Parigi, grande successo di Pirozzi e Eyvazov ne “Il Trovatore” all’Opera Bastille


di Alma Torretta

7 Feb 2023 - Commenti classica

All’Opera Bastille di Parigi abbiamo assistito al ritorno de Il Trovatore di Verdi. Grande successo per gli interpreti, specialmente Anna Pirozzi e Yusif Eyvazov. Non del tutto convincente la messa in scena.

(Foto @Sébastien Mathé)

Torna all’Opera Bastille Il Trovatore firmato Àlex Ollé, uno dei direttori artistici del collettivo catalano La Fura dels Baus, con la collaborazione di Valentina Carrasco, ed è un grande successo per gli interpreti, in particolare per il soprano Anna Pirozzi nel ruolo di Eleonora e per il tenore azero Yusif Eyvazov in quello del ruolo titolo.

Se l’allestimento non è particolarmente accattivante e nulla aggiunge alla storia, con la trasposizione delle vicenda dalla Spagna del Quattrocento all’epoca della prima guerra mondiale, con le maschere a gas e i cappottoni delle divise oramai visti e rivisti che hanno stancato, anche se regala qualche immagine visualmente interessante l’impianto scenico immaginato da Alfons Flores a partire da grandi blocchi che si staccano dal palcoscenico e si sollevano sino a pendere in aria, illuminati dalle luci dai disegni geometrici di Urs Schönebaum,  per suggerire i diversi ambienti: dal giardino alle tombe ai luoghi di battaglia, quest’ultimi con le trincee nei buchi lasciati vuoti dai blocchi sollevati, buchi che servono anche, proprio all’inizio dell’opera, per accogliere i fuochi accesi dai soldati di Ferrando, capitano delle guardie del Conte di Luna, pure ben interpretato dal basso Roberto Tagliavini. E quei fuochi sembrano già un’anticipazione del “tremendo foco”, il rogo che racconta la zingara Azucena e a cui lei stessa verrà condannata. Solo che le promesse non sono mantenute e le scene più drammatiche non sono poi visualmente adeguatamente supportate, la vampa non si accende.

Uno spettacolo però che conquista per la bravura degli interpreti e per la musica di Verdi che l’Orchestra dell’Opera di Parigi rende magnificamente sotto la direzione esperta del maestro Carlo Rizzi. Allestimento già visto a Parigi nella stagione 2017/18 con lo stesso Yusif Eyvazov nei panni di Manrico e al suo fianco la moglie Anna Netrebko, inevitabili quindi i confronti tra le due Anna. La Pirozzi ha senza dubbio una marcia in più nella prima parte dello spettacolo perché il suo timbro più chiaro e lirico è perfetto per le sue prime arie da giovane innamorata, a cominciare dalla cavatina “Tace la notte”; ma presto tutto precipita al dramma e Anna Pirozzi conquista il pubblico più con un’interpretazione liricamente sofferta che con manifestazioni fortemente drammatiche di dolore, spettacolari anche nei pianissimo, la Pirozzi bissando così il suo recente successo ne La forza del destino sempre all’Opera Bastille e confermandosi una elegantissima interprete verdiana. Ammirevole e trascinante è invece il Manrico di Yusif Eyvazov dal timbro, come si sa poco felice, poco suadente, e lo si nota bene in particolare nel Trovatore dove la sua prima aria è cantata da dietro le quinte con la voce quindi protagonista assoluta, ma poi Eyvazov entra in scena e la sua bravura fa dimenticare il timbro poco morbido, dopo tutto è un trovatore ma innanzitutto un soldato, la sua dizione è chiarissima, il ruolo si avverte che è studiatissimo, le parole scolpite, forse le sue pose solo un pizzico troppo sottolineate, ma le note ci sono tutte, la tensione palpabile, la sua “Di quella pira” non delude, è squillante e travolgente.

Ai due interpreti principali si affianca poi un altro ottimo cantante, il baritono canadese Etienne Dupuis nella parte del Conte di Luna, in questo caso la natura ha regalato una bella voce piena e calda e lo studio ha fatto il resto, molto applaudita la sua bellissima aria “Il balen del suo sorriso”. Invece brava ma ancora non matura per la parte, il mezzosoprano Judit Kutasi come Azucena, al suo debutto all’Opera di Parigi, che non ha commosso e riscosso il successo che potenzialmente i suoi mezzi potrebbero in futuro conquistare nella parte. Ottimo infine, chiaro e compatto, come al solito, il coro dell’Opera di Parigi diretto da Alessandro Di Stefano.

In replica sino al 17 febbraio.

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