Chrisma “Chinese Restaurant”


di Francesca Bruni

5 Ott 2023 - Dischi

Pubblichiamo la recensione dell’album dei Chrisma (Krisma dal 1980) “Chinese Restaurant”, pubblicato nel 1977 e prodotto da Niko Papathanassiou, fratello di Vangelis.

Maurizio Arcieri è presente nella scena musicale come cantante del gruppo “beat” New Dada, alla fine degli anni ’60 si conquista una notevole fama da solista con la celeberrima canzone Cinque minuti e poi… incisa nel 1968 ed è proprio in quel periodo che avviene l’incontro fortuito con una delle sue fan, la bellissima di origini svizzere Christina Moser, che diviene ben presto sua moglie.

A distanza di alcuni anni nasceranno, esattamente nel 1976, i Chrisma, denominazione data dall’unione dei loro due nomi, tramutandosi poi in Krisma nel 1980, periodo in cui realizzarono il terzo album dal titolo “Cathode Mamma”.

Belli, ammiccanti e provocatori, realizzano due singoli dal genere “sexy disco” dai titoli Amore (1976) e U (1977), ben lontano da quello che diverranno successivamente, conquistando il pubblico per il loro erotismo e sensualità esibendosi anche in varie trasmissioni televisive dell’epoca, per alleggerire il grigiore e le incertezze degli “anni di piombo” che il nostro paese stava vivendo in quel periodo.

Nel 1977 incidono il loro primo album “Chinese Restaurant” distribuito dalla Polydor Music e prodotto da Niko Papathanassiou, fratello del noto compositore Vangelis che aveva prodotto anche i loro due singoli precedenti; il duo cambia completamente rotta, le influenze “punk” e “new wave” di derivazione anglosassone prendono il sopravvento proponendo qualcosa di nuovo, non a caso il disco verrà registrato ai Nemo Studios di Londra ed ai Phonogram Studios di Milano.

Dopo il periodo “sexy disco”, i coniugi ribelli passano ad un look più austero contraddistinto da capi in pelle, spille da balia conficcate nella guancia e capelli a cresta platinati, sconvolgendo il panorama musicale italiano con il loro punk oltraggioso e performance estreme atte a provocare i perbenisti, rovesciando i canoni che imperversavano all’epoca (ricordiamo il concerto a Reggio Emilia del 1978 in cui Maurizio Arcieri si incise con un rasoio l’indice medio della mano sinistra). 

Il disco si apre con le sonorità lugubri e solenni della strumentale Thank You, pezzo dalla ritmica affannosa che improvvisamente sfocia in una distesa sonora dettata da un inquietante synth che simula il suono del “theremin” creando un’atmosfera insidiosa e surreale.   

https://music.youtube.com/watch?v=qhX6SdKzKCY&list=OLAK5uy_mMOp7ecqjrFXvqkMuFUL5X2-dXztNMXe4

La provocazione sfrontata di Christina Moser prevarica in Black Silk Stocking, la cui ritmica ripetitiva dall’elettronica algida lascia spazio ad un immaginario di donna aggressiva e magnetica; il brano termina con un riff di chitarre elettriche imponenti, passando successivamente a Lola il cui ritmo languido a passi di tango descrive a due voci una storia spregiudicata quanto drammatica.

C. Rock è caratterizzata da una strofa unica dal ritmo perpetuo ed ossessivo da suoni intergalattici ed opprimenti, cambiando totalmente con la potente What For dall’impronta più rock con sonorità graffianti accompagnate dalla voce cristallina e distaccata di Maurizio Arcieri.  

https://music.youtube.com/watch?v=X9gRepLX5XM&list=OLAK5uy_mMOp7ecqjrFXvqkMuFUL5X2-dXztNMXe4

Di matrice berlinese che rievoca David Bowie di quel periodo è Wanderlust, dove le vibrazioni dei sintetizzatori s’intrecciano con la voce di Maurizio Arcieri che si alterna tra una tonalità fredda ad un’altra più dinamica, accompagnata da un vortice post-punk violento ed accelerato. 

https://music.youtube.com/watch?v=KAU5eynaK84&list=OLAK5uy_mMOp7ecqjrFXvqkMuFUL5X2-dXztNMXe4

L’album prosegue con la struggente ballata Lycee a metà strada tra sonorità cosmiche dal sapore electro-pop ed un romanticismo dark per poi passare alle ritmiche esotiche ed a tratti galattiche di Mandoia rallentando d’intensità nel finale della canzone.    

https://music.youtube.com/watch?v=RAnpM3pLTlo&list=OLAK5uy_mMOp7ecqjrFXvqkMuFUL5X2-dXztNMXe4

Il disco si chiude con un’altra versione di Thank You, dettata dal synth Yamaha che emula il “theremin” ma stavolta con l’aggiunta di suoni cibernetici, il tutto su una ritmica lenta come forma di ringraziamento a coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo capolavoro.

https://music.youtube.com/watch?v=pZFdaz5_ovA&list=OLAK5uy_mMOp7ecqjrFXvqkMuFUL5X2-dXztNMXe4

I Krisma purtroppo ci hanno lasciato troppo presto, uniti nella vita come sui palcoscenici hanno regalato al panorama musicale italiano un pezzo di storia importante, controcorrente, audaci ed innovativi ponendosi sempre in maniera intelligente senza mai cadere nella banalità; erano anni in cui essere “scomodi” assumeva un significato sociale e culturale, in un’Italia bisognosa di cambiamenti e novità.

Ed io ho voluto omaggiarli raccontando questo affascinante e bellissimo album!

Tracklist

  1. Thank You
  2. Black Silk Stocking
  3. Lola
  4. C. Rock
  5. What For
  6. Wanderlust
  7. Lycee
  8. Mandoia
  9. Thank You

Chrisma are

  • Maurizio Arcieri: voce, polymoog
  • Christina Moser: voce, chitarra acustica

Registrato c/o

  • Nemo Studios di Londra, Phonogram Studio di Milano

Mixato da Dave Marinone e Niko Papathanassiou

Collaboratori musicali

  • Gianni Durini: batteria
  • Ezio Vevey: chitarre
  • Niko Papathanassiou: batteria, basso-synth, tastiere, percussioni
  • Keith Spencer-Allen: computer, programmazione

Arrangiamenti e Produzione: Niko Papathanassiou

Tag: , , , ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *