“Il Figlio” al Teatro Manzoni” Pistoia


di Francesca Bruni

19 Gen 2024 - Commenti teatro

Ottima performance di Cesare Bocci, Giulio Pranno, Marta Gastini e Galatea Ranzi per quest’opera letteraria di Florian Zeller in doppia replica al Teatro Manzoni di Pistoia.

(Foto di Achille Le Pera)

Pistoia, 14/01/2024 -È andata in scena, al Teatro Manzoni di Pistoia, il 13 e 14 Gennaio la pièce “Il Figlio” tratta dal testo di Florian Zeller e facente parte della trilogia Il Padre, La Madre, Il Figlio, che in questo ultimo atto tratta delle incomprensioni generazionali all’interno del nucleo familiare.

Dopo una lunga ed interessante intervista (che potete leggere nella rubrica “Interviste” del nostro magazine n.d.r.) con l’attore Cesare Bocci, che interpreta il ruolo del padre, ho assistito allo spettacolo con la consapevolezza che il lavoro fosse qualcosa di molto attuale e di grande riflessione.

Si spengono le luci e dei pannelli scorrevoli luminosi aprono il palco, lo straordinario Cesare Bocci nel ruolo di Piero si posiziona al centro della scena ed insieme a lui entra Galatea Ranzi sua ex moglie Anna, inizia un dialogo tra i due in cui si capisce che tutto ruota intorno alla figura del loro figlio Nicola interpretato dal talentuoso Giulio Pranno, un adolescente tormentato dalla separazione dei genitori che scoprono non frequentare più la scuola da circa tre mesi.

Tutto apparentemente risulta di facile comprensione, il figlio vuole andare a vivere con il padre che adesso ha un’altra compagna, Sofia, interpretata da Marta Gastini con la quale ha avuto un altro figlio.

Con il trascorrere della visione la complessità e la drammaticità in cui si trovano i protagonisti si avvertono totalmente, trasportando lo spettatore in un dolore lancinante.

La trama via via si fa sempre più complicata, il tentativo dei genitori di capire cosa stia accadendo al proprio figlio crea al pubblico una tensione ed una disperazione nel voler comprendere perché un adolescente a cui non manca “apparentemente” niente possa ritrovarsi in uno stato depressivo grave che lo porterà ad una fine drammatica.

I due tormentati genitori tentano in tutti i modi di capire le motivazioni e di aiutare il figlio ad uscire da questo “male di vivere” che nostro malgrado coinvolge molti giovani di oggi in cui il dialogo viene meno per colpa dell’“era social”.

Durante la visione ho avvertito una certa sofferenza e smarrimento interiore che mi ha accompagnato per tutto il corso dello spettacolo, cercando di capire il motivo per cui molto spesso i genitori non riescono a comprendere i disagi dei figli portando a disastri spesso irreparabili.

Tutti i tentativi fatti da Piero ed Anna per cercare di ridare al figlio il gusto di vivere, porteranno ad un tragico finale in cui il giovane Nicola decide volontariamente di togliersi la vita, uno sparo improvviso crea un vuoto ed un gelido silenzio in tutto il teatro destando nel pubblico sgomento. 

Commoventi sono i momenti in cui il padre immagina cosa avrebbe fatto il figlio nella vita se tutto fosse andato per il meglio ed in quell’istante scorrono nella mente ricordi della mia vita.

Straordinario è il cast di attori che hanno saputo coinvolgere emotivamente lo spettatore.

Quando sono uscita dal teatro ho avvertito un forte turbamento perché bene o male tutti nel corso del nostro vissuto abbiamo attraversato momenti difficili, incapaci di saperli gestire perché troppo più grandi di noi e di quanto non esista niente di più doloroso della perdita di una persona amata.

Un’opera elegante ed attuale che lascia attoniti e che non ha bisogno di ulteriori parole, le riflessioni restano custodite nel nostro intimo.

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