Morto Carlos Kleiber


20 Lug 2004 - News classica

VIENNA – L'olimpo degli “dei in frak” perde un altro grande direttore d'orchestra: l'austriaco Carlos Kleiber è morto il 13 luglio scorso dopo una lunga malattia. La notizia è stata data oggi, a sepoltura avvenuta, nel rispetto di quella riservatezza che ha contraddistinto tutta la sua vita. Kleiber, 74 anni, era considerato tra i più grandi direttori viventi sebbene le sue esibizioni, negli ultimi tempi, si fossero fatte sempre più rare. “Sale sul palco solo quando ha il frigorifero vuoto”, disse di lui una volta l'illustre collega Herbert von Karajan.
Perfezionista, uomo e artista complesso, spesso faceva infuriare i direttori dei teatri e il pubblico annullando all'ultimo momento concerti in cartellone. Era un uomo molto discreto, soprannominato per questo “il maestro della riservatezza”: Kleiber non ha mai rilasciato un'intervista in tutta la sua vita. E di lui restano pochissime incisioni.
Nato a Berlino, figlio del direttore d'orchestra austro-argentino Erich Kleiber, fuggì in Argentina con la famiglia per protesta contro il regime nazista. Riacquistò la cittadinanza austriaca solo nel 1980. Proprio in Argentina, nel 1952, iniziò la sua carriera di direttore: il debutto fu al teatro de la Plata di Buenos Aires. Tornato in Europa, fu costretto dal padre a studiare chimica all'università di Zurigo. Ma la passione per la musica rimase al primo posto: il suo debutto fu a Monaco. Dal 1964 al 1966 diresse l'Opera di Zurigo, poi lavorò a Stoccarda e di nuovo a Monaco. Salì per la prima volta su un podio viennese solo nel '73, quando diresse il 'Tristano' all'opera di Stato. Nel 1978 eseguiva la 'Carmen' in una messa in scena di Zeffirelli e nel 1985 la 'Boheme' di Puccini. Nel 1989 e nel 1992 gli fu affidata la direzione del concerto di Capodanno. Trionfo assoluto fu la direzione nel 1994 del 'Rosenkavalier', sempre nella capitale austriaca.
E' “la scomparsa di un gigante, un gigante solitario”, ha detto della sua morte Riccardo Muti. “Ci sentivamo spesso, ogni volta che io andavo a Monaco ci incontravamo. Veniva ogni tanto alle mie prove, lui che era molto schivo e timido, non gli piacevano i posti troppo affollati”. “Ogni sua interpretazione – ha concluso il maestro Muti – era imprevedibile, nuova, piena di elementi che ci lasciavano sgomenti”.
Per i filarmonici di Vienna, Kleiber è stato il “direttore ideale”, allo stesso livello di Toscanini, Furtwaengler, Boehm, Karajan e Bernstein. Il direttore dell'Opera, Ian Holender, ha detto di lui: “Cercava nell'arte quello che nessuno trova: l'assoluto”. Le sue incisioni della Quinta sinfonia di Beethevon e della Quarta di Brahams sono un riferimento assoluto per i musicologi e gli amanti della musica classica.

(Tratto da www.repubblica.it)


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