“PENSIERI di terra, di vita, d’amore” di Domenico Cornacchia


di Flavia Orsati

8 Lug 2023 - Libri

Recensione del libro di poesie “PENSIERI di terra, di vita, d’amore” di Domenico Cornacchia, pubblicato dalle Edizioni Efesto nel marzo di quest’anno.

Ognuno
ha le proprie radici,
chi di quercia,
chi di pino.
Il vento arriva
e porta via.
Sempre lo stesso.
C’è chi resiste
e chi si sradica.
Domenico Cornacchia

PENSIERI di terra, di vita, d’amore è una raccolta poetica nata dalla penna di Domenico Cornacchia, autore alla sua seconda pubblicazione che, per scelta, ha deciso di impostare la sua vita nel luogo natale, cioè il paese di Santa Rufina, in provincia di Teramo, al confine tra Marche e Abruzzo. Il volume, pubblicato nel marzo 2023 da Edizioni Efesto per la collana Parerga, è una pregevole prova di resistenza, un tentativo di evocare un mondo che, purtroppo, sembra essere sempre di più sul punto di svanire.

L’autore ripercorre, spaziando liberamente con la propria immaginazione ed attingendo a piene mani dalla dimensione del ricordo, attimi, frammenti di esistenze che sembrano essersi affastellate nel tempo, l’una accanto all’altra, senza mai recidere quella amorosa catena che ha forgiato la tradizione, ormai estremamente fragile, dei luoghi appenninici, di quei piccoli borghi incastonati tra i monti e i boschi del Centro Italia.

In questo orizzonte atemporale che Domenico dipinge con le sue parole, semplici ma profonde, quotidiane ma toccanti, si accampa, sullo sfondo, presente come non mai, la ciclicità del tempo, il trascorrere circolare delle stagioni, che tanto nel passato hanno scandito la vita dei nostri avi. E viene rievocata la parte sana, genuina, di quel passato, che ha, senza dubbio, concorso a renderci ciò che siamo: un tempo duro, semplice, ma pieno di sprazzi di inaspettata magia, di campi di grano maturo che avrebbero lasciato il posto alle feste della semina, dense di musica, di suoni, di odori e felicità, prima di prepararsi al rigido inverno e al miracolo della neve che, candida, avrebbe imbiancato quei campi stessi, salvo poi sciogliersi ai primi raggi del timido sole primaverile e far rifiorire, ancora una volta, la vita.

Scrive Carlo Levi che nel mondo dei contadini non si entra senza una chiave di magia. Questa magia che trasuda dai versi del libro in oggetto, che non hanno l’ambizione di essere grande poesia, ma di essere Pensieri, cosa che occorre più che mai a questo nostro mondo veloce, disabituato a riflettere e a lasciarsi trasportare da quanto lo circonda: alla suggestione viene impresso un movimento dialettico che è quello della mente, una mente non cartesianamente razionale, ma che riesce a guidare i sensi, a recuperare quanto di perduto e a tenerlo insieme come collante, dalle esperienze d’amore a quelle legate alla natura, dall’affetto per gli animali al ricordo di una vita difficile ma piena di emozioni. Un mondo dove il sacro si confondeva con il magico, dove il numinoso era all’ordine del giorno, dove le trame di relazioni e corrispondenze che intessevano la vita del singolo erano estremamente complesse e scandivano quell’ordine dal sapore rituale e liturgico che separava e, allo stesso tempo, faceva inevitabilmente incontrare sacro e profano. Leggere Pensieri aiuta a fare questo: a recuperare lo stupore, la meraviglia, a non dare mai per scontato tutta la bellezza che ci circonda. Un allenamento a guardare con altri occhi, a tuffarsi nel passato, a cercare di ripercorrere i passi di chi, certi luoghi, li ha solcati prima di noi. E chissà se, queste persone, non siano ancora lì, in attesa di un gesto che le riporti tra noi.

Tag: , , ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *