Intervista ai musicisti di Proscenio Ensemble


a cura della Redazione

8 Set 2023 - Approfondimenti classica, Dischi, Interviste

In occasione dell’uscita di “Sonorités oubliées” il nuovo disco del Proscenio Ensemble di Stefano Ongaro e Cristiano Zanellato abbiamo intervistato i due musicisti.

È uscito Sonorités oubliées: 19th-Century Music for Bass Clarinet and Basset Horn il nuovo disco del Proscenio Ensemble con Stefano Ongaro e Cristiano Zanellato pubblicato dall’etichetta Da Vinci Publishing di Osaka (Giappone).

Dopo tre anni dal precedente “Ô, doux printemps d’autre fois” il clarinettista Stefano Ongaro e il pianista Cristiano Zanellato nel 2023 hanno dato vita ad un nuovo lavoro discografico a firma Proscenio Ensemble con un programma che verte sulla musica da camera per duo clarinetto basso e corno di bassetto e pianoforte.

L’album presenta brani rari e sconosciuti per clarinetto basso: il “Solo” dall’opera “Gli Ugonotti” Giacomo Meyerbeer (1791-1864) il primo assolo scritto per clarinetto basso nella storia della musica e il “Solo” di Saverio Mercadante (1795-1870) dall’opera “Emma di Antiochia”.

Del periodo tardo-romantico e andando verso l’era moderna nel disco il duo Ongaro-Zanellato affrontano altri quattro compositori con opere per clarinetto basso e pianoforte.

Friedrich Diethe (1810-1891) “Romanza” (1860) per clarinetto basso che sembra essere l’unica sua composizione pervenuta ai giorni nostri. Altra “Romanza” ma stavolta di August Friedrich Martin Klughardt (1847-1902) di carattere maestoso e semplice, simile ad un inno. Di Jules François Firmin Pillevestre (vero nome Pillevesse), il Premier Offertoire, originale per clarinetto basso e organo, composizione a carattere religioso.

Per chiudere il programma che vede protagonista il clarinetto basso troviamo il Lied (1921) di François Rasse, in cui espone tutte le qualità liriche di questo strumento ed è in grado di creare un clima molto particolare, di pace e riflessione per quanti si accingono al suo ascolto.

L’ascoltatore avrà modo poi di conoscere da vicino anche il corno di bassetto grazie alle composizioni di autori del primo Ottocento come Christian Rummel (Chretién Rummel) con “Andante Varié: tema e variazioni-polonese”: brano fuori catalogo di un compositore allora trentenne che esaltò la sua capacità compositiva per due strumenti che conosceva molto bene; seguito dal “Nocturne, op.87” di cui non è nota la data di composizione.

Si spazia poi per arrivare a Franz Danzi (1763-1826) del quale il duo esegue la Sonata op. 62 per corno di bassetto del 1824 che si presenta suddivisa in 4 movimenti: Larghetto, Allegretto, Larghetto, Allegretto.

La proposta musicale del cd chiude il viaggio fra le composizioni per corno di bassetto con il “Bolero in forma di rondò, op.40” di Charles Koch Questo brano evidenzia in modo chiaro lo slancio del virtuosismo scherzoso romantico, sempre accompagnato da una accentuata ricerca di espressività dello strumento solista.

Il disco Sonorités oubliées: 19th-Century Music for Bass Clarinet and Basset Horn è disponibile online nei maggiori digital stores ed è ascoltabile su Spotify e Youtube.

Proscenio Ensemble ci ha concesso un’interessante intervista:

D. Oggi ospitiamo Stefano Ongaro e Cristiano Zanellato del Proscenio Ensemble: grazie di avere accettato questa intervista. Stefano può presentarci in breve il progetto Proscenio?

R. Proscenio o, meglio, Proscenio Ensemble è stato fondato nel 2016 da un mio progetto artistico-musicale che all’inizio aveva il nome di LiederTrio, una formazione costituita da voce, clarinetto e pianoforte. Dopo l’insuccesso del LiderTrio ed il suo scioglimento, si è potuto procedere ad una riorganizzazione e il gruppo ha potuto costituirsi nell’attuale veste e svilupparsi. Assieme a me al clarinetto, clarinetto basso e corno di bassetto, è co-fondatrice Lucia Porri (soprano nel Proscenio Ensemble) che nel progetto iniziale ricopriva il ruolo di pianista.

La particolarità curata dall’ensemble è l’aspetto vocale. La voce come mezzo espressivo principale al fianco degli strumenti della famiglia del clarinetto e pianoforte.

Per realizzare i vari progetti musicali si sono poi inseriti altri strumenti fra archi ed altri fiati.

L’ensemble propone il repertorio più famoso ed anche meno noto per voci, clarinetti e pianoforte, ed è alla continua ricerca di composizioni da riscoprire e proporre al suo pubblico.

Esegue anche repertorio solo strumentale sempre dal risultato di progetti musicali di ricerca curati da Stefano Ongaro e Lucia Porri e legati a particolarità strumentali o particolari autori non trascurando mai la caratteristica vocale.

D. Proscenio Ensemble ha all’attivo due dischi molto interessanti entrambi usciti per Da Vinci Publishing di Osaka. Ci racconta come sono nate le idee che hanno portato alla realizzazione di questi lavori?

R. Il primo disco è proprio il frutto dell’obiettivo primario dell’Ensemble: ricercare ed evidenziare brani, anche poco conosciuti, che esaltino la “bellezza della voce come mezzo espressivo” al fianco degli strumenti della famiglia del clarinetto e pianoforte in un repertorio romantico ottocentesco. “Ô Doux Printemps D’Autrefois” in questo senso ha dato ampio spazio alla voce, coinvolgendo, oltre alla voce del soprano Lucia Porri, anche il mezzo-soprano Maria Lucia Bazza e il baritono Pierluca Porri.

Il secondo progetto “Sonorités oubliées” è nato dal desiderio di rispolverare un repertorio sotto molti aspetti sconosciuto per due strumenti “classici” ma poco noti, o, meglio, conosciuti dagli esperti per le poche composizioni del repertorio classico o per le composizioni di musica contemporanea; parlo del corno di bassetto, conosciuto in particolare per le composizioni di Mozart come ad esempio il Requiem, ed il clarinetto basso. In questo caso il mio desiderio è stato quello di evidenziare la voce di questi strumenti; due fiati e quindi particolarmente vicini alla voce umana.

D. Nel disco “Ô Doux Printemps D’Autrefois” del 2020 troviamo un programma per pianoforte clarinetto e voci, nel nuovo “Sonorités oubliées”del 2023solo clarinetto basso e corno di bassetto e pianoforte. Come mai ha voluto dare più spazio a questi strumenti?

R. Il corno di bassetto ed il clarinetto basso sono due strumenti con un grandissimo potenziale timbrico oltre che virtuosistico. Il desiderio di curarmi di loro attraverso la ricerca di un repertorio che trattasse il suono come una voce (non trascuro mai questa analogia) ha fatto sì che riscoprissi delle “perle” del periodo classico e romantico, arrivando al confine con il contemporaneo, che appunto fossero scritte come se fossero dedicate ad una voce. Inoltre, l’aver trattato brani mai incisi prima ha dato ulteriore prestigio allo studio e ricerca effettuati grazie alla collaborazione del M° Cristiano Zanellato, senza di lui tutto ciò non si sarebbe concretizzato.

D. Come da sempre il Proscenio ci ha abituato, anche dietro a quest’ultimo disco c’è un grande lavoro di ricerca: da dove si parte per delineare il programma e come si svolge poi il lavoro di ricerca storica e musicologica?

R. Alla base c’è sempre la ricerca di stimoli e lo studio. Voler conoscere il più possibile delle origini e sviluppo degli strumenti e del loro impiego oltre al fare conoscenza di compositori, anche meno famosi, che possono aver trattato nelle loro opere questi strumenti favorendone quindi una evoluzione. A questo proposito attualmente sto andando a riscoprire gli strumenti precedenti al clarinetto “moderno” e mi sto avvicinando agli chalumeau ed al clarinetto “storico” per poterne conoscere il timbro e la prassi esecutiva del periodo, proprio per dare sempre la giusta “voce” ed interpretazione alla musica scritta in un’era in cui sicuramente la raffinatezza non era trascurata.

Ascolta il disco “Sonorités oubliées” di Proscenio Ensemble

https://open.spotify.com/album/2ESmQ0zCWUTU0nrArWWCkj?si=mMpAXCq1T_Kj9Njg6H1OuA

D. Una domanda adesso per il pianista, Cristiano Zanellato: come si è trovato a partecipare alla realizzazione di questo album? È stato difficile riuscire a creare l’amalgama sonora che si riesce a percepire all’ascolto di “Sonorités oubliées”?

R. Le mie scelte – di repertorio e di collaborazioni – sono inizialmente mosse dalla stessa scintilla: la curiosità. Il mio strumento, nell’interazione con tutti gli altri assume a volte il ruolo di una “piccola orchestra” (ed è la non sempre amatissima scrittura “orchestrale”) altre volte più auspicabilmente propone una scrittura più “pianistica”. Nell’uno e nell’altro caso, l’esecutore deve aprirsi ad una ricerca di tocco e di colore coerente col carattere della composizione: una ricerca che, nel caso del “duo”, si compie appunto “in due”, il che significa prendere in carico le proprie difficoltà e comprendere anche quelle del partner. È indubbio che si tratta di un lavoro impegnativo, che richiede tempo. Ma non toglie mai tanto quanto riesce a dare.

Le precedenti esperienze che ho avuto la fortuna di fare con altri strumenti a fiato sono state sempre della massima soddisfazione. Ampliare tale bagaglio con lo studio di un repertorio destinato a strumenti così poco usuali, è un arricchimento di particolare importanza.

D. All’interno del vostro percorso artistico e musicale, avete avuto modo di esplorare vari generi e repertori. Quello cameristico è quello che vi è più congeniale? Perché?

R. ZANELLATO Forse sì. È stato un approdo molto graduale: dopo gli anni di studio giovanili (sino al Diploma, per capirsi) per un po’ di tempo il repertorio solistico ha costituito per me l’unico orizzonte. La Musica da Camera si è fatta spazio un po’ alla volta e, esperienza dopo esperienza, ha comportato un innamoramento sempre più complesso e completo verso le possibilità dialoganti del Pianoforte e un’attrazione per il “prisma coloristico” che si schiude a poco a poco con studio assiduo.

ONGARO L’attività cameristica è sicuramente un “modo” di far musica che non è mai mancato nella mia carriera, ho avuto il piacere di collaborare con gruppi di soli fiati e formazioni con archi. Questo sempre parallelamente all’attività orchestrale: l’essere diretto da grandissimi direttori mi ha insegnato tantissimo. Per quanto mi riguarda è difficile dire cosa mi sia più congeniale e collocare la musica da camera; l’attività d’insieme, che sia cameristica oppure orchestrale, è un grandissimo laboratorio di emozioni oltre che una scuola vera e propria. Diciamo che nella musica da camera posso riportare l’esperienza orchestrale fatta con grandissimi musicisti e che ho “bisogno” di fare musica per il mio benessere.

D. Stefano, con questo disco dove si propone di arrivare? Qual è il fine di questo lavoro?

R. “Sonorités oubliées” è una raccolta di brani del XIX secolo per clarinetto basso, corno di bassetto e pianoforte, una sorta di antologia. Mi piacerebbe diventasse uno spunto per coloro che intendono studiare questi stessi brani. Tante volte si trovano composizioni di pubblico dominio che però non sono state mai incise, questo è sicuramente un progetto discografico che per alcuni brani va a colmare l’assenza di incisioni. Le tracce sono pubblicate anche su spotify e youtube, quindi facili da reperire. Da insegnante ritengo che una valida finalità del progetto discografico sia la promozione di cultura e la diffusione della conoscenza.

D. Chiudiamo questa intervista chiedendo al Proscenio quali sono i prossimi appuntamenti e progetti…

R. Ad oggi abbiamo in essere tutta la promozione e divulgazione di questo ultimo disco attraverso concerti sul territorio nazionale e qualche concerto con programmi relativi al primo cd. Nuovi progetti in corso di strutturazione sono alcuni nuovi allestimenti di spettacoli musicali che coinvolgeranno altre arti oltre alla musica. La formazione, inoltre, si proporrà a breve anche con un organico che curerà la musica antica e barocca; in quelle occasioni il gruppo si presenterà come Proscenio Baroque Ensemble e, quando possibile, suonerà su strumentazioni originali. Ad ogni modo è possibile seguirci sul nostro sito web e sui nostri canali social.

BIOGRAFIE

Stefano Ongaro si è diplomato in clarinetto nel 1995, ha successivamente conseguito, con il massimo dei voti e la lode, il Master in clarinetto e musica da camera; ha inoltre ottenuto il master in clarinetto basso al conservatorio di Mons (Belgio). Finalista in numerose audizioni orchestrali, ha collaborato con le più importanti orchestre italiane: Gran Teatro La Fenice di Venezia, Teatro G. Verdi di Trieste, Orchestra di Padova e del Veneto, Teatro Lirico di Cagliari; diretto da famosi direttori: Nikša Bareza, Andrea Battistoni, Jordi Bernàcer, Myung-whun Chung, David Levi, Julian Kovatchev; all’estero nell’Orchestra “Philharmonie der Nationen” diretta da Justus Frantz. Svolge attività concertistica in formazioni cameristiche per conto di associazioni musicali e società concertistiche.

Cristiano Zanellato diplomatosi nel 1990 con il massimo dei voti e la lode, si è perfezionato conseguendo il Diploma Superiore di Perfezionamento Pianistico nel 1994 presso l'”Ecole Internationale de Piano” di Losanna (CH). Nel 2006 raggiunge, con il massimo dei voti e la lode, la Laurea Magistrale in “Discipline Musicali – Perfezionamento Interpretativo Pianistico”. Appassionato anche del repertorio vocale da camera, nel marzo 2013 partecipa al Master in musica vocale da camera ottenendo il massimo dei voti e la lode. Numerose sono le sue vittorie in importanti concorsi pianistici nazionali ed internazionali. Inizialmente orientato al repertorio solistico, ha successivamente aperto la sua attività concertistica alle più diverse forme cameristiche. Ha inoltre collaborato intensamente alla preparazione e messa in scena di produzioni operistiche (Il flauto magico, Le nozze di Figaro, Così fan tutte, Don Giovanni, Bastien und Bastienne e La finta simple di W.A.Mozart; La traviata di G. Verdi; Il trittico e La Boheme di G.Puccini, Il barbiere di Siviglia di G.Rossini).

Contatti Proscenio Ensemble

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