DELIA PALMIERI SOPRANO DOC


Athos Tromboni

16 Dic 2000 - Commenti classica

FERRARA Un soprano in carriera ed una pianista che fa di mestiere, oltre la docente di Conservatorio, l'accompagnatrice di cantanti: il massimo per un recital lirico. Così domenica pomeriggio i soci del Circolo Frescobaldi hanno potuto applaudire due artiste divenute protagoniste di un concerto da annoverare fra gli indimenticabili. Delia Palmieri, soprano, è nata a Napoli ma la sua formazione musicale è prevalentemente toscana, vive infatti a San Rocco (provincia di Siena). Anche la pianista è toscana (Socciville, Siena) ma la sua formazione musicale è emiliana, in quanto si è diplomata al Conservatorio Martini di Bologna, dove attualmente insegna.
La gamma di proposte della Palmieri si è manifestata assai ampia: dal belcantismo preclassico (Haendel, Piangerò la sorte mia), a quello classico (Mozart, Dove sono i bei momenti) a quello preromantico (Rossini, Di mia vita infelice) a quello pienamente romantico (Donizetti, Al dolce guidami. Bellini, Ah non credea mirarti). Per approdare, infine, al canto lirico d'impronta verista (Bizet, C'est des contrabandiers. Puccini, Tu che di gel sei cinta e O mio babbino caro). Una gamma espressiva tendente a mettere in luce le doti del soprano, che ha dimostrato di essere a proprio agio con i melismi del canto ornato di trilli e scale ascendenti e discendenti (soprattutto in Mozart e Rossini) e di saper eseguire anche il canto spianato del soprano lirico puro. Anzi, non ci dispiace prevedere che l'evoluzione artistica della Palmieri sarà piuttosto verso il registro di lirico puro e lirico spinto, piuttosto che mantenuta sul repertorio belcantistico. La sua voce ha la tessitura che gli può consentire questo sviluppo stilistico. Lo ha dimostrato proprio nelle arie pucciniane. Il suo gesto scenico è, peraltro, naturalmente vocato all'esasperazione del drammatismo romantico e verista e ci sembra molto più credibile nei panni di una Giulietta (Montecchi e Capuleti di Bellini) e di una Liù (Turandot di Puccini), che non in quelli di una Despina (Così fan tutte di Mozart) o di una Cleopatra (Giulio Cesare di Haendel).
Il concerto ha avuto l'apporto strumentale di una Eleonora Leonini anche solista, quando ha proposto la trascrizione pianistica degli intermezzi di Cavalleria rusticana (Mascagni) e Manon Lescaut (Puccini), dando prova di una spiccato senso del colore e di una felice conduzione dell'espressione musicale.
Applausi calorosi per entrambe alla fine del recital, con concessione di bis.

(Athos Tromboni )


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