A Grottammare la mostra di Andrea Crostelli


di Anna Indipendente

11 Ago 2013 - Senza categoria

Arti Visive: Commenti

Il 17 dicembre 2011 è stata inaugurata la mostra del pittore di Ostra (AN) Andrea Crostelli alla Galleria Opus di Grottammare (AP). La rassegna si concluderà il 14 gennaio 2012 ed è stata organizzata dall'Associazione Culturale “Rosa dei Venti. L'esposizione, inaugurata dai critici Paolo Piergiovanni e Giarmando Dimarti, rimarrà aperta fino al 14 gennaio. Alla serata inaugurale della mostra sono intervenuti gli stessi Piergiovanni e Dimarti. Il primo ha tenuto la lezione dal titolo “La libertà dello sguardo, il lungo abbraccio dell'arte di Andrea Crostelli“. Argomento dell'intervento di Dimarti è stato invece “Il biblismo mascherato di Andrea Crostelli“. Con lo stesso titolo compaiono i testi prolusivi e insostituibili di Piergiovanni e Dimarti nella pubblicazione dal titolo La libertà dello sguardo con cui Andrea Crostelli presenta i suoi lavori. Giustamente fiero della propria consapevolezza di artista, Crostelli si racconta affiancando alle illustrazioni delle sue opere brani tratti dal suo diario che definirei di bordo per rimanere in tema con i soggetti marini della sua pittura: vero incipit della pregevole pubblicazione, il testo dal diario di Andrea Crostelli muove da riflessioni sull'arte e sull'illuminazione creativa, indi perviene a certezze sempre più profonde e vissute: L'artista non è prendibile, non è afferrabile perchè sguscia via per altri mondi nel medesimo istante che ti avvicini a lui per captare, assaporare e incunearti nel mondo che impersona in quel momento . Nel testo di Crostelli compaiono illuminanti citazioni di versi di William Congdon :
Il dipingere è gesto sacerdotale
in cui l'uomo, l'artista
diventa lo stesso gesto che si compie in lui.

Con una grafica personalissima e ispirata al cromatismo marino della sua opera, l'edizione de La libertà dello sguardo in ogni pagina un segno inconfondibile dell'artista – passa dai testi di Paolo Piergiovanni e Giarnando Dimarti (che riportiamo qui integralmente) ad un testo particolare: Breve cronistoria di Pulcinelle di mare e Nudo che si immette nell'esperienza creativa e genetica dell'opera d'arte individuando in vivo le urgenze tematiche di un gruppo di dieci lavori in cui l'artista instaura lo stretto rapporto tra uccello marino e persona. Un testo indispensabile per ottenere una ulteriore chiave di lettura dell'opera crostelliana. Segue un'ampia raccolta di illustrazioni di opere di Crostelli della collezione 2011 che sostanzia e completa un volume di cinquanta pagine.
A conclusione della rassegna sabato 14 gennaio 2012, ore 18 il congedo di Andrea Crostelli con il pubblico della Galleria Opus di Grottammare sarà seguito da un Concerto di musica clavicembalistica tenuto dal M Andrea Zepponi che eseguirà , coniugando per l'occasione libertà dell'ascolto a libertà dello sguardo, musiche di Haendel, Scarlatti, Galuppi e Bach al clavicembalo.
_______________________________________________

Il biblismo nascosto di Andrea Crostelli

di Giarmando Dimarti
Non si possono leggere gli esiti ultimi della pittura di Andrea Crostelli, lievi ed essenziali, quelli cioè delle pulcinelle di mare giocate sull'idea dell'eterno femminino, se non si dipana un annoso percorso sostanziato di biblismo, quello creazionale, soprattutto nel riferimento alla massa equorea, e di poesia capace di reificare un sentire illimite nella dismisura dell'onirico. L'incipit crostelliano è qui: ampio e tremendo nella sua inindulgente volontà conoscitiva ed illativa, profondo e apocalittico nella sua irrequieta tensionalità risolutiva, sicuro ed incisivo nella sua trasposizione artistica sia essa pitturale, segnica o poetica. à questo furor arduus che agisce nel profondo, anche quando gli esiti sembrano estremamente pacificati e risolti nella duttilità preliminare di una gestualità contenuta tra figurativo e astratto.
Da sempre, o almeno dall'approdo a Nei Mari di Melville da cui, dopo una travolgente inquieta riflessione, è nata la mia sarabanda1 a lui dedicata, il composito fascinoso sentire/sensire di Crostelli diviene emanazione messianica della genesi biblica nella quale il limite antropocentrico si apre alla dismisura di una creatività aperta e l'arte, in qualche modo, ne rappresenta il segno tangibile. Le balene del mare obbediscono / alla voce di Dio; / dovrei fare altrettanto scrive in Arrampicata malinconia. Se non si tiene conto di questo presupposto, di questa profonda esigenza fideistica che legge il percorso della storia umana come ipotesi provvidenziale, si rischia di guardare l'opera crostelliana come un prodotto meramente estetico, e di scambiarla per una lettura estatica-visionaria del cosmo.
Che l'oceanicità rappresenti il tratto distintivo dell'autore ce lo dice la titolazione o i contenuti di alcune sue pubblicazioni: Nei Mari di Melville, citato, Paesi di Mare, Rimenbranze e Dentro Oceani. Crostelli sembra seguire le tracce di un universo diluviato di cui egli intuisce una metamorfosizzazione ad libitum. Si legge ne Il ratto Su questa carrozza dondolante / i cavalli, spossati, a volte si riposano, / sempre all'erta al morso del serpente, / alla rapina del fuorilegge. / Tutto ciò è il mare la nave le vele, / i tentacoli della piovra e gli agguati dei pescecani . Il mare è il luogo primevo della vita che, prodigioso ed imprevedibile nella sua continua evoluzione, annichilisce la fantasia umana con prodigi di specie sempre nuove come lo Jiburili: l'angelo delle acque. La terra diviene una proda occasionale, un prolungamento semmai della massa equorea, capace di accogliere solo tutto ciò che può essere riferito al mare, che ha attinenze acquatiche.
Correlativo alla spazialità marina, il cielo è letto come continuazione dell'equoreo e quindi è riflesso materializzato dalle contaminazioni delle superfici: uccelli e pesci possono condividere un unico habitat marinocelico; i galeoni e i velieri affollano, componendosi e scomponendosi, il mare sospeso delle nuvole o possono navigare virtualmente sulla loro ombra galleggiante e ventosa sulla sostanza dei pigmenti colorici. Siamo alla Genesi prima dell'ordinamento, della divisione partitoria e distintiva, dei sei giorni segnati da: e fu sera e fu mattino.
Le pulcinelle di mare, insieme ad altri uccelli marini come i pellicani e le sule, sin dall'inizio rappresentano per Crostelli la nonmisura di una cosmologia dell'indistinto con l'assunzione provocatoria della libertà assoluta come archetipo del caos iniziale. La loro innata gregarietà , il quietismo e la bonarietà espressi dalle goffe movenze terrestri, l'estrema perizia nel volo e nella caccia subacquea, il piumaggio ostentato nei colori fondamentali del bianco e del nero, la piccola o dell'occhio marcata di rosso e di nero, e soprattutto lo strano becco a triangolo schiacciato ai lati e quasi spavaldo nei colori rosso, giallo, blu hanno particolarmente attratto l'artista che ha finito per individuarne una sostanza totemica. Di qui l'approdo simbolico, consunstanziale pulcinella/nudofemmineo che temizza le opere recenti di Crostelli.
Se volessimo percorrere i momenti storici in cui l'arte ha prodotto l'immaginifico della compenetrazione uomo-animale dovremmo partire dagli Egizi, passare per l'antica Grecia, toccare il Medioevo e giungere al contemporaneo Alberto Savinio. Ma l'unicità del nostro sta in una sentita ed espedita connaturalità capace di produrre per endogenesi il segno dell'identità : Crostelli costruisce una dimensione nuova, una identità metamorfizzata con un richiamo forte alla precarietà delle forme, alla loro capacità di autogestire il proprio dna. Si intravvede un rutilio vitale, un informe che ripercorre a ritroso la strada cosmogenetica della vita. Si tenta la possibile soluzione in una tensione massimale di svestimento dell'essere. Si circuisce la luce ed il segno per mettere in discussione la propria avventura. Il colore è semplicemente alibi temporale. Si anima il presente di oniricità fatta carne. La mente scioglie i lacci corporei e prende il largo tra realtà ed estasi. La navigazione non prevede rotte nè tantomeno approdi. Lo straordinario ha il senso della quotidianità . Il divenire è colto in un delirio conoscitivo e annichila l'opacità dell'ombra. Si intravvede ciò che è ab aeterno in mente Dei.
Grottammare, 19 ottobre 2011

La libertà dello sguardo, il lungo abbraccio dell'arte di Andrea Crostelli
Paolo Piergiovanni
La cultura è l'ultima cosa che rimane quando si è perso tutto. Perdendo tutto nella consapevolezza del sentire, Andrea Crostelli lascia a noi spettatori stupefatti, la possibilità di ritrovare e ritrovarsi lezione del Novecento le nostre e le sue emozioni. Tradurre la sua arte in esplicazioni critiche equivale a certa omissione di tutto quello che le sue opere cercano di trasmettere, dentro od oltre la soglia della conoscenza.
Quello che farò è sempre un'espressione nuova . Queste parole che Crostelli mi disse in un felice incontro di fine estate, mi diedero la vana illusione di cogliere il cuore della sua arte. L'illusione sparì repentina quando aggiunse Dipingo solo l'essenziale . Cos'è allora l'essenziale? La deflagrante vena immaginifica vanamente arginata da una labile rete di pudore e un sottile senso di inadeguatezza in realtà è l'espressionismo con il quale l'ostrense convive tra gioia e sofferenza. Probabilmente anche questa si rileverà un'illusione.
Gli attori della sua figurazione, dalle pulcinelle di mare fino alle armoniche forme del gentil sesso, trovano sempre un condiviso riscontro nell'osservatore. La superficiale tranquillità , che le immagini riconoscibili evocano, può svilupparsi in molteplici direzioni. La più comune è quella attraverso la quale, esaurita la breve fase della scoperta, passa alla soddisfazione dello sguardo che si conclude in un tenue ricordo di pochi attimi. In altri (rari) casi la figurazione riconoscibile ci consente di iniziare a dialogare con noi stessi e con l'artista, cosciente ermeneuta di nuove emozioni. Questo è quanto riescono a fare gli olii crostelliani.
Partendo dalla sua fenomenologia figurativa Crostelli vince il pretesto di superficie per inoltrarsi nei meandri del sentire. I protagonisti delle opere, dismettendo gli abiti dell'apparire, acquistano progressivamente il loro spessore significativo. La pulcinella evidenzia ora il veicolo fondamentale dell'identificazione. Una curiosa, buffa e innocua creatura diviene piano piano protagonista, assurgendo come riferimento la propria peculiarità , ora valore aggiunto. Non sappiamo se sovrapposizione o tratto autobiografico dell'autore. Non ci interessa.
Quello che al contrario occorre esplorare sono le trasversalità di questa soluzione: lo svilupparsi costruttivo mantenendo la propria identità ; il fare parte integrante ed empatica di una relazione; e quindi una declinazione visiva dell'abbraccio, gesto liberatorio e catartico a lui tanto caro, sia figurato che reale. La profondità dell'immagine continua nella libertà dello sguardo e non si sottrae all'indagine mentale che si posa sui nudi, realizzati in un petto di emozione nel quale batte un cuore di colore.
Le figure femminili, dolcezze dai rimandi materni, racchiudono in loro l'ambivalenza sospesa dell'accoglienza e del sostegno. La femminilità è colta nel suo insieme, mentre le componenti del corpo come le gambe o le mani, richiamano a caratteristiche di temperamento e vitalità che sembrano uscire dal contesto della figurazione per delinearsi come tratti psichici e forza morale, non più condizione fisica. Crostelli crea liberamente, senza memoria consapevole del suo percorso e della sua cultura. Le opere si compiono con l'istinto irrazionale del sentire. Il pennello è spinto frenetico con l'impulso del dire. La parabola magica che porta la traduzione del pensiero in opera si compie in un momento. L'ansia del coglierlo si stempera nella composizione che prende forma, spesso preceduta da affanno e sempre compiuta con impeto. Come uno scultore che nella materia grezza vede racchiusa solo l'opera da estrarre, così Crostelli distilla le figure dal suo caliginoso serbatoio mentale. In questo momento, quando la sofferenza e il sollievo, la compiutezza e lo sgravio esplodono confondendosi, egli intuisce che ha solo una soluzione alla sua condizione: deporre le visioni per condividerle. Porgerle alla libertà dello sguardo dello spettatore.
Con sè il nostro porta un fardello dal peso di una piuma. Si tratta del suo magistero pittorico, della lezione dei grandi maestri, di ciò che ha creato: quello che di suo scompare e riappare. L'arte di Andrea Crostelli è un lungo abbraccio che sgorga da misteriosa genesi. Il resto è libertà dello sguardo.
Senigallia, 2 ottobre 2011
_________________________________________________

Didascalia per Tango di Andrea Crostelli

Il ricordo di una serata estiva, di un ballo di paese con le sue luci
balenanti che si stagliano nell'oscurità circostante: sopita emozione ora più
dolce e levigata dal lento scorrere della memoria.
Le luci si sono trasformate in essenziali colori che danzano con le figure.
Rivive, nella tavolozza residua delle rimembranze, il sentimento più intenso
che l'artista coglie nel proprio intimo, carpendo l'atmosfera vissuta e mai
dimenticata, restituendo il sapore e il profumo di quella magnifica notte.

Paolo Piergiovanni
(Anna Indipendente)


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *