“Caro De Andrè” trionfa a Tolentino


Emanuele Peretti

13 Feb 2009 - Commenti live!

<b<TOLENTINO (MC) – Esattamente dieci anni fa, l'11 gennaio 1999, moriva Fabrizio De Andrè. Il 13 aprile di quello stesso anno debuttava lo spettacolo Caro De Andrè ad opera di Carlo Bonanni e degli altri dell'Orchestra Intermusic, ensemble formato da musicisti marchigiani molti dei quali docenti della scuola di musica La Fenice di Amandola. Il perchè di questo progetto ce lo spiega lo stesso Bonanni, voce solista e grande cultore del cantautore genovese: Posso dire di aver scelto quel pieno illusorio per me stesso ed anche per cantare, a chi vuole, l'infinita antologia De Andrè. Vorrei parlare ai navigatori non di un cantautore, di un menestrello o di un cantastorie, ma di un profondo conoscitore ed evocatore della storia del genere umano.
Da dieci anni il Caro De Andrè ripropone, nei teatri e nelle piazze, nelle Marche come in tutta Italia, un repertorio dei brani più significativi e coinvolgenti di Fabrizio De Andrè, dalle origini fino all'ultimo album, con un obiettivo ben preciso, come ricorda ancora Carlo Bonanni: lo spettacolo è sempre testardamente finalizzato, modestia a parte, alla presunta Rivelazione dei testi .
Domenica 10 febbraio l'orchestra Intermusic ha fatto tappa a Tolentino. Il cineteatro Don Bosco registra il tutto esaurito, i biglietti sono finiti prestissimo, alcuni devono assistere al concerto in piedi e molti sono quelli che rimangono fuori. L'entusiasmo del pubblico cresce in modo esponenziale: si inizia con il ritmo mediterraneo di Creuza de mà , poi si salta avanti e indietro nel tempo sempre seguendo il filo conduttore della tematica più cara a De Andrè: quella dell'esaltazione degli esclusi, dei perdenti, dei soli (è così che va inteso il titolo Anime Salve, etimologicamente spiriti solitari ), di chi vive al margine di questa società corrotta che crede oramai solo in falsi valori. Ecco allora i rom nella malinconica Khorakhanè, le prostitute ne La città vecchia o in Via del campo, la divertente e sprezzante satira sui benpensanti in à dumènega. Gli arrangiamenti traggono ispirazione soprattutto dal lavoro di De Andrè con la PFM nel 1979, dagli ultimi tour o da successive rielaborazioni di alcuni brani da parte di altri artisti come per La canzone di Marinella, interpretata da Mina in un suo album del 2003. Ma il merito della grande qualità , prima di tutto musicale, dello spettacolo è del talento dei musicisti dell'orchestra Intermusic, della loro grande versatilità e bravura tecnica, della varietà di suoni e strumenti (tra cui flauto, violino, oud, bouzouki, mandolino) utilizzati sul palco, di Florindo Terrani, arrangiatore e direttore dell'Accademia Lizard di Amandola.
L'ospite d'eccezione di questa serata è il batterista ferrarese Ellade Bandini, un personaggio straordinario, punto di riferimento per la musica leggera italiana, il quale ha al suo attivo collaborazioni con artisti del calibro di Vecchioni, Branduardi, Mina, Celentano, Conte, Guccini e, soprattutto, Fabrizio De Andrè. à stato proprio Ellade, infatti, ad accompagnare Faber in tutti i suoi tour dal 1984 fino all'ultimo del 1998, poi sospeso per l'aggravarsi delle condizioni di salute del cantautore e a suonare la batteria nell'album da studio Anime Salve del 1996. Bandini, che era già stato ospite del Caro De Andrè cinque anni fa in un concerto a Ripatransone, fa il suo ingresso sul palco del cineteatro dopo che Carlo Bonanni e i suoi hanno infiammato e coinvolto il pubblico con più di un'ora di canzoni e parole. Entra, saluta il pubblico, dà il cinque al batterista Giovanni Damiani e trova subito il modo di scherzare con Carlo: Ha detto che spera che io rimanga in circolazione ancora per molto… scusatemi ma io per sicurezza mi tocco! . Poi va alla batteria, dall'entusiasmo e dall'energia sembra un ragazzino; colpiscono, ancor più della velocità d'esecuzione, la pulizia dei colpi e la straordinaria precisione.
Partono i brani classici Don Raffaè e Fiume Sand Creek, il concerto si conclude infine con le due canzoni forse più amate dal pubblico: Il pescatore, in cui il batterista si lascia andare in un lungo e frenetico assolo fra gli applausi dell'intero cineteatro, e Volta la carta. Alla fine l'Assessore alla Cultura del comune di Tolentino e il Presidente della provincia Giulio Silenzi hanno consegnato ad Ellade Bandini gli omaggi della comunità , tra cui un libretto che racchiude la storia del teatro Nicola Vaccaj, gravemente danneggiato da un incendio lo scorso luglio. Silenzi ha espresso quindi il suo rammarico per non aver potuto ospitare il musicista ferrarese nel teatro storico tolentinate, ma ha auspicato un suo ritorno, magari in uno dei numerosi e splendidi teatri della nostra provincia. La risposta di Bandini, accolta da un grande applauso, la dice lunga su questa persona così straordinaria anche umanamente: …ma è la gente che fa il teatro! .
(Emanuele Peretti)


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