Passione di Bach al Regio
Luca Rossetto Casel
7 Apr 2001 - Commenti classica
Torino (Teatro Regio, 13-18 marzo 2001).
La Passione secondo Giovanni in forma scenica: questa l'insolita proposta del Teatro Regio nell'imminenza della prima Pasqua del nuovo millennio. Si tratta della seconda volta in Italia (la prima, realizzata da Pier Luigi Pizzi per la Fenice di Venezia, risale al 1984); e della prima a Torino. L'allestimento si mantiene fedele allo spirito dell'oratorio, con un'azione essenziale, libera da ogni elemento superfluo, da ogni eccesso di spettacolarità ; e per questo efficacissima.
Lo stesso discorso vale per i costumi, le scene e le luci. Nel mezzo del palcoscenico campeggia la scabra struttura nella quale ha luogo l'azione, che nell'isolamento dal coro ne evidenzia la funzione di commento nei corali e al tempo stesso lo riporta alle sue origini, il canto dei fedeli all'interno della liturgia luterana; dunque, nel nostro allestimento, l'idea di teatro-nel-teatro -se non nuova, sempre attuale- e la rievocazione si vengono a trovare indissolubilmente intrecciate. Su questa stessa linea, i costumi sembrano voler rappresentare una sintesi tra antico e moderno; e su tutto vengono proiettate le suggestive immagini che, ora sullo sfondo ora al centro dell'azione, ne accennano, senza mai definire troppo nettamente, gli ambienti fisici e, soprattutto, morali.
La Passione, dunque, appare posta fuori dallo spazio e dal tempo, nel suo valore universale; in una parola, nella sua assolutezza.
Ora, mi pare che il rischio che la messa in scena di una Passione bachiana possa comportare sia quello di sovraccaricare l'opera stessa la cui destinazione originaria non è il teatro, ma la chiesa- e il suo spettatore; rischio, sia detto subito, qui accuratamente evitato dall'interpretazione data da Cristophe Rousset e dall'Academia Montis Regalis. La lettura del direttore francese, infatti, improntata più alla leggerezza che alla retorica, smussa la drammaticità corrusca della partitura per cavarne una dinamicità da far pensare, in taluni momenti, a un Bach alla veneziana , se mi si passa l'espressione: ciò appare chiaro fin dall'inizio, dalla fluidità imposta alle quartine del coro d'apertura (Herr, unser Herrscher). Anche la non piccola quantità di strumenti impiegati nella realizzazione del basso continuo si muove nella direzione della ricerca di una varietà sempre lieve, piuttosto che in quella della ricerca dell'elemento debordante , come spesso va di moda oggi. Le prime parti suonano con personalità , ben inserite in un'orchestra accurata in quanto a timbro e a intonazione.
Sul palcoscenico, i cantanti formano un gruppo omogeneo, all' interno del quale spiccano Josè van Dam, che disegna un Gesù di pacata asciuttezza, bene in linea con la scelta interpretativa leggera di Rousset e con l'essenzialità di Plaza, e Kurt Azesberger, il cui Evangelista è espressivo quanto necessario al ruolo. Il coro, come di consueto, appare impeccabile e mostra di sapersi adattare ai diversi colori della partitura.
Del libretto, che contiene, oltre al testo tedesco con traduzione a fronte, una nutrita messe di articoli, vorrei segnalare particolarmente i contributi di Alberto Basso e di Enrico M. Ferrando, che offrono spunti di riflessione tanto ai neofiti quanto agli appassionati e anche- agli addetti ai lavori .
Il pubblico, che ha seguito lo spettacolo con una partecipazione costantemente alta, ha tributato a questa nuova realizzazione un'accoglienza entusiastica, con tanto di standing ovation finale.
SCHEDA: JOHANNES-PASSION (Passione secondo Giovanni), Oratorio in due parti per soli, coro e orchestra BWV 245 Musica di Johann Sebastian Bach. Versione in lingua tedesca con sopratitoli in italiano
Personaggi e Interpreti. Elizabeth Norberg-Schulz (Soprano), Wilke te Brummelstroete (Contralto), Jeremy Ovenden (Tenore), Christian Gerhaher (Basso), Kurt Azesberger (Evangelista tenore), Josè van Dam (Gesù, baritono), Paolo Rumetz (Pilato, baritono), Paolo Stupenengo (Pietro, baritono), Nicoletta Baù (Una ancella, soprano), Andrea Semeraro (Primo servo, tenore), Ernesto Alejandro Escobar Nieto (Secondo servo, tenore), Christophe Rousset (Direttore d'orchestra), Josè Carlos Plaza (Regia), Francisco Leal (Scene e luci), Pedro Moreno (Costumi), Enrique Marty (Progetto visuale), Javier Rà iz Alegrà a (con la collaborazione di), Riccardo Fracchia (Assistente alla regia), Maria Filippi (Assistente ai costumi), Bruno Casoni (Maestro del coro), ACADEMIA MONTIS REGALIS, CORO DEL TEATRO REGIO, Nuovo allestimento Teatro Regio Torino
(Luca Rossetto Casel)