Ancora sul ricordo di Mannino


Alberto Pellegrino

25 Feb 2005 - Commenti classica

L'Accademia della Libellula, diretta dal M Cinzia Pennesi, ha dedicato a Franco Mannino, recentemente scomparso, una serata che ha avuto luogo il 19 febbraio nel Teatro Vaccai di Tolentino (MC) per ricordare questo grande compositore, il quale per diversi anni ha collaborato con l'Accademia che ha portato sulla scena alcuni suoi lavori. Mannino, che era nato a Palermo nel 1924, è entrato nel mondo musicale a soli 16 anni come pianista, quindi si è affermato come direttore d'orchestra sia in campo lirico che sinfonico e la sua bacchetta ha guidato celebri orchestre in tutti i più importanti teatri del mondo. Tra gli altri prestigiosi incarichi Mannino ha diretto il Teatro San Carlo di Napoli e l'Orchestra Nazionale di Ottawa, è stato presidente dell'Accademia Filarmonica di Bologna e Accademico di Santa Cecilia; ha inoltre lasciato una sterminata produzione discografica come pianista, direttore d'orchestra e compositore. Nel 1991 ha deciso di abbandonare ogni incarico ed ha interrotto l'attività di direttore d'orchestra per dedicarsi completamente alla composizione, a cui si era dedicato fin dalla giovinezza. Autore di circa 500 composizioni sinfoniche o da camera (a Tolentino è stata eseguita Sicilia op. 621 per orchestra, arpa e voce recitante su testo di Salvatore Quasimodo), Mannino ha composto numerose musiche per film di importanti registi, ma la sua grande passione è stato il teatro musicale e tra le sue numerose opere teatrali vanno ricordate Mario e il mago (su libretto di Luchino Visconti), Il ritratto di Dorian Gray, Le notti bianche, Le teste scambiate, il musical Da Colombo a Broadway. L'opera Vivì, composta nel 1955 su libretto di Paola Masino e Bindo Missiroli, è ancora oggi una delle opere del Novecento più rappresentate in tutto il mondo (al Teatro Vaccai è stata eseguita la suite per orchestra Ritmi di Vivì). Per ricordare il Mannino operista, l'Accademia della Libellula ha messo in scena l'atto unico Il Quadro delle meraviglie composto nel 1962 su libretto di Andrea Camilleri, liberamente ispirato all'omonimo intermezzo di Miguel Cervantes. Si tratta di una “operina” molto divertente sia sotto il profilo musicale che dei contenuti. La storia è bsata sul tema vagamente boccaccesco della credulità dei semplici regolarmente beffata da chi fa dell'astuzia un mezzo di sostentamento. Tre attori girovaghi (Chanfalla, sua moglie Chirinos e un Suonatore) vanno di paese in paese con il proposito di fare denaro con i loro imbrogli e capitano in un villaggio dove si festeggiano le nozze tra il figlio del Podestà Benito Repollo e la figlia del Conservatore Juan Castrado. Chanfalla convince il Podestà a pagare una lauta somma in cambio di uno spettacolo che allieterà la festa nuziale: si tratta del celebre “Quadro delle Meraviglie”, un magica cornice dentro la quale appariranno famosi avvenimenti storici o stupendi spettacoli di fantasia, l'unico problema è costituito dal fatto che le immagini rimarranno invisibili a coloro che non hanno avuto una nascita legittima. I tre girovaghi collocano nella piazza del paese un'enorme cornice e lo spettacolo ha inizio: i tre imbroglioni dicono che all'interno del quadro si vede Sansone che fa crollare il tempio, che si svolge una corrida con un toro che carica la folla, che una bellissima donna danza completamente nuda, facendo scandalizzare le donne e suscitare voglie proibite negli uomini. Gli spettatori si agitano, partecipano e si muovono come marionette senza fili guidate dai tre girovaghi, ma nessuno confessa di non vedere niente, per paura che gli altri possano ritenere la sua nascita illegittima. L'improvvisa apparizione all'interno della cornice di una reale capitano delle guardie, il quale dichiara di essere alla ricerca di tre imbroglioni, mette in fuga i tre girovaghi e lascia sbalorditi i poveri e ingenui abitanti del villaggio. La vivace e spiritosa regia di Gabriela Eleonori ha saputo rendere la vicenda movimentata e divertente in assoluta coerenza con la partitura ben eseguita dall'orchestra dell'Accademia della Libellula sotto la direzione del M Cinzia Pennesi. Parimenti efficaci si sono rivelati sia la scenografia di ascendenze cubiste di Ada Borgiani, sia gli spiritosi ed eleganti costumi di Massimo Eleonori. Tutti bravi gli interpreti, a cominciare dagli allievi del Corso di Recitazione del centro Teatrale San Gallo, anche se una particolare citazione merita l'attore Giovanni Moschella (Chanfalla) che ha rivelato, oltre alle note capacità di interprete, insospettate qualità canore.
(Alberto Pellegrino)


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