Anteprima nazionale di “Aspettando Re Lear” con Alessandro Preziosi


di Alberto Pellegrino

4 Nov 2023 - Commenti teatro

Al Teatro Piermarini di Matelica (MC) abbiamo assistito all’anteprima di “Aspettando Re Lear” per la regia e con Alessandro Preziosi.

Alessandro Preziosi

Il 27 ottobre 2023 è andato in scena lo spettacolo Aspettando Re Lear per la regia di Alessandro Preziosi, che ha interpretato con sensibilità e partecipazione il personaggio di Lear, affiancato da altri quattro validi attori come l’esperto Nando Paone (nella doppia parte del narratore e Gloucester), una bravissima Federica Fresco (nella doppia veste del Matto e Cordelia), Roberto Manzi (Kent), infine Valerio Ameli (Edmund/Edgar). Grande impegno degli interpreti, una continua sequenza di entrate e uscite non solo dal palcoscenico ma anche dai diversi personaggi che ruotano intono alla “stella fissa” di Lear. Belle le luci e suggestivi gli elementi scenografici disegnati da Michelangelo Pistoletto con le loro geometrie regolari e distorte nel segno di una razionalità/follia presente sulla scena con l’immancabile specchio “pistolettiano”, dinanzi al quale i personaggi riflettono in modo interrogativo il proprio io. Forse troppi personaggi per pochi attori con qualche caduta di ritmo e qualche ripetitività.

Quando il sipario si apre, tutto è già avvenuto della vicenda che ha travolto i personaggi della tragedia. Lear ha smesso i panni del re, ha diviso il suo regno tra le due figlie ingrate, ha scacciato l’unica figlia che lo ama e sopravvive come un mendicante diviso tra ragione e follia. Questi “superstiti” vivono in un loro mondo equamente diviso tra memoria e onirica dimensione del mito, in un susseguirsi di scene in cui ognuno espone le proprie sofferenze, le proprie ideologie, i propri sentimenti fino alla scena-madre della celebre tempesta per arrivare al finale, quando Lear e Cordelia, finalmente ritrovati e conciliati, non trovano la morte, ma escono di scena tenendosi per mano per entrare nell’eterno “paradiso” dei grandi personaggi del Teatro universale.

Alessandro Preziosi in “Aspettando Re Lear” (Photo Stefania Sapuppo)

Tutto bene possiamo dire. Ma possiamo domandarci: si è riusciti a superare la quarta parete? Il pubblico che non conosce a fondo la tragedia originale che tipo di messaggio ha percepito, che tipo di “lettura” ha fatto dello spettacolo se non ha ripassato prima il testo originale? Quando la drammaturgia non è fruibile per tutti che servizio rende al teatro?

Bisogna ricordare che Shakespeare scriveva per un pubblico che per la maggior parte non aveva alcuna preparazione culturale, eppure, riusciva a farsi capire e a intrattenerlo per ore. La riscrittura del testo da parte di Tommaso Mattei è generosa e appassionata, ma anche “pericolosa” se si mette mano a un “monumento sacro” del teatro scespiriano. Certamente il titolo dello spettacolo (forse un richiamo al novecentesco Aspettando Godot) non suggerisce una precisa chiave di lettura.

Ripensare il testo, pur con riferimenti al testo originale, rielaborare fabula e intreccio, affidare tutto a cinque attori che interpretano sette personaggi può essere operazione ardua e riduttiva. Re Lear è la rappresentazione teatrale dell’Apocalisse che finisce per travolgere tutti personaggi in una specie di Giudizio Universale che colpisce tutti, dopo che è stata travolta ogni morale in uno scontro terribile tra il Bene e il Male. Di fronte a macchinazioni e tradimenti, a finti amori filiali e ire paterne, a menzogne e violenze, saltano amicizie e affetti, rispetto umano e senso dell’onore, per cui tutto viene dominato dal nero colore della morte e, alla fine, anche Lear e Cordelia muoiono senza ricevere il premio della verità e della lealtà. Invano nel finale il superstite Edgar (citando San Paolo) ripone il futuro del regno nella carità che tutto comprende, tutto sopporta, tutto perdona, tutto spera. Non a caso la tragedia va vista come un misto di laicità e religiosità, di realismo e metafisica; andrebbe letta alla luce della filosofia razionalista (filtrata dalla magia di un poeta), dei testi biblici, della Prima Lettera ai Corinzi, della Lettera ai Romani.

Alessandro Preziosi in “Aspettando Re Lear” (Photo Stefania Sapuppo)

Nello spettacolo rimane in ombra il grande tema del Male assoluto, quando viene ridimensionato il ruolo di Edmond il Bastardo, personaggio che ha una grandezza negativa pari solo a quella di Jago, al pari pesante appare l’esclusione dei personaggi di Gonerilla e Regana, due figure femminili di una crudeltà assoluta persino superiore a quella di Lady Macbeth, talmente feroci da eliminarsi a vicenda, figlie degeneri e rapaci, lussuriose e violente, avide di potere e di sesso, l’opposto di Cordelia, vittima sacrificale casta e innocente (alter ego femminile di Gesù di Nazareth). Si tratta di personaggi machiavellici, libertini e miscredenti, che finiscono vittime della ruota della fortuna, che prima li porta in alto e poi li fa precipitare nella morte e nel nulla.

Shakespeare non ha mai amato la figura paterna, ma tocca il vertice della drammaticità con questo Lear che da padre amoroso si trasforma in un despota (“un drago e una furia”) che tiranneggia gli altri, un essere irascibile, geloso e gretto. A differenza di Macbeth, che ama il potere per il potere, Lear rinuncia al trono ma non al potere; ritiene di poter gestire il destino delle persone e invece genera la rottura di tutti i legami familiari e una serie di scontri sanguinosi. Ritroverà la propria umanità (come un novello Giobbe), quando passerà dalla parte degli infelici e dei reietti, dei mendicanti e dei folli con accanto l’onesto Kent (la fedeltà), il Matto (l’angelo custode) che lo riporta sul cammino della saggezza e della verità.

Tutto questo insieme di personaggi e di passioni confluisce in una delle grandi tragedie che vogliono rappresentare “il grande teatro del mondo”, un tema caro a tutto il teatro rinascimentale e barocco, secondo il quale la vita reale e il sogno si fondono sul palcoscenico in una affascinante “irrealtà”. Per favorire il successo di questo spettacolo, che porta sulla scena cinque fantasmi che sembrano riemergere dal passato nel segno della follia e della pietas, suggeriamo di aggiungere alla scheda di presentazione (così ben scritta) un breve ma esauriente riassunto del testo originale per favorire il coinvolgimento di quegli spettatori che non sono assidui frequentatori del teatro scespiriano.

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