Il libro “Vetro e Opera Lirica” presentato a Venezia


a cura di Vincenzo Pasquali

25 Nov 2022 - Arti Visive, Libri

Nell’ambito della Mostra Vetro e Opera Lirica, ospitata a Casa Goldoni, a Venezia, è stato presentato il volume (Marsilio Editore) omonimo, ricco di interventi di artisti e studiosi illustri. Dal 2 dicembre la mostra verrà aperta al pubblico nel Castello Sforzesco di Milano.

(Fotografie di Maria Christina Hamel)

Il volume Vetro e Opera Lirica pubblicato dalla Marsilio Editori e curato da Sandro Pezzoli è nato in concomitanza dell’ideazione della mostra omonima alla Casa di Carlo Goldoni a Venezia da parte dello stesso Pezzoli che il 22 novembre scorso alle ore 17.30 lo ha presentato nella Sala Conferenze della stessa sede dell’esposizione. Questo, che non vuole essere solo il catalogo delle opere esposte, si sostanzia della collaborazione del Comitato Vetri di Laguna con la sua presidentessa, Dr.ssa Margherita Tirelli, nonché dei contributi di personalità di settori diversi che hanno posto a tema l’argomento, a dir il vero, finora inedito: quello della attinenza profonda, illustrata a vari livelli – testuale, drammatico, concettuale, tecnico e simbolico – tra vetro e opera lirica. L’accostamento, che può risultare enigmatico o problematico all’apparenza, è invece molto più pertinente e palese di quanto sembra se non altro perché l’arte prodotta da entrambi ha come concreto elemento comune il soffio e il fiato dell’artista. Il fiato del cantante e il soffio del maestro vetraio hanno quella stessa energia che produce arte e bellezza.

Il volumetto, di quasi novanta pagine, illustra a colori le opere della suddetta mostra e ospita i racconti di tutti gli artisti in essa presenti accanto a contributi concettuali, ideativi e storico-critici non solo relativi alle opere in esposizione, ma frutto di riflessioni di musicologi, scenografi, registi, archeologi, storici dell’arte, storici del design, ispirati dal tema della mostra stessa.

In realtà si tratta anche di una raccolta di microsaggi di autori vari i quali, accomunati dall’interesse per il Melodramma, appartengono a vari settori dell’arte: dalla pittura alla scultura, dal mondo del design alla fotografia, ecc: dopo la competente introduzione di Margherita Tirelli e il sintetico saggio accattivante del curatore che ha ricordato, tra l’altro, l’italianità connessa alla tematica, partono le pagine saporose e ispirate di Chiara Squarcina, dirigente Area Attività Museali- Fondazione Musei Civici di Venezia, di Francesca Tasso, Conservatore Responsabile delle Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco di Milano, di Fiorella Mattio, Conservatrice Raccolte Arte Applicata moderna e contemporanea del Castello Sforzesco e Resp. Ufficio Sviluppo Musei e Comunicazione, di Elena Barbalich, regista di opera lirica, di Cesare Castelli, presidente Milano Makers APS, di Silvia Ciappi, Kunsthistoriches Institut in Florenz-Max-Planck-Intitut, e infine, dulcis in fundo, il contributo di Piero Mioli, noto e brillante storico della musica.

Il testo, scorrevolissimo e, direi, assai appetibile per i melomani, comprende l’intervento del nostro collaboratore Andrea Zepponi che si è prodotto nella mostra in una curiosa istallazione illustrativa sui molteplici brindisi nell’opera lirica e ne ha spiegato nel libro la funzione drammatica e musicale delineandone la complessa intesa tra vetro e musica anche a livello del testo librettistico con le sue similitudini e le sue metafore correlate al tema; da ricordare, secondo Zepponi, anche l’uso dello strumento costituito da coppe di vetro, la glassarmonica, il cui suono suggestivo oggi viene reintrodotto filologicamente nella scena della follia della Lucia di Lammermoor di Donizetti. La presentazione del volume ha visto seguire dopo i saluti istituzionali inviati dalla dr.ssa Squarcina, purtroppo assente, la prolusione della Dr.ssa Tirelli, il breve intervento di Pezzoli quello magistrale della regista Barbalich che ha parlato di quanto il suo lavoro sia integrato con una idea di restituzione dei valori drammatici originali anche al di là delle odierne convenzioni ideologiche che bandiscono le tradizioni registiche e teatrali e condizionano le odierne regie bandendo ogni materiale vitreo dalla scena per astratte norme di sicurezza. Neppure Violetta nella Traviata ormai può più infrangere il suo calice di cristallo prima di cantare Sempre libera. Entusiasmante perché geniale l’intervento, fra quelli di vari artisti, del maestro Giovanni Soccol che ha tradotto in immagini coinvolgenti la sua esperienza teatrale in qualità di scenografo con il compositore Hans Werner Henze a Montepulciano e appassionato era quello di Silvie, moglie dell’artista Aristide Najean, che ha parlato in nome del marito assente citando il terzo elemento che rientra nella intersezione delle due sfere semantiche vetro e canto lirico: il fuoco. Qui la signora Najean ha rievocato la valenza concreta e vivace dell’elemento caustico nell’ambito del vetro e quella metaforica ed emblematica del sacro fuoco dell’arte e dell’energia sprigionate dal cantante. Insomma, il canto lirico si combina con il vetro come nel celebre verso del libretto di Madama Butterfly, atto I, scena II e diventa “lieve qual tenue vetro soffiato”.

La manifestazione, attuata in un ambiente raffinato e assorto nel culto di Goldoni, ha ricevuto sentiti applausi dai presenti e ha anticipato la prossima apertura a Milano il 2 dicembre prossimo della mostra Vetro e Opera Lirica che verrà aperta al pubblico nel Castello Sforzesco.  

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