I fumetti raccontano la Shoah a Rimini


di Paolo Pagliarini - Uff. Stampa

11 Ago 2013 - Senza categoria

Arti Visive: Approfondimenti

Cartoon Club, Festival Internazionale del Cinema d'Animazione e del Fumetto di Rimini, in collaborazione con Comune di Rimini, Progetto Educazione alla Memoria, propone dal 9 (inaugurazione sabato 9 gennaio, alle ore 10) al 30 gennaio 2010, la mostra Lacrime, lupi e tragici topi. Come i fumetti hanno raccontato la Shoah, presso la Galleria dell'Immagine (Palazzo Biblioteca Gambalunga, via Gambalunga 27, Rimini).
Una carrellata di suggestive immagini e tavole tratte dai più noti fumetti che hanno affrontato il difficile e tragico tema della Shoah (da Maus ad Auschwitz, da Anna Frank a Yossel april 19, 1943).
Per molti sopravvissuti e sopravvissute della Shoah, quell'evento è inenarrabile. Figuriamoci se può essere raccontato a fumetti L'argomento è troppo serio per essere raccontato da un fumetto , dice Ezra Cohn, 64 anni, della comunità ebraica di Dusseldorf.
Eppure, per non dimenticare, per non ripetere, è quasi un dovere morale riportare a galla l'orrore, farlo conoscere perchè lo si eviti per sempre. E se film, libri, quadri e composizioni musicali hanno saputo balbettare Auschwitz, perchè non lo potrebbe fare anche quella peculiare forma d'arte che è il fumetto? si domandano il filosofo Raffaele Mantegazza e il teologo Brunetto Salvarani, che all'argomento hanno dedicato il saggio Le strisce dei lager (Unicopli).
Alle pagine disegnate si è affidato Cartoon Club per parlare della Shoah a studenti e cittadini mediante la mostra Lacrime, lupi e tragici topi. Come i fumetti hanno raccontato la Shoà . L'esposizione (40 pannelli più albi) è curata da Davide Barzi e da Paolo Guiducci: si tratta di un'accurata panoramica sui comics che in giro per il mondo hanno trattato Auschwitz.
Per qualcuno è stato terapeutico, come nel caso di Art Spiegelman, che attraverso Maus descrive molto di sè e della sua famiglia. E si tratta di letteratura alta, tanto che quest'opera si è meritata il premio Pulitzer. La metafora degli animali usati per raccontare gli esseri umani che in Maus vede gli ebrei come topi e i nazisti come gatti è stata peraltro già utilizzata negli anni Quaranta nel volume La Bà te est morte, dove Adolf Hitler nei disegni di Franà ois Calvo diventava un lupo.
Autobiografia e invenzione si mescolano in Yossel april 19, 1943 di Joe Kubert, che realizza tavole a matita di grande impatto emotivo. Altrettanto pathos e precisa documentazione storica di fondo si ritrovano invece in Auschwitz di Pascal Croci.
Negli Stati Uniti nemmeno il fumetto di super eroi ha fatto finta di niente : Magneto, l'arcinemico degli X-Men, porta in età adulta i segni di un'infanzia vissuta sotto l'ombra del nazismo, come si vede anche nell'incipit del primo film dedicato ai mutanti.
L'Italia ha raccontato negli anni diverse biografie di personaggi noti o meno noti (si va da Massimiliano Kolbe di Claudio Nizzi e Ferdinando Tacconi e Anna Frank di Mino Milani e Attilio Micheluzzi, a personaggi in attesa di essere riscoperti dal cinema, come è stato per Schindler, raccontati dai fratelli Maggi). Ma la storia italiana sulla Shoah più toccante è certo l'episodio di Dylan Dog intitolato “Doktor Terror” (scritta con trasporto e passione civile da Tiziano Sclavi, il creatore del personaggio). E che, per chiudere il cerchio, in più parti richiama Maus, in quel gioco di citazioni e allusioni amplificato dalla poetica dell'autore che ha fatto la fortuna del personaggio.
Alla mostra è inoltre associato un reading audiovisuale, condotto da Davide Barzi destinato ai ragazzi delle scuole medie del terzo anno, su prenotazione, al mattino, con repliche pomeridiane aperte a tutti, dal 25 al 27 gennaio (orari in via di definizione).
La mostra rimane aperta dal lunedì al venerdì ore 9.30 alle 12.30 e dalle ore 16 alle ore 19.00; sabato solo al mattino, domenica chiuso. Ingresso libero.

Per informazioni e prenotazioni:
Unasp-Acli, tel. 0541.784193
segreteria@aclirimini.it.
(Paolo Pagliarini – Uff. Stampa)


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