‘I Capuleti e i Montecchi’ a Trieste: secondo cast


di Gianluca Macovez

9 Mar 2023 - Commenti classica, Senza categoria

Al Verdi di Trieste ‘I Capuleti e i Montecchi’ di Bellini secondo la seconda compagnia. Nuovi spunti di riflessione. Personale trionfo per Olga Dyadiv.

(Foto Teatro Verdi Trieste/VisualArt – Fabio Parenzan)

Lo spettacolo ‘I Capuleti e i Montecchi’ andato in scena al Teatro Verdi di Trieste era già stato recensito nei giorni scorsi con i cantanti della prima compagnia (leggi qui la recensione), ma l’ascolto del cast alternativo ha offerto interessanti spunti di riflessione.

La  regia di Arnaud Bernard si conferma interessante, anche se alla seconda visione emergono alcune leziosaggini che forse si sarebbero potute evitare.

Rimane positivo il giudizio sulle scene di Alessandro Camera, la seconda visione dei costumi di Carla Ricotti fa emerge una ricchezza di citazioni pittoriche di grande raffinatezza, mentre permangono dubbi sulle scelte delle luci di Paolo Mazzon.

Il coro, sotto la direzione di Paolo Longo, affronta la partitura con sicurezza, anche se ci sono degli attimi, soprattutto in apertura, in cui il volume sembra straripare, mentre l’orchestra offre ancora una volta una prova di valore, grazie alla guida raffinata del Maestro Enrico Calesso, che dimostra una grande sensibilità, oltre che una solida conoscenza, della partitura e dello stile di Vincenzo Bellini.

Apprezzati gli interventi delle prime parti di Paolo Rizzuto (corno), Marco Masini (clarinetto) e Matteo Salizzoni (violoncello).

Per ciò che concerne le voci, cominciamo da quelle presenti in entrambe le compagnie: Emanuele Cordaro e Marco Ciaponi.

Il primo interpreta Lorenzo, confermando, nonostante le corse concitate imposte dalla regia, corrette capacità vocali e credibilità scenica.

Marco Ciaponi è un interessante Tebaldo, che già aveva brillato con la prima compagnia, ma che con accanto un differente mezzosoprano è decisamente in maggiore risalto. Accattivante tenore di grazia, con un mezzo vocale dal timbro limpido, l’acuto squillante, un colore molto interessante, delinea con misura e sensibilità la figura di un giovane uomo autenticamente innamorato, sincero e per questo ancora più struggente, fin dalla prima aria. Un toccante canto d’amore, che il confronto con Capellio, dalla voce ruvida, rende ancora più intenso. Nella complessa aria ‘L’amo tanto’ regala una esecuzione elegante, attente alla  parola, riuscendo a subordinare l’esuberanza del suono, comunque senza mai sacrificarlo, ad una appassionante narrazione drammatica.

Viktor Shevcenko (Capellio), mostra una certa difficoltà nella dizione ed  nella gestualità, che appare forzata.

Sofia Koberidze è stata un Romeo poco incisivo. Vanta una voce dal bel colore, anche se decisamente muliebre; una solida professionalità che le fa reggere con sicurezza il palcoscenico; una figura piacevole; una buona tecnica. Tutti pregi che fanno presagire un futuro professionale di grandi soddisfazioni per questo giovane mezzosoprano. In questo momento, però, questo ruolo è troppo oneroso per lei, sia  interpretativamente che vocalmente; il registro, scendendo sembra meno consistente, mentre nelle note alte compaiono spesso delle asperità. Il risultato è il ritratto di un giovane poco autorevole, più entusiasta che coinvolgente, che si fa guidare più che pianificare.

Da questa situazione emerge, drammaturgicamente, Giulietta, che risulta una donna moderna e determinata, che si prodiga per mantenere un rapporto  corretto con un padre irrimediabilmente autoreferenziale, che rifiuta le profferte amorose di un affettuoso e garbato Tebaldo, che sceglie un Romeo aitante ma poco incisivo, che alla fine viene travolto dagli eventi che sembra non riuscire proprio a governare. Una situazione completamente diversa da quella prima compagnia, ma con spunti di interesse. Olga Dyadiv, che dopo una recente e discutibile incursione pucciniana, ritorna al repertorio ottocentesco, che le è più congeniale e ci regala una riuscita ed intensa lettura, musicale e scenica, della fanciulla veronese. La sua Giulietta è capace di essere ingenua, sensuale, spaventata, coraggiosa, arrabbiata, autorevole, grazie ad una variegata tavolozza di sfumature che accarezzano una voce che supera con bravura le difficoltà che caratterizzano il ruolo, anche grazie ad una evidente sintonia con la buca dell’orchestra.

Il pubblico presente, decisamente numeroso e con una ampia componente di giovani, ha tributato applausi convinti a tutti gli interpreti con innumerevoli chiamate in scena ed un personale trionfo per la Dyadiv.


Trieste, Teatro Giuseppe Verdi, stagione d’opera e balletto 2022-‘23

“I CAPULETI E I MONTECCHI”
Tragedia lirica in due atti Libretto di Felice Romani

Musica di Vincenzo Bellini

Personaggi e interpreti:

Giulietta: OLGA DYADIV

Romeo: SOFIA KOBERIDZE

Tebaldo: MARCO CIAPONI

Capellio: VIKTOR SHEVCHENKO

Lorenzo: EMANUELE CORDARO

Orchestra Coro e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste

Maestro concertatore e direttore Enrico Calesso

Maestro del coro Paolo Longo

Regia: Arnaud Bernard

Scene: Alessandro Camera

Costumi: Carla Ricotti

Luci: Paolo Mazzon

Allestimento della Fondazione Arena di Verona in coproduzione con la Fondazione Teatro La Fenice di Venezia e con la Greek National Opera.

Trieste, Teatro Giuseppe Verdi, 4 marzo 2023

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