CCCP – Fedeli alla Linea “1964-1985 Affinità – divergenze fra il compagno Togliatti e noi – Del conseguimento della maggiore età”


di Francesca Bruni

29 Set 2023 - Dischi

In occasione della mostra inedita “FELICITAZIONI!  CCCP – FEDELI ALLA LINEA 1984 – 2024” che dal 12 ottobre 2023 all’11 febbraio 2024 sarà allestita ai Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia, Francesca Bruni, che la visiterà e ce la racconterà, ci presenta la recensione del disco “1964-1985 Affinità – divergenze fra il compagno Togliatti e noi – Del conseguimento della maggiore età”, considerato da molti una pietra miliare del punk rock italiano.

In Italia negli anni ’80 il genere musicale “punk” approdò faticosamente rovesciando i canoni che venivano imposti all’epoca, in una società dove l’apparenza contava più della sostanza e tutto veniva ostentato prepotentemente.  

Nello stesso periodo nascevano nuove realtà musicali capaci di dare uno schiaffo a questo sfacciato benestare, una tra queste era il gruppo emiliano CCCP – Fedeli alla Linea che fecero del “punk” una vera e propria ideologia, portavoce di un disagio collettivo da gridare con mera intelligenza.

Nel 1986 viene pubblicato il loro primo album dal titolo Affinità – divergenze fra il compagno Togliatti e noi – Del conseguimento della maggiore età distribuito dall’ etichetta discografica Attack Punk Records, un vero e proprio manifesto sociale che in maniera esasperata mirava a raccontare gli aspetti più bui e disperati del nostro inconscio.

CCCP (foto di Paolo Puccini)

I CCCP sono “altro”, il loro modo di esprimere concetti fondamentali risveglia le coscienze più impavide, adottando un nuovo linguaggio musicale che deriva dal punk tedesco, statunitense e dark inglese, in cui la “teatralità surrealista” presente nelle loro performance assumeva un significato diverso ed originale. 

Il disco si apre con un cupo giro di basso, per poi esplodere in un punk psichedelico al grido potente CCCP che dà il titolo alla canzone, dove la voce con tono di protesta di Giovanni Lindo Ferretti declama parole profetiche dettate dai tempi della batteria e da una chitarra frenetica magistralmente suonata da Massimo Zamboni per passare all’illusione melodica creata dallo xilofono di Curami il cui ritmo su di giri rende il brano paranoico ed ossessivo.

Mi ami? (remiscelata) è un brano caratterizzato da sonorità “folk”, con un testo surreale, ironico ed a tratti fastidioso, arriviamo alla quarta traccia del disco dal titolo Trafitto che si apre con un riff dolce di chitarra per poi sfociare in un rock più aggressivo in continua metamorfosi accompagnato da una voce che descrive fragilità e malinconie.

https://music.youtube.com/watch?v=XZVmzvbGXXM&list=OLAK5uy_lZfVzfdcp3GRPLm9EStVwAA3qOWm8ibz4     

Un ritmo sconclusionato ed impetuoso prevale in Valium Tavor Serenase che improvvisamente si spezza con un’inaspettata ballata romagnola per donarci un altro pezzo dal titolo Morire che rappresenta il disagio sociale ed un’introversione accentuata dalla voce disarmante che pronuncia “Crepa, crepa, crepa”, un vero e proprio inno generazionale, specchio di un’Italia sottomessa al potere altrui.

https://music.youtube.com/watch?v=Cws8WnORU0g&list=OLAK5uy_lZfVzfdcp3GRPLm9EStVwAA3qOWm8ibz4

Suoni dark sono presenti nella disarmante Noia in cui prevale un disorientamento d’identità, un ritmo apatico e depresso circonda la voce distaccata di Giovanni Lindo Ferretti che descrive in maniera straziante un perpetuo stato di alienazione.

https://music.youtube.com/watch?v=Jz-yvfVP_dk&list=OLAK5uy_lZfVzfdcp3GRPLm9EStVwAA3qOWm8ibz4

Il disco prosegue con il ritmo post punk ed accelerato di Io sto bene caratterizzato da una chitarra pungente che accentua il vuoto interiore ed esistenziale che vivevano i giovani dell’epoca per immergersi nuovamente nelle ritmiche cupe della bellissima Allarme le cui sonorità malinconiche dettate dalla fisarmonica e “slash” di chitarra dai toni distorti, il pezzo si conclude con una potente riscossa individuale al grido duro e tagliente di Giovanni Lindo Ferretti.

L’album si chiude con il ritmo lento e massiccio di Emilia paranoica (remiscelata) che aumenta di velocità sempre di più per poi rallentare nuovamente e proporre attimi di denuncia insieme a momenti poetici e riflessivi dal sapore underground, descrizione di come un individuo possa sentirsi disorientato, solo e frustrato per l’incapacità di non poter dare un senso al mondo in cui vive ed a tutto ciò che lo circonda, un brano che ha fatto la storia della band e non solo, come tutto l’intero disco che resterà eterno e non tramonterà mai.

Brani

  1. CCCP
  2. Curami
  3. Mi ami? (remiscelata)
  4. Trafitto
  5. Valium Tavor Serenase
  6. Morire
  7. Noia
  8. Io sto bene
  9. Allarme
  10. Emilia paranoica (remiscelata)
Luigi Ghirri, Villa Pirondini, 1990 (©️Eredi di Luigi Ghirri)

Gruppo

  • Giovanni Lindo Ferretti: voce
  • Massimo Zamboni: chitarra
  • Annarella Giudici: Benemerita Soubrette
  • Danilo Fatur: Artista del Popolo

Testi e musiche di: CCCP – Fedeli alla Linea

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