Si è conclusa la terza edizione del Bambù Festival


di Elena Bartolucci

19 Ago 2023 - Commenti live!

Un breve bilancio delle tre giornate di concerti al Parco Fluviale Alex Langer di Monte Urano.

(Le foto non rispettano la cronologia degli avvenimenti ma vogliono dare l’idea dell’atmosfera del Festival)

Monte Urano (FM) – Il Bambù Festival, che si è tenuto dal 10 al 12 agosto, ha quest’anno proposto un’offerta musicale senza uguali, cercando così di accontentare un’ampia fetta di pubblico in termini di gusti e generi.

Nato nel 2021 dall’iniziativa dei volontari della Pro Loco Monte Urano per valorizzare l’area naturalistica del Parco Fluviale Alex Langer, il festival è salito alla ribalta nazionale con l’edizione successiva grazie alla presenza di ‘big’ del panorama musicale come Caparezza, Litfiba e Tommy Emmanuel.

Al contrario, l’edizione 2023 è stata una scommessa sul cercare di creare più un festival in cui poter far spaziare e convivere diversi generi musicali. Come affermato dallo stesso direttore artistico Vittorio Amoni della Lighthouse Entertainment, la manifestazione ha scelto di cambiare focus, concentrandosi “sulla costruzione del festival stesso, più che su pochi nomi di artisti di successo”, selezionando quindi musicisti appartenenti a generi differenti, nell’intento di diversificare al massimo la proposta e allargare così la platea di potenziali spettatori.

Va innanzitutto sottolineata la bravura della macchina organizzativa della Pro Loco del piccolo comune fermano, la quale ha saputo plasmare un evento multiplo così complesso che ha fatto da enorme contenitore in cui sono stati “macinati” appuntamenti di diverso stampo.

Quasi 100 gli artisti di fama nazionale e internazionale che sono stati coinvolti nel progetto e che hanno permesso di garantire ben 8 ore di esibizioni ogni giorno.

Ciascuna delle tre serate era stata infatti progettata con un focus differente, anche se il genere di riferimento non è stato sempre centrato dal punto di vista della scelta degli artisti.

Giovedì 10 agosto è stata la giornata dedicata al genere indie, partendo dalle ore 16 fino a mezzanotte con i dj set con Ester Cecille, Malvax e Diego Mercuri. Per le esibizioni live si sono invece esibiti i Dionysian, Ale e Nicol, prima di lasciare spazio rispettivamente ai M.E.R.L.O.T, un cantante giovanissimo e dalle sonorità accattivanti che ha regalato una buona esibizione prima di lasciare il palco a Sethu, pseudonimo di Marco De Lauri. Anch’egli è un cantante e rapper italiano in erba che, dopo il suo esordio nel 2018 e la pubblicazione di alcuni singoli, è salito alla ribalta nazionale con la partecipazione al 73° Festival di Sanremo. Un modo di cantare quasi parlato che si avvicina a quelli dei diversi rapper del contesto musicale contemporaneo, in cui il forte realismo dei testi e l’utilizzo frequente dell’auto-tune convincono molto la fascia dei più giovani.

Infine, si è esibito il gruppo l’Officina della camomilla, un gruppo musicale indie pop italiano, fondato nel 2008 a Milano da Francesco De Leo, frontman e autore delle canzoni. Dopo 7 anni di silenzio, la band, che nel frattempo ha subito vari cambi di formazione, è tornata sulle scene nel maggio di quest’anno dopo l’uscita del nuovo singolo DANDY CANDY, che ha segnato il ritorno discografico di uno dei progetti culto del panorama alternativo italiano. Il pubblico presente ha sicuramente apprezzato la freschezza e al contempo l’originalità dei testi e delle sonorità proposte, che hanno chiuso in bellezza una serata purtroppo in cui la partecipazione non è stata ai massimi livelli.

Venerdì 11 agosto è stata invece la giornata dedicata alla musica indie pop. Tre i momenti clou del programma. Per iniziare i dj set di Know PhysicsRedSax ed Ester Cesile, mentre la giornata è entrata nel vivo con i due live: i XGIOVE, band folk rock italiana fondata nel 2018, che quest’anno ha aperto il concerto dei 40 anni di carriera di Zucchero e sfiorato la qualificazione all’Eurovision per San Marino e i Little Pieces of Marmelade, un duo di origini marchigiane che ha partecipato a XFactor nel 2020.

La serata si è poi accesa con l’arrivo sul palco degli attesi Colla Zio, band giovane e decisamente acerba nella scrittura dei testi ma molto promettente dal punto di vista della composizione musicale, la quale è reduce dal successo del Festival di San Remo 2023. In conclusione, è arrivato l’idolo pop Carl Brave, pseudonimo di Carlo Luigi Coraggio. Rapper, cantautore e produttore discografico italiano di origini romane, il quale ha raggiunto la fama nel 2016 su YouTube. In compagnia sul palco di diversi musicisti che hanno sicuramente alzato l’asticella in termini di qualità di resa musicale, ha accontentato i suoi numerosi fan eseguendo dal vivo sia brani dell’ultimo album che opere più datate come “Polaroid”. La crescente popolarità raggiunta in pochissimi anni lo ha portato a duettare con artisti noti del panorama pop italiano come Noemi con la quale ha creato il tormentone “Makumba”, che è stato infatti riproposto a fine serata scatenando tutti i presenti.

Per la terza e ultima serata, sabato 12 agosto, è stato cambiato totalmente mood decidendo di rivolgersi a un pubblico di appassionati del genere rock-metal.

I dj set della giornata sono stati affidati a Intersidera, Whansinn Industries, Beriedir e Njva, mentre come gruppi spalla sono saliti sul palco i Dionysian, i Centvrion (una heavy metal band italiana, la cui reunion è stata fortemente voluta dallo stesso direttore artistico del festival), i Metalite (una band power/melodic metal di origini svedesi, in cui la nuova cantante Erica Ohlsson ha dimostrato di avere gran voce e potenza esecutiva durante l’ottima performance) e i Moonlight Haze (un gruppo musicale power metal italiano fondato nel 2018, che ha dimostrato già di avere una chiara cifra stilistica in cui la vocalist Chiara Tricarico non sempre però riesce a brillare), i quali hanno regalato rispettivamente una incredibile energia in attesa della performance degli Stratovarius.

Il gruppo musicale di origini finlandese che ha fatto i suoi esordi negli anni ’80 si è esibito per la seconda data italiana di quest’anno nell’ambito di un tour che lo sta portando in tutto il mondo.

Gli Stratovarius hanno decisamente infiammato il Parco Fluviale di Monte Urano, dimostrando che l’età anagrafica non conta quando si è ancora in grado di fare buona musica. Sia le basi musicali alla tastiera che gli assoli di chitarra e batteria hanno convinto in ogni nota, regalando un’infinita gioia ai numerosi fan accorsi sotto il palco per osannare i loro idoli intramontabili.

Rispetto ai numeri delle prime due serate, la giornata conclusiva del festival dedicata al rock-metal ha potuto registrare un’affluenza maggiore, che ha finalmente ripagato le aspettative degli organizzatori, i quali avevano assicurato che ogni spettatore avrebbe potuto trovare un’offerta musicale adatta alle proprie corde.

Il Bambù Festival ha per certo dimostrato di essere una realtà coraggiosa per quanto riguarda la scelta dei panorami musicali offerti. La sua capacità di dare voce anche a realtà emergenti è però sicuramente da rivedere, riconsiderando la scelta di puntare su nomi troppo di nicchia che non ha convinto i rispettivi fan a spostarsi anche da lontano per raggiungere il piccolo comune fermano.

Giunto ormai alla sua terza edizione, è innegabile che il Bambù festival sia ancora in una fase embrionale alla ricerca di una vera e propria cifra distintiva, ma resta comunque un contenitore interessante che merita senz’altro di crescere e avere attenzione e copertura mediatica maggiori il prossimo anno.

La Gelateria Mon amour di Monte Urano e l’Hotel Horizon di Montegranaro sono stati main sponsor del festival, il quale si è avvalso inoltre della collaborazione di Radio Linea e del nostro magazine come media partner.

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