Intervista agli Skabomber dopo l’uscita di “Suono Illegal”


a cura della Redazione

22 Apr 2020 - Dischi

Abbiamo intervistato gli Skabomber che hanno recentemente pubblicato l’EP “Suono Illegal” per Maninalto!.

Online su YouTube “Illegal”, il nuovo video degli Skabomber, trio ska capitanato dal cantante e sassofonista Lo Spekkio, che vede la partecipazione straordinaria di Teo dei Rootical Foundation. Il video è stato interamente girato in casa dalla band utilizzando un software per video conferenze. Il tema della canzone è esplicitato sin dal titolo: la legalizzazione delle droghe leggere. Una questione mai scontata e incredibilmente attuale. “Illegal” è il primo brano estratto dall’EP “Suono Illegal”, già disponibile in streaming e in digital download.

Ecco la tracklist di “Suono Illegal”

  • Illegal
  • Mai
  • Cinico
  • Skastar

“Suono Illegal”, il primo disco di inediti degli Skabomber, affronta una tematica scottante: cose è “illegal” oggi nel nostro Paese. Il racconto, suonato in levare attraverso le quattro canzoni, pone l’ascoltatore di fronte a tutto ciò che, seppur illegale, viene tacitamente accettato dal cittadino e della società e con il quale ognuno di noi deve convivere, direttamente o indirettamente. Legalizzazione. Tematiche importanti che trovano respiro e leggerezza grazie ad una scrittura sarcastica e al tipico suono scanzonato dello Ska, capace da sempre di farci ballare e divertire, anche nei periodi più neri e apparentemente senza futuro.

“Suono Illegal” è stato composto e scritto da Specchio Luca e Domenico Santori. Testi aggiuntivi di Teo from Rootical Foundation e Kabo. Registrato presso Mirror Studio. Produzione, mix e master di Ciro Pisanelli presso Bullet StudioHanno suonatoLo Spekkio (voce e sax), “Padre” Domenico (tastiere), Alberto Tita Gallo (batteria voce). Special Guest: in “Cinico” Cippa (voce) e Noyse (chitarra) from Punkreas, in “Illegal” Teo (voce) from Rootical Foundation, in “Mai” (voce) Kabo. Gli Skabomber nascono a dicembre 2016 dall’idea di Luca Specchio (sassofonista di Matrioska, Vallanzaska e Black Beat Movement) di fondare un trio ska formato solo da tastiera, Domenico Santoro (Vallanzaska, Le Teste), e batteria Alberto Tita Gallo (Junior Sprea & The Seniors live band). Ricordi le canzoni che hai cantato a squarciagola ai concerti, che hai pagato, con cui ti sei innamorato? L’intento è far scuotere i vostri bacini a più non posso dando nuova vita e forma a quei brani storici della musica italiana in stile ska e con l’aggiunta dell’elettronica, senza dimenticare i grandi classici della musica in levare sia italiani che stranieri. In aggiunta a quanto sopra gli Skabomber ampliano il loro repertorio proponendo una selezione di brani originali, in italiano, inseriti in “Suono Illegal”, nuovo EP della band, uscito nella primavera 2020.

INTERVISTA

D. Ciao Skabomber. Da quanto esiste il vostro progetto e come è nata l’idea di formare una band? 

R. Ciao! Il progetto Skabomber nasce nel dicembre del 2016, dall’idea malsana di Luca Specchio, sassofonista dei Vallanzaska, di creare un trio con cui suonare dei grandi classici della musica italiana ed internazionale in una chiave rivisitata che prevedesse lo ska ed il reggae, come generi principali, e delle contaminazioni elettroniche. Da lì, il passo successivo fu quello di identificare gli strumenti di questo trio: la cosa era tutt’altro che facile; difatti com’era possibile mettere in piedi un gruppo che garantisse un sound pieno con solo altre due persone da scegliere? Beh, in questo caso, anche con un certo orgoglio, la scelta fu quella di fare l’esatto contrario di quello che facevano le band reggae che sostituivano i fiati con strumenti elettronici. Luca, infatti, decise di sostituire chitarra e basso con le “pianole” e per fare questo coinvolse Domenico, tastierista che da poco militava come sostituto con i Vallanzaska ma con un bagaglio di “tamarria” legato all’elettronica e l’Italo Dance. Dopodiché, la scelta del batterista ricadde su Alberto, aka Tito, batterista esperto e uomo di sostanza, l’unico dotato della necessaria “larghezza” di vedute per poter credere e spingere la cosa e poter gestire il caratteraccio di Domenico. Quindi c’era l’idea, c’era il gruppo ma mancava il nome. Il nome venne fuori durante una serata ad elevata gradazione alcolica… dopo tante parole era stato trovato quello giusto e, udite udite, anche una scaletta di cover da riarrangiare. Peccato che il nome scelto non fosse “Skabomber” ma “Bomb Ska Sound”; ci si accorse dell’errore per caso, a progetto già ufficialmente in funzione, trovando il foglietto degli appunti della serata all’interno di una giacca. Negli anni le cose sono andate avanti e, nel 2019, gli Skabomber hanno deciso di buttarsi anche sulla composizione di brani originali… Ci voleva proprio una pandemia mondiale per farci switchare dalle cover all’”original”.

D. “Suono Illegal” è il vostro nuovo EP. Quali sono le tematiche affrontate nelle canzoni? 

R. Le canzoni dell’EP affrontano delle tematiche che caratterizzano il contesto in cui ci troviamo. Cinico, ad esempio, cerca di affrontare il tema della salute e sicurezza sul lavoro mettendo in contrapposizione due diversi punti di vista, interpretati da Luca e da Cippa dei Punkreas: quello del lavoratore e quello del datore di lavoro. Purtroppo, tante volte la sicurezza è vista come un mero “costo” sacrificabile sull’altare della produttività e della bulimica ricerca di profitti legati al continuo consumo. Quello che ci ha colpito negativamente è che anche in questa situazione di emergenza ci sono stati alcuni casi eclatanti dove la salute è passata in secondo piano rispetto al profitto e questo, oggi, non dovrebbe più succedere, anche perché per colpa di qualcuno che adotta questi comportamenti “spregiudicati” si rischia di andare ad oscurare quanti, invece, hanno un’etica e svolgono le loro attività con intelligenza. Anche Mai tratta di una tematica forte: quella della violenza perpetrata da coloro che, ebbri dal potere (perché di potere si tratta), decidono che la tua esistenza debba finire per un loro capriccio. Ecco, forse anche in questo caso il potere, prima di usarlo, andrebbe gestito e usato con parsimonia visto che se qualcuno deve pagare, la punizione deve essere, tra gli altri, anche educativa e non la soluzione finale. Da ultimo Illegal: beh la tematica è conosciuta, trita e ritrita. Si parla di legalizzazione delle droghe leggere. Si, si può dire che tutti ne hanno parlato e che non è più una novità. Ma la domanda è questa: perché nel 2020 ne dobbiamo ancora parlare? Quindi, onde evitare di arricchire la malavita, il nostro approccio è di tipo “agricolo” legato all’auto produzione, sperando che un giorno i nostri governanti la smettano di lanciare slogan proibizionisti, salvo poi avere problemi di tenuta delle mascelle rifiutandosi di sottoporsi a test antidroga dopo che noti programmi televisivi scoprono che nei palazzi del potere vengono assunte sostanze ben più pesanti e pericolose.

D. Nel disco avete collaborato con amici musicisti importanti. Ci facciamo dire da voi chi sono…

R. Per questo EP abbiamo cercato una collaborazione per ogni canzone. Come prima anticipato in Cinico ci hanno dato una mano Cippa e Paolo Noyse dei Punkreas: collaborare con loro è stato davvero esaltante e poter suonare con chi fa e ha fatto la storia del “punk” italiano è stato per noi un vero privilegio. In Mai, invece, ha deciso di prestarci la sua voce Kabo, grandissimo rapper che con le sue rime ha trasformato e dato una “botta” alla canzone e ultimo, ma non ultimo, Teo dei Rootical Foundation, che invece ci ha prestato la sua voce e la sua grandissima esperienza orto-botanica per Illegal.

D. Lo ska è un genere che affonda le sue radici in Giamaica. Anche in Italia è molto amato, soprattutto da un pubblico vicino alla scena punk. Vi siete mai chiesti perché, e se sì che risposta vi siete dati?

R. Probabilmente questo rapporto è legato dalla facilità con cui questi due generi si sono fusi nel corso delle varie “ondate” e l’evoluzione di entrambi i generi. Dopodiché si tratta in entrambi i casi di generi che hanno avuto tantissimo seguito negli ambienti alternativi, fuori dagli schemi del mainstream e che hanno, pertanto, goduto spesso e volentieri di analoga platea di ascolto.

D. Fare dei progetti per il futuro in questi giorni non è semplice, ma noi proviamo a chiedervi se avete in mente qualche cosa di nuovo. R. Di sicuro non appena tutto sarà pronto porteremo fuori il nostro live show. Ci stiamo lavorando tutt’ora, ognuno a casa sua, ma non vediamo l’ora di poter tornare a suonare e provare quell’energia e sensazione che solo il palco ti può dare. Poi chi lo sa. Probabilmente continueremo la strada dei brani originali, magari senza pandemia mondiale in corso!

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