Il concerto per l’Appassionata del Belinfante Quartet


di Elena Bartolucci

2 Lug 2021 - Commenti classica

La musica del giovane Belinfante Quartet d’archi ha risuonato in una delle cornici più suggestive della città di Recanati.

(Fotografie di Alfredo Tabocchini)

Recanati – Domenica 27 giugno, nel meraviglioso Orto sul Colle dell’Infinito di Recanati, si è assistito a un bellissimo concerto del Belinfante Quartet, composto da Olivia Scheepers (violino), Fiona Robertson (violino), Sophie Vroegop (viola) e Pau Marquès ì Oleo (violoncello). Il quartetto è nato nel 2016 e da allora si è esibito nei Paesi Bassi e in tutta Europa, esplorando una combinazione di opere fondamentali del repertorio del quartetto d’archi con capolavori meno conosciuti al grande pubblico.

Con il suo nome, il quartetto vuole onorare Frieda Belinfante, violoncellista e prima direttrice d’orchestra professionista in Europa, la cui sincerità, perseveranza e fervore sono stati e sono ancora oggi una magnifica fonte di ispirazione.

Questi quattro giovani talentuosi hanno saputo regalare un’ottima performance di quasi due ore presentando tre quartetti rispettivamente di Franz Joseph Haydn, Dmitrij Šostakóvič e Johannes Brahms.

La serata ha preso il via con il Quartetto in sol maggiore op. 76 n. 1, uno degli ultimi quartetti di Haydn, da molti considerati gli esiti migliori della sua produzione cameristica.

In questo quartetto emerge infatti una scrittura libera e originale, sostanziata da una ricerca ritmica e armonica densa e pregnante. L’Allegro con spirito introduce in modo vibrante un movimento formalmente e armonicamente complesso. Si passa poi all’Adagio sostenuto, ricco di contrasti ritmici e dinamici, che è davvero in grado di emozionare. Arriva poi il Menuet. Presto, dotato del suo Trio, è caratterizzato da un movimento leggero e brillante. In conclusione, arriva il Finale. Allegro ma non troppo, un movimento robusto e intenso in grado di creare un notevole effetto affermativo che contribuisce a delinearne la fisionomia energica e conclusiva.

La serata è proseguita con il Quartetto in fa minore op. 122 n. 11 di Šostakóvič, un autore che sta conoscendo una notevole fortuna esecutiva solo negli ultimi anni. Si tratta di un’opera che deve essere eseguita senza soluzione di continuità e senza pause, dando l’impressione di un unico ampio brano sorretto da stringenti legami musicali interni e una forte tensione espressiva.

Nell’introduzione (Andantino) il primo violino presenta il tema principale, che verrà ripreso dal violoncello e poi sviluppato nel resto degli episodi. Lo Scherzo (Allegretto) ha una struttura avvicinabile a quella di un canone e un andamento meccanico e ripetitivo. L’intenso Recitativo (Adagio) ha un’armonia fortemente dissonante, mentre il quarto e il quinto episodio, Etude (Allegro) e Humoresque (Allegro), sono messi in connessione tra loro da elementi ripetitivi e veloci che si rincorrono alternandosi. L’Elegia (Adagio) accentua l’atmosfera desolata e drammatica grazie all’uso di accordi lunghi che sostengono brevi linee melodiche. Nel Finale (Moderato, Meno mosso, Moderato) si possono invece riconoscere i diversi elementi tematici già presentati nei movimenti precedenti, riproposti con senso di unità e profondità espressiva.

Dopo una breve pausa, il concerto è proseguito con il Quartetto in la minore, op. 51 n. 2 di Brahms, frutto di una lunga e laboriosa gestazione da parte del compositore ottocentesco. Il primo movimento, Allegro non troppo, si sviluppa in una ricca articolazione dialogica e in una varietà di sfumature espressive, terminando con una coda molto energica. Prosegue poi l’Andante moderato che si apre con una parte dolce a cui segue una più drammatica. A seguire, Quasi Minuetto, Moderato. –  Allegretto vivace che presenta invece una grande fantasia e libertà formale. Nel Finale. Allegro non assai, si assiste invece a una sorta di contaminazione tra rondò e forma sonata con un ritmo piuttosto spiccato.

La serata è stata sicuramente molto suggestiva anche grazie alla cornice agreste scelta dall’associazione L’Appassionata per questo evento: l’Orto sul Colle dell’Infinito, visitabile dal pubblico grazie al FAI, ha infatti saputo regalare un palcoscenico davvero incantevole in cui non solo i fiori e le piante facevano da splendida cornice ma persino il volo delle rondini e il canto di alcuni uccelli hanno arricchito la scena in modo davvero romantico. Considerato il profluvio di applausi al termine della serata, il giovane quartetto d’archi ha deciso di regalare un’ultima esecuzione ossia una breve ma dolcissima ninna nanna scozzese, molto apprezzata dagli astanti rimasti ad applaudirli.

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