Roberto Bolle & Friends: un marchio di qualità all’Arena di Verona


di Elena Bartolucci

26 Lug 2023 - Commenti danza

La danza e la magia sotto la pioggia hanno regalato uno spettacolo ricco di emozioni e pura meraviglia.

(Foto di Andrej Uspenski)

Roberto Bolle in “Sphere”

Verona – mercoledì 19 luglio, presso la meravigliosa cornice dell’Arena di Verona, è andato in scena il galà della danza, Roberto Bolle & Friends, un format di contaminazione creato ormai nel 2008 allo scopo di portare la danza classica e moderna in luoghi inediti.

Approdato in Arena nel 2012, da allora è rimasto un appuntamento regolare e amatissimo dal pubblico con cui è possibile ammirare le maggiori star del balletto internazionale, chiamate a esibirsi insieme al maestro di cerimonie Roberto Bolle.

Per il 100esimo anniversario di Arena di Verona Opera Festival 2023, però, Bolle ha confezionato uno show completamente rinnovato sia nel cast che nel programma, in cui sono stati infatti presentati diversi inediti e una nuova creazione.

Lo spettacolo alterna un repertorio misto fra classicità e modernità contemporanea, con cui è stato possibile ammirare oltre a Roberto Bolle, étoile del Teatro alla Scala di Milano e guest artist al Royal Ballet di Londra, ben dieci incredibili artisti provenienti dalle più prestigiose istituzioni del Balletto internazionale: un cast d’eccezione, fra attesi ritorni e debutti areniani, come Bakhtiyar Adamzhan (principal dancer dell’Opera di Astana), William Bracewell, Melissa Hamilton e Yasmine Naghdi (primi ballerini del Royal Ballet di Londra), António Casalinho (primo solista del Bayerisches Staatsballett di Monaco), Madoka Sugai (prima ballerina del Balletto di Amburgo), gli international guest artist Toon Lobach e Casia Vengoechea, nonché Timofej Andrijashenko e Nicoletta Manni (primi ballerini del Teatro alla Scala).

La prima esibizione è intitolata Alma porteña, una coreografia firmata da Massimiliano Volpini, un passo a due tra Nicoletta Manni e Roberto Bolle (da subito acclamatissimo dal pubblico non appena ha fatto il suo ingresso sul palcoscenico). I due ballerini hanno danzato sulle musiche originali di Astor Piazzolla eseguite dal vivo dal magistrale violino solista di Alessandro Quarta.

La prima parte più energica ha dato poi spazio a un secondo momento più passionale in cui si notano maggiormente i passi di danza legati al tango. Mentre prima il violinista era di fianco al palco, nel proseguo ha come interrotto l’idillio tra i due ballerini e ha continuato a suonare il suo strumento saltando in piedi sull’unico elemento di scena ossia un tavolo a lato. Come la musica è diventata più forte e vibrante, l’energia che scaturisce tra i due performer è palpabile, regalando prese ammalianti e linee meravigliose.

Il programma della serata prosegue con Le Fiamme di Parigi, una coreografia firmata da Vasilij Vainonen sulle musiche di Boris Asafiev, per la quale lo sfondo dei gradoni dell’Arena si tingono dei colori della bandiera francese. I due artisti Madoka Sugai e António Casalinho hanno deliziato, a turno, il pubblico con una serie di assoli dal numero imprecisato di virtuosismi, piroette e salti dal gusto etereo in cui hanno dato prova della notevole tecnica che li contraddistinguono nonché del grande senso del tempo musicale. La loro piccola statura non può assolutamente fuorviare lo spettatore, data la loro incredibile precisione nelle linee asciutte proprio come nelle varie prese.

Per la terza esibizione in programma, Infra (originariamente commissionato dal Royal Ballet, Convent Garden), torna Bolle insieme a Melissa Hamilton, una delle sue partner abituali. Questa volta i due performer si cimentano con un moderno passo a due, con cui hanno regalato pathos e al tempo stesso un forte romanticismo e grande intensità sulle note musicali di Max Richter. Entrambi hanno lasciato il pubblico a bocca aperta incantando con la loro splendida tecnica e una incredibile grazia anche nei più piccoli movimenti. Una espressività interpretativa tale da consentire di mettere ancora di più in evidenza una raffinata lettura dei singoli passi della coreografia davvero potente e di grande impatto di Wayne McGregor.

Con la quarta esibizione, Romeo e Giulietta, il pubblico può finalmente gustare una performance dal sapore decisamente classico in compagnia dei due danzatori Yasmine Naghdi e William Bracewell, i quali si sono esibiti in una coreografia di Kenneth MacMillan sulle musiche di Sergej Prokofiev.

La ballerina fa capolino inizialmente dall’alto dell’androne principale mentre il ballerino si aggira in modo furtivo ai lati, celandosi dietro un lungo mantello nero. Non appena i due riescono a congiungersi inizia la vera magia. La leggiadria di ogni movimento sulle punte e il romanticismo sprigionato in ogni sguardo e bacio rubato rende l’intera costruzione del balletto un perfetto esempio di cosa sia la vera danza classica.

La serata prosegue a ritmo serrato con un duetto maschile di stampo moderno intitolato Les Indomptés che riesce ad ammaliare tutti i presenti sin dalle prime note di Wim Mertens.

L’incredibile coreografia di Claude Brumachon con ripresa coreografica di Benjamin Lamarche vede Bolle danzare con Toon Lobach: due fisicità completamente diverse a tal punto da stupire maggiormente per il modo con cui si riescono a fondere l’un l’altra.

Movimenti impulsivi e quasi meccanici vengono controbilanciati da prese conturbanti, in cui i corpi dei danzatori sono spesso avvinghiati tra loro ma con una squisita eleganza.

Si torna poi a uno dei balletti classici per eccellenza, Il corsaro, coreografato da Marius Petipa sulle musiche di Riccardo Drigo. I due artisti sul palco, Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, hanno ammaliato il pubblico con linee perfette, incredibili piroette e volteggi lunghissimi, con cui hanno dimostrato una notevole prova di resistenza in termini di complessità tecnica.

L’esibizione successiva Carmen coreografata da Amedeo Amodio sulle musiche originali di Georges Bizet ha visto il ritorno in scena di Melissa Hamilton con Roberto Bolle.

Nonostante le premesse ottime del balletto iniziale, non è stato possibile gustare a pieno la messa in scena di questo ammaliante pas des deux , dato che a metà dell’esibizione è iniziato a piovere e c’è stato un fuggi fuggi generale del pubblico per ripararsi all’asciutto.
Dopo una lunghissima pausa a causa della pioggia battente che non sembrava voler proprio smettere e dei fulmini che illuminavo a giorno il cielo sopra l’arena veronese, l’incredibile lavoro delle maestranze ingaggiate per asciugare il palco hanno consentito allo spettacolo di riprendere con “I”, un balletto contemporaneo di grande effetto scenico, coreografato da Philippe Kratz. I due artisti, Casia Vengoechea e Toon Lobach, hanno danzato meravigliosamente sulle suggestive musiche di Soundwalk Collective.

Nonostante la pioggia fosse tornata imperterrita a metà balletto, i due performer hanno dimostrato una professionalità senza pari continuando a danzare sotto l’acqua che stava letteralmente inondando di nuovo il palcoscenico.

Proprio per preservare l’incolumità dei ballerini Madoka Sugai e Bakhtiyar Adamzhan che avrebbero dovuto danzare (sulle punte) il famoso Don Chisciotte di Marius Petipa sulle musiche di Ludwig Minkus, è stato annullato dal programma.

Il pubblico, il cui sconforto era palpabile e si era ormai arreso all’idea di non poter gustare la fine del gala di danza, è stato invece ripagato dalla grande professionalità di un veterano come Roberto Bolle.

Il suo smisurato amore per il pubblico gli ha infatti fatto affrontare la pioggia battente esibendosi in uno dei pezzi più suggestivi della serata nonché una nuovissima creazione di Mauro Bigonzetti, Sphere.

Un assolo costruito in modo davvero equilibrato e intenso sulle musiche di Alessandro Quarta, che ha concluso degnamente la serata lasciando letteralmente senza fiato, perché ha messo in evidenza sia l’innata possenza fisica che l’incredibile e carismatica presenza scenica del ballerino, il quale non si è risparmiato in alcun modo.

La sfera gigante al centro del palco era sia un ostacolo da contrapporre che un peso da sollevare, intorno alla quale Bolle è riuscito a intessere una serie di passi e movenze a dir poco perfetti. Una capacità comunicativa sublime affidata non solo alla tecnica ma soprattutto all’espressività di ogni parte del suo corpo, il tutto messo in evidenza dal gioco di luci sul palco e dall’incredibile magia regalata dalla pioggia incessante. Un capolavoro artistico di grande impatto che resterà impresso nella memoria di tutti gli spettatori, bagnati ma fortunati, che hanno potuto assistervi dal vivo. 

Lo spettacolo, che sulla carta sarebbe dovuto durare appena un’ora e mezza, si è invece protratto fino a tarda serata per colpa delle avversità metereologiche. La magia di un luogo sacro come l’anfiteatro veronese è quasi stata messa in secondo piano dalla bravura non solo dell’étoile piemontese ma anche di tutti gli altri incredibili compagni di viaggio sul palco.

La danza è classica, contemporanea, multiculturale e aperta. La danza unisce e divide. La danza è libertà di saper giocare con i repertori tradizionali e al contempo inventare coreografie dal gusto più moderno. La danza è tutto questo e molto di più: se oggi una fetta crescente di profani si è avvicinato a questo mondo è merito di ballerini e performer come Bolle che hanno fatto conoscere diversi stili ma hanno anche sdoganato il cliché che la danza può essere apprezzata solo da professionisti o addetti al settore.

Roberto Bolle and Friends è realizzato in coproduzione con ARTEDANZASRL. L’incredibile light design è firmato da Valerio Tiberi.

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