Supersantos


11 Ago 2013 - Dischi

Recensione Alberto Pellegrino

Sono in debito verso i lettori di questa rubrica dedicata ai cantautori per non aver finora parlato di Alessandro Mannarino (Roma, 1979), figura emergente della nuova canzone d'autore. Laureato in antropologia, egli esordisce nel 2001 come artista di strada tra il Rione Monti e la Stazione Termini. Nel 2009 esce il suo primo disco Bar della rabbia, compone la sigla della trasmissione Vasco de Gama (Radio2), diventa ospite fisso della trasmissione Parla con me, conquistando quella visibilità che gli consente di partecipare a sagre e Festival dell'Unità , esperienze grazie alle quali smette di fare la fame . Il successo riportato dal primo disco (finalista al Premio Gaber e al premio Tenco come migliore opera prima) lo spinge a comporre diverse sigle radiofoniche e televisive, a fare concerti, a partecipare ai film Tutto l'amore del mondo (2010) e Viva l'Italia (2012), affinando uno stile musicale risultato di varie influenze che vanno dal folk italiano (in particolare la canzone e gli stornelli romani) al blues (Tom Waits è un suo idolo), dalla taranta alla musica balcanica, mentre i testi (in italiano o in romanesco) sono quasi sempre graffianti e impegnati con riferimenti frequenti alla poesia di Trilussa.
Il primo album Bar della rabbia nasce dalle esperienze vissute nelle notti dei quartieri popolari romani: Mi sono ispirato al bar che vedevo di fronte a casa dice Mannarino con gente che beveva e giocava a carte. Mi è venuto spontaneo ambientare lì i miei racconti in musica e di vere storie si tratta che hanno per protagonisti i diseredati alle prese con la giustizia e la miseria, con la rabbia in corpo e con la fantasia dei bambini destinata a perdersi per la strada, per cui alla fine si brinda con bicchieri che so pieni de sabbia . In Pagliaccio l'autore rivendica la nobiltà di essere rimasto un artista di strada, un uomo che ride ma che se io me metto a piagne 'allegherebbe tutta Roma ; Me So' Mbriacato rimane la sua canzone d'amore più celebre; Svegliatevi Italiani è invece una canzone-invettiva contro il mito del denaro, l'ipocrisia religiosa, il disinteresse per la poesia, un appello per sconfiggere il silenzio di questa galera che è diventato il nostro Paese.
Il suo secondo album, uscito alla fine del 2011, s'intitola Supersantos e prende il nome dal pallone arancione, un feticcio degli anni Settanta utilizzato per giocare il calcio di strada o di spiaggia. Mannarino non tradisce se stesso e rimane uno stornellatore irriverente, un cantastorie dai toni ironici e pungenti che si serve del romanesco per narrare un universo equamente diviso tra realtà e fantasia, consapevolezza del quotidiano e immaginazione, un mondo di borgate e di baracche abitate da vagabondi e immigrati, mignotte e ubriaconi. Con le undici canzoni dell'album Mannarino mette insieme un suo teatro-canzone con storie un po' strampalate e picaresche, suonate in modo affascinante in un assemblaggio di stornelli e ritmi gitani, ballate e cantate folk, rumbe e valzer popolari, eseguite con canto arrochito e gigionesco che ricorda la teatralità del Maestro Capossela. Rumba magica è una canzone da cantare contromano per chi vive sulla strada tra il Policlinico e il Varano, tra Gerusalemme e il Vaticano, uno spaccato di un'umanità minore dai toni beffardi che ritorna in Serenata lacrimosa, un sonetto dal sapore anticlericale vicino alla poesia del Belli. Storie d'amore contengono le canzoni Statte zitta, Quando l'amore se ne va e Merlo rosso, la più poetica delle tre composizioni dedicata a una ragazza che fa soffrire chi l'ama ( Le lacrime dell'inferno servono a qualcosa/nutrono la terra fan crescere una rosa ). Fortemente satirica è L'era della gran publicitè che contiene un attacco ai condizionamenti dei messaggi pubblicitari, una canzone scritta in un francese maccheronico contaminato da altre lingue europee. A due figure di donna sono dedicate due canzoni: Mary Lou è una ragazza che ha preso una corriera una mattina per andare in cerca di fortuna e si è ritrovata a fare la donna del porto che balla con l'abito corto e spezza il cuore a tutti i marinai; Maddalena è la protagonista di una storia tra le più impegnative e violente scritte da Mannarino, il quale scaglia in faccia a farisei e benpensanti, a vescovi e cardinali questo amore maledetto tra Maddalena e Giuda, personaggi di un Vangelo di strada, peccatori redenti da un amore che si abbandona al flusso della vita ( stanno insieme/e girano nascosti fra la gente/e vanno al fiume a fare l'amore/su una barchetta che va controcorrente ). Ancora controcorrente vanno anche le canzoni più dichiaratamente politiche come l'amara e dolente Serenata silenziosa cantata un con filo di voce per ricordare che questo è er tempo di chi ci guadagna e chi sta zitto ; L'onorevole che propone la dolente metafora di una politica precipitata senza rimedi nell'immoralità più disperata; L'ultimo giorno dell'umanità che presenta infine un quadro apocalittico della nostra società , segnata da povertà e disoccupazione, guerre e promesse disattese, prostituzione e carceri senza speranza, mentre sul monte del calvario/smontavano le croci/e ci nasceva un centro commerciale/e due fiori che gridavano feroci .


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