Il ventennale dell'Ensemble Vocale di Napoli


Alfredo Tarallo

11 Gen 2005 - Commenti classica

L''Ensemble Vocale' di Napoli festeggia in questi giorni i vent'anni di attività artistica. La compagine partenopea fondata e diretta da Antonio Spagnolo, nel celebrare la compiuta età con una serie di concerti, guarda oggi con orgoglio al proprio passato e ricorda con comprensibile soddisfazione le tappe principali di un percorso luminoso a dir poco.
Tocca all'Associazione Scarlatti officiare la cerimonia' che si celebra, con un concerto inutile dire, al gran Salone delle Feste' di Capodimonte, la residenza estiva di Casa Borbone, sede della celeberrima pinacoteca che Carlo III donò alla città con gesto illuminato. Al sodalizio napoletano va l'indubbio merito di aver intuito, proprio vent'anni fa, il respiro e la capacità di un complesso musicale inserendolo coraggiosamente nel proprio cartellone vicino ad astri di prima grandezza, quando l'Ensemble muoveva ancora i suoi primi passi.
Oggi l''Ensemble Vocale' di Napoli è una formazione che può orgogliosamente rivendicare il proprio percorso artistico, costruito lentamente, alla luce di una coerenza esemplare, ed esibire così un patrimonio ingente, accumulato su un lungo ed arduo sentiero che porta i nomi di Perotinus, Scarlatti, Haendel, Pergolesi, non solo, ma anche quelli di Maurice Ravel, Olivier Messiaen, Gyorgy Ligeti. Segni inequivocabili, dunque, di una rara versatilità . Ma c'è di più. Il gruppo diretto da Antonio Spagnolo è formazione che può mettere in cena un'agguerrita schiera di solisti, attinti dalle proprie fila, capaci di affrontare il repertorio madrigalistico con serena disinvoltura. Non a caso la serata a Capodimonte lascia ampio margine agli elementi di punta dell'Ensemble; nè tanto meno casuale è la presenza di Gesualdo, tradizionale punto di forza della formazione, che occupa gran parte della locandina.
E v'è da dire che nel varcare gli impervi tracciati contrappuntistici del severo Principe napoletano, sempre pronto a forzare i confini troppo ristretti del conosciuto mondo sonoro del tempo, qualche ruvidezza è inevitabile; ma la tenuta dell'insieme è solida, il governo rassicurante di Spagnolo tutto controlla con gesto tranquillo. La lunga serie di madrigali firmati da Gesualdo, Pomponio Nenna, Giovan Domenico Montella, Jean de Macque sfila in un'avvincente passerella; manca forse lo squillo abbagliante del solista di cartello, tutto si consuma piuttosto nell'ambito di un gioco di squadra attentamente preordinato ove si privilegia lo scambio e l'intesa. E l'esito conclusivo è ottimale.
La serata alla reggia borbonica è ben generosa, e la seconda parte del programma, dedicata alla musica sacra, resta tutta da godere. L'intera compagine, dunque, fa il suo ingresso nel gran Salone delle Feste'; stavolta la massa vocale trova campo libero per esibire sonorità ovattate dai contorni ben definiti, la tempra acquista pastosità coinvolgenti, e la tinta' assume contorni netti e distintivi. Anche stavolta la brochure di sala mostra Gesualdo che la fa da padrone, ma c'è spazio anche per Pomponio Nenna e Giovanni Maria Trabaci. I tratti peculiari di una Napoli felice ci sono tutti insomma, ed il quadro non potrebbe essere più completo. Ma il merito più grande di questa nobile compagine, tuttavia, è quello di aver introdotto a Napoli il gusto stesso del far musica per coro, nell'accezione più nobile del termine. Chi scrive sa per esperienza personale che fino a vent'anni fa non esisteva a Napoli una qualunque tradizione corale. Incombeva semmai, e più come una temibile ombra del passato, il mitico Coro Alessandro Scarlatti' fondato a fine anni Quaranta e diretto da Emilia Gubitosi, fratello illegittimo (e mai riconosciuto) di quell'Orchestra Scarlatti che fu prima assorbita dalla Rai negli anni Sessanta e poi indecorosamente ripudiata come tutti sanno in tempi recenti. Poi nulla più. Chi aveva la fissa' della musica corale doveva cercarsi le occasioni tra gli spazi esigui concessi da qualche parrocchia per non dire qualche retrobottega. E sugli esiti conclusivi di non poche compagini di allora, poi, stendiamo un velo pietoso. Oggi l'attività corale risplende rigogliosa su tutto il territorio cittadino ed oltre. E chi coltiva l'intenzione di praticare l'attività corale non può prescindere dalla lezione di rigore e professionalità indicati dall''Ensemble Vocale' di Napoli e dal suo direttore Antonio Spagnolo.
Questo forse, al di là di tante serate felici di oggi, ieri e domani, il dato più significativo di questi primi vent'anni di vita.

(Alfredo Tarallo)


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