Lenny


11 Ago 2013 - Dischi

Tre anni dopo “5”, Kravitz torna all'assalto delle classifiche. E lo fa come al solito, costruendo
un disco tutto da solo: “Lenny” è stato scritto, arrangiato, suonato e prodotto da Kravitz. Troppo per un uomo solo, anche se si tratta di un fuoriclasse? La risposta al disco. Stordente l'uno-due di apertura con
“Battlefield of love”, riff irresistibili per una chitarra Seventies, seguita da “If I could fall”. Si tira il freno con l'acustica “Yesterday is gone”, a metà fra Beatles e southern rock. I guai iniziano con
“Believe in me”, un lento con tappeto di violini, massacrato da una ritmica elettronica pesante come
il piombo che rende inascoltabile la canzone. Scavalcate le tastiere fuori luogo di “You were in my heart”, si torna ai riffoni di chitarra con la zeppeliniana “Bank robber man”, per chiudere con un'altra ballatona in stile Kravitz, dal titolo “Let's get high”. L'impressione finale? Un disco di canzoni splendide, che forse prodotte con un po' più di lucidità sarebbero state perfette. Ma dal
vivo, quando il sudore di Lenny sprizza fino alla terza fila, siamo sicuri che riacquisteranno tutta
la loro ruvida potenza.

(fonte: Rocking the mail)


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