Piva, uno dei fonici del Mulino del Ronzone, insieme a Mario Costanzi. Conoscersi di persona facilita sempre i percorsi, e qualche giorno dopo, parlando anche con Antonella, abbiamo deciso di partire per la Toscana per registrare questo nuovo album.

Il Mulino del Ronzone, immerso nei terreni in cui Leonardo da Vinci trascorse l’infanzia e la prima adolescenza, è un luogo incantevole. La sua atmosfera, densa di storia e magia, ha saputo ispirare profondamente sia me sia Antonella. Il nostro suono lo dobbiamo, oltre che a questa energia speciale, soprattutto ad Alberto Piva, fonico attento e premuroso, capace di anticipare ogni nostra intenzione e di coccolarci musicalmente e umanamente, trasformando ogni momento in studio in un’esperienza unica e indimenticabile.

E le sessioni di registrazione come si sono svolte?

Siamo arrivate al Mulino del Ronzone la sera del 6 luglio. Alberto ci ha accolte con grande disponibilità, facendoci sentire subito a casa. Abbiamo scelto di pernottare al Mulino, per vivere l’esperienza in modo più immersivo, e non ce ne siamo pentite.

Il Mulino è un luogo caldo e accogliente, con un profumo e un sapore di casa. Stare lì è stato come entrare in un luogo senza tempo, lontano dalla frenesia della città, dove regnano pace e quiete. All’esterno, solo la natura: il suono del ruscello e gli animaletti che lo abitano, soprattutto di notte.

Le giornate di lavoro sono state intense e interminabili. Tre giorni possono sembrare tanti, ma considerando che le riprese erano d’ambiente, come si usa nella musica classica, il tempo sembra sempre poco. Per ogni traccia abbiamo fatto tre take, procedendo subito all’editing di ciascuna per assicurarci che tutto fosse a posto, e ripetendo il procedimento per le tracce successive.

Abbiamo terminato la sera del 9 luglio, stanchi ma felici per il lavoro portato a termine e per l’esperienza vissuta in un luogo così speciale.

Tra i brani di questo tuo nuovo lavoro, quale bisognerebbe assolutamente ascoltare, secondo te? E perché?

Paragono spesso i miei brani a un album di fotografie: ogni composizione ritrae un frammento della mia vita, un istante unico e irripetibile. Ogni momento ha un valore profondo nel nostro percorso evolutivo, perché tutto ciò che viviamo diventa parte di noi — della nostra unicità, della nostra autenticità.

Le mie composizioni nascono da momenti di intimità, da uno spazio interiore in cui la musica prende forma per necessità. Ciascuna racconta una verità propria, unica e imprescindibile, pur restando intimamente connessa a tutto il resto.

E per Antonella invece?

Dopo aver letto la domanda, ho parlato con Antonella. Non avevamo mai affrontato l’argomento prima, e non sapevo cosa avrebbe detto.

Devo dire che le sue parole erano in perfetta sintonia con le mie.

Non c’è un brano in particolare: ce n’è uno per ogni momento. Ogni composizione custodisce una propria verità, pur restando legata alle altre.

Questo disco Daniela, cosa porterà? Qualche concerto?

Credo che ognuno di noi abbia uno scopo, una missione da seguire. La mia è scrivere e condividere, che passa necessariamente attraverso la produzione e la pubblicazione delle mie composizioni.

La mia musica nasce da un bisogno intimo e profondo, non da ciò che potrà portarmi. Condividerla è per me un modo di esprimere gratitudine verso tutto ciò che ricevo con grande generosità.

Se questo disco porterà qualcosa, ne sarò felice. Ma non è questo lo scopo: è semplicemente una conseguenza.

LE BIOGRAFIE

Daniela Mastrandrea

A sette anni comincia lo studio del pianoforte e a nove compone i suoi primi pezzi. Si diploma in pianoforte presso il Conservatorio di musica Nino Rota di Monopoli, affiancando gli studi di composizione.

Segue corsi di perfezionamento e master di interpretazione pianistica, duo pianistico e musica da camera, seminari di Jazz e masterclass di arrangiamento e orchestrazione. 

Si esibisce in numerosi festival e rassegne musicali come Piano City Milano, Festival Argojazz, Time Zones, Fasano Musica, Bari In Jazz, Experimenta e altri.

È vincitrice di diversi concorsi internazionali di composizione, premi e contest musicali, tra i quali Web Talent V.I.T.A. di Believe Digital, Fondazione Estro musicale, Premio Argojazz, Digital Contest Kleisma e L’artista che non c’era e altri.

Diverse tra le sue composizioni sono state eseguite in Italia e all’estero: nel 2017 La sorgente in prima assoluta da I Solisti Veneti diretti dal Maestro Claudio Scimone, presso l’Auditorium Cesare Pollini a Padova; nel 2018 Luci e Ombre in prima assoluta allo Schloß Schönbrunn di Vienna.

Tra le composizioni premiate: Indesiderabile tenerezza, Luci e ombre, La sorgente, La Besana e Mondi Paralleli, ospite su Radio Classica, recensito da La Gazzetta del Mezzogiorno, il Corriere del Mezzogiorno, il Nuovo Quotidiano di Puglia, MAT2020, SOund36 e classificatosi tra le migliori proposte del 2020.

Ha all’attivo oltre duecento composizioni pubblicate tra album e singoli: dal duo all’orchestra, dal jazz alla classica.

Antonella Benatti

Dopo aver conseguito la maturità classica si è diplomata brillantemente in flauto presso Conservatorio “A. Boito” di Parma perfezionandosi successivamente con Enzo Caroli e Conrad Klemm. Ha ottenuto il diploma accademico di II livello in flauto traverso con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano.

Ha conseguito il diploma di insegnante di Tecnica Alexander a Londra presso   il Centre for the Alexander Technique di Peter ed Eleanor Ribeaux.

Ha ottenuto un dottorato di ricerca in Flute Art and Performance presso la New Bulgarian University di Sofia.

Collabora regolarmente con diverse formazioni orchestrali e cameristiche, con i quali si è esibita in Italia e all’estero (Spagna, Portogallo, Austria, Svizzera, Bulgaria, Regno Unito, Repubblica Moldova, Taiwan, USA) in prestigiose sale da concerto quali la Sala Verdi del Conservatorio di Milano, il Teatro Olimpico di Vicenza, la Bulgaria Hall di Sofia, il teatro Nazionale di Tai Chung, la sala dell’Organo di Chisinau, e per importanti associazioni concertistiche quali la Società dei concerti di Milano, la Radio Svizzera Italiana, Varna Music Festival, Amici della Musica di Udine.

Con l’ensemble “Musica-Futura” e come solista ha effettuato prime esecuzioni di autori contemporanei.

Ha partecipato come flautista ad alcune produzioni teatrali presso il Teatro delle Erbe e il Piccolo Teatro Studio di Milano.

Ha inciso per la casa discografica “Rugginenti” un CD di brani della compositrice Simonetta Sargenti, e per l’Associazione Mozart Italia di Milano un CD di composizioni per flauto e arpa.

Tiene seminari di interpretazione flautistica e Tecnica Alexander presso accademie musicali e conservatori.

SOCIAL E CONTATTI

Streaming “Timelapse” ▶️ https://lnkfi.re/timelapse_

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