“Love And Theft”


11 Ago 2013 - Dischi

Sessant'anni, veterano della musica con 40 anni di attività artistica alle spalle, 400 canzoni raccolte in 42 dischi ufficiali, senza considerare l'enorme quantità di cd bootleg. Cantante, chitarrista ma soprattutto poeta e profeta, Bob Dylan è ritornato brillantemente sulla scena il 10 settembre scorso, dopo quattro anni di silenzio, con il suo quarantatreesimo album, che inaugura il nuovo millennio e la sua quinta decade di musica. Il disco, che è stato prodotto da Jack Frost e pubblicato dalla Columbia Records, contiene 12 nuovi brani ricchi di immagini e racconti. “Love and Theft” è un album energico di storie ed avventure raccontate dalla sua inconfondibile voce espressiva, roca, generosa e più profonda rispetto al passato. In questo album è percepibile una forte energia che Dylan trasmette attraverso testi sofisticati, accompagnati da un altissimo livello musicale, scarno di suoni ma denso nelle sonorità . Tutto ciò lo riconferma come uno dei maggiori cantautori dei nostri tempi.
Le canzoni seguono le sonorità tipiche del suo stile: dal folk al rock e al blues passando per il country, ma vengono forse interpretate con uno spirito nuovo. Questo album segna l'ennesima svolta della sua lunga carriera; è lo stesso Dylan a dichiarare al giornale “USA Today” che le 12 canzoni di “Love and Theft” sarebbero variazioni delle 12 battute e delle melodie del blues. Nel disco Dylan attinge a tutte le tradizioni della musica americana: blues con “Honest With Me”, “Cry A While” e “Lonesome Day Blues”; rockabilly trascinante e divertente con “Tweedle Dee And Tweedle Dum” e “Summer Days”; country con “High Water”, “Po' Boy” e “Floater (Too Much To Ask)”; swing con “Bye and Bye” e “Moonlight”; infine la struggente ballata country-blues “Mississippi”, originariamente scritta per “Time out of Mind” e già incisa da Sheryl Crow.
Mr. Tambourine Man va alla ricerca delle sue radici e di quelle del suo Paese, patria del rock. Mischia passato e presente utilizzando testi colti e citazioni, nonchè omaggi al blues d'altri tempi. In “Summer Days” troviamo un riferimento a “Il Grande Gatsby” di Scott Fiztgerald (“you can't repeat the past”), nel country vecchio stile di “Floater (Too Much To Ask)” il riferimento si sposta a “Romeo e Giulietta” di Shakespeare e quest'ultimo compare anche in “Po' Boy”, dove cita Otello e Desdemona. “Hight Water” è invece dedicata al chitarrista del Delta del Mississippi degli anni '30, Charlie Patton, uno dei bluesman più famosi.
Lo spirito della terra aleggia in tutto l'album e il Mississippi ne è forse il filo conduttore per l'atmosfera languida e densa d'umori. Attraverso queste immagini Dylan ha ritrovato la forza visionaria tipica dei suoi esordi, che lo fanno apparire come uno storyteller che racconta le molteplici e suggestive verità americane con il sottofondo blues-rock-country che caratterizza la sua ultima opera.


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