Una storia di mafia alla Mole Vanvitelliana


di Alberto Pellegrino

11 Ago 2013 - Senza categoria

Teatro: Recensioni

ANCONA. Nel corso del Festival Adriatico Mediterraneo 2010 di Ancona è andato in scena dal 1 al 4 settembre lo spettacolo Malacarne. Una storia di mafia che ha visto una notevole partecipazione di pubblico richiamato da una rappresentazione basata su di un testo scritto da Tiziana Marsili Tosto e Giulia Zenni, messo in scena con sobria eleganza e intense atmosfere drammatiche dalla stessa Marsili Tosto. La vicenda raccontata riguarda la vita di Rita Atria una ragazza di 17 anni che nel 1991 decide di diventare una testimone di giustizia dopo aver visto uccidere nel 1985 il padre Vito (un piccolo boss locale) e nel 1991 il fratello Nicola che vuole prendere il posto paterno ma viene eliminato sotto gli occhi della moglie Piera che decide di collaborare subito con la giustizia. Per Rita la vita a Partanna, il piccolo comune dove è nata, diventa sempre più difficile, perchè è un'adolescenza consumata dalla paura e dalla solitudine, dalla voglia di chiedere giustizia per i suoi familiari e dal peso della legge dell'onore , alla quale la richiama continuamente la madre Giovanna. Risolutivo si rivela l'incontro con il giudice Paolo Borsellino che convince la ragazza a collaborare con la giustizia infondendole coraggio e assicurandole protezione. Rita si trasferisce a Roma dove vive sotto falso nome e dove la raggiunge il 19 luglio 1992 la notizia dell'uccisione di Borsellino. Con la morte del giudice sembra chiudersi ogni orizzonte, spegnersi ogni speranza e il 26 luglio Rita si affaccia dal balcone del suo appartamento e si getta nel vuoto. à la fine di una grande sofferenza e di una tremenda solitudine, ma per Rita Atria comincia un nuovo percorso come una eroina civile che non vuole arrendersi alla legge della violenza e dell'omertà , lottando contro tutti i parenti e la sua stessa madre che la maledice per aver tradito l'onore della famiglia (l'unica a stargli al fianco è la cognata Piera). La stessa mafia ha cercato di cancellare persino la memoria di questa ragazza, distruggendo sistematicamente la sua tomba nel cimitero di Partanna, ma la figura di Rita continua a restare viva nella memoria collettiva attraverso libri, convegni, servizi giornalistici, interventi di politici democratici ed ora anche attraverso questo Oratorio laico tragicamente poetico e ottimamente interpretato da Rosetta Martellini (la madre), Luigi Moretti (il padre e Borsellino), Loretta Antonella (Rita), Tiziana Marsili Tosto (Piera) e Gianluca D'Ercole (il fratello Nicola).
(Alberto Pellegrino)


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