La magia di The Lumineers strega il palco dello Sferisterio Live


di Elena Bartolucci

3 Lug 2023 - Commenti live!

Una vera festa fatta da grandi professionisti oltre che artisti, in cui la buona musica ha regalato un’infinità di emozioni.

(Foto di Rodolfo Marziali @rodolfo_marziali)

Macerata – Quest’anno, l’onere di inaugurare il cartellone della stagione musicale di Sferisterio Live 2023 è stato affidato ai The Lumineers. Questo famoso gruppo folk-rock americano, nominato due volte ai Grammy Award tra cui anche per il premio come “Best New Artist”, ha scalato le classifiche radiofoniche di tutto il mondo (vantando ben 21 successi al primo posto) ed è arrivato in Italia per dare il via al “Brightside world tour”.

Il concerto aveva già registrato il sold out da diverso tempo (platea e gradinate erano infatti completamente gremiti oltre ogni più rosea aspettativa), considerando che la data maceratese è una delle sole quattro tappe italiane del tour.

La tournée è stata realizzata con “Reverb”, un’associazione che porta avanti la campagna “Music climate revolution” per dare un’impronta più ecologica alla serie di concerti in calendario e coinvolgere i numerosi fan in azioni a sostegno del clima in modo da eliminare sensibilmente i gas effetto serra.

In attesa che gli ospiti d’onore facessero il loro ingresso sul palco dello Sferisterio e mentre gli ultimi ritardatari prendessero posto, il pubblico è stato deliziato da un talentuoso e giovane artista afroamericano: Abraham Alexander, il quale ha regalato con la sua chitarra una serie di brani dal gusto soul molto morbido ed equilibrato, accompagnato semplicemente dal suono di una tastiera e dalla voce di tre coristi eccezionali (2 donne e un uomo).

In leggero ritardo sui tempi di inizio previsti, il gruppo The Lumineers fa finalmente il suo ingresso.

È bastato il primo assolo di batteria di Jeremiah Fraites (co-fondatore del gruppo insieme al frontman Wesley Schultz) per introdurre l’ingresso sul palco di tutti i componenti della band e far incendiare il pubblico, il quale si è subito alzato in piedi riconoscendo le note del primo brano intonato ossia Brightside. Una ballad dal gusto morbido nonché title track che intitola anche l’ultimo disco del gruppo.

Con il secondo pezzo, Cleopatra (titolo anche del loro secondo album), il pubblico si infuoca letteralmente facendosi trascinare dalla bellezza del ritmo così avvolgente.

Dopo alcuni brevissimi ringraziamenti in italiano, la serata procede spedita con Ho hey, durante la cui esibizione tutti i componenti della band si sono allineati sul palcoscenico, uno accanto all’altro, incitando il pubblico a seguirli intonando il famoso ritornello. I loro fan in visibilio non hanno comunque avuto bisogno di troppo incoraggiamento visto che non si sono mai tirati indietro nell’intonare qualsiasi delle canzoni eseguite, seguendo di continuo il ritmo con il battito delle mani.

In successione, senza mai fermarsi, è arrivata l’esecuzione del brano Angela, in cui la dolcezza delle note del piano si sposano alla perfezione con le strofe dal gusto leggermente più marcato.

La band ha poi eseguito A.M. Radio, per la quale Schultz ha espressamente chiesto a tutti i presenti di intonare insieme “I couldn’t give you up” del ritornello, creando così un avvolgente crescendo di emozioni, in cui il pubblico si è trasformato in un coro di voci perfettamente all’unisono, mentre dal loggione fino ai primi posti si sono accese le torce di tutti i cellulari regalando davvero una magica atmosfera.

Con Dead sea, invece, è stato chiesto al pubblico di sedersi in modo da gustare la dolcezza di questo pezzo dal sapore decisamente romantico ma dal giusto ritmo grazie all’uso della batteria che viene equilibrato dal resto degli strumenti, in particolare il violino.

Il pubblico è di nuovo in visibilio quando vengono accennate le prime note di Flowers in your hair, uno dei pezzi storici del primo album della band, e Where we are, di cui il frontman ha brevemente spiegato il significato della canzone ringraziando nuovamente per la fortuna di poter cantare sul palco dello Sferisterio.

È stata poi la volta di Classy girls, in cui il violino entra in sottofondo e ammalia insieme alla voce del frontman dal timbro così caldo e riconoscibile.

Per Slow it down, invece, Schultz esegue l’intero brano completamente in solitaria sul palco in compagnia di una delle varie chitarre usate per la serata, avvolto da un incredibile gioco di luci dai toni aranciati.

È poi il momento di Charlie boy, Gloria e Sleep on the floor, ma è alle prime note del celebre brano Ophelia con cui il pubblico si infiamma di nuovo.

In contrasto con il ritmo più acceso dell’ultima esibizione, grazie ai toni delicati del pezzo Leader of the landslide la band regala un’intensa e delicata magia musicale, al cui interno viene celata brevemente una rapida cover di You can’t always get what you want dei Rolling Stones.

Il frontman ha invitato di nuovo tutti a restare seduti per gustare l’esibizione successiva, la cover molto intima e romantica di Just like heaven dei Cure, accompagnato semplicemente da Fraites al piano.

Un momento davvero unico ed emozionante che è stato poi seguito dall’esecuzione di Salt and the sea, un altro pezzo dal ritmo lento che lascia tutti seduti ai loro posti ma permette di gustare al meglio ogni momento.

In chiusura della serata la band decide di cantare Big parade e appena risuonano le prime parole del brano, il pubblico ritorna subito in piedi e si fa trascinare dal ritmo della musica.

Sulla scia delle ultime note Schultz ne approfitta per fare le dovute presentazioni dei bravissimi componenti della band: Stelth Ulvang (piano, fisarmonica, mandolino, batteria, banjo e chitarra – il quale si è lanciato in diverse acrobazie sia tra il pubblico che in virtuosismi quasi in stile parkpur sull’impalcatura di scena e la ringhiera del primo ordine dello Sferisterio), Byron Isaacs (basso e contrabbasso), Brandon Miller (chitarra, mandolino e percussioni) e Lauren Jacobson (archi e organo).

Era impossibile per i fan presenti non richiedere a gran voce un bis per una serata che nessuno voleva che finisse.

Schultz non si è fatto attendere poi molto e tornando si è appollaiato sul piano per eseguire il brano Donna a cui poi si sono aggiunti anche gli altri strumenti.

Il ritmo torna poi a essere incandescente per Submarines, in cui la batteria è la vera protagonista e detta perfettamente il ritmo del battito delle mani del pubblico.

I bis non sembrano finire e, dopo l’incredibile esecuzione di Reprise, i The Lumineers fanno incendiare di nuovo lo Sferisterio con l’ultimo e magnifico pezzo ossia Stubborn love che ha regalato l’ultima scarica di pura energia.

Il gruppo si è poi congedato per i saluti finali sulle note di Skip the light Fandango, sciogliendosi in numerosi abbracci per allentare tutta l’adrenalina della serata.

La scelta minimalista di allestimento del palco, che prevedeva l’uso di una semplice pedana realizzata per ospitare i vari strumenti su più livelli sfalsati, si contrapponeva del tutto all’enorme impianto luci, che ha regalato degli effetti incredibili per tutto il concerto, giocando su l’utilizzo multiplo di cromie dai sapori caldi e freddi e fasci di luce differenti.

Il calore di ogni pezzo e le sonorità così avvolgenti e calibrate hanno regalato un concerto serrato e di altissimo livello. Uno degli aspetti incredibili di questa serata indimenticabile è la versatilità con cui i musicisti sul palco sono riusciti ad alternarsi nel suonare vari strumenti, padroneggiando in maniera invidiabile qualsiasi sonorità e ritmo solo come i grandi artisti sanno fare.

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