Matteo Sau, il video di “Eggià”


a cura della Redazione

22 Mar 2024 - Dischi, Video

Presentiamo il videoclip di “Eggià”, ha anticipa il secondo album del cantautore sardo Matteo Sau, “Quanto mi costa la felicità”, uscito ieri 21 marzo.

Dopo l’anteprima su Tgcom24 è disponibile sul canale YouTube del cantautore cagliaritano Matteo Sau il videoclip del brano “Eggià”, per la regia di Francesco Deplano.

Il videoclip di “Eggià” ha anticipa l’uscita dell’album “Quanto mi costa la felicità”, disponibile dal 21 marzo su tutte le piattaforme digitali e successivamente anche su supporto fisico.

Matteo Sau firma testi e musiche del suo secondo lavoro in studio, prodotto e distribuito dall’etichetta La Stanza Nascosta Records.

Quando non si sa più cosa rispondere, quando non si ha più la forza di far valere le proprie ragioni – racconta Matteo Sau quando si prende atto di qualcosa, anche se non piace, si risponde “eggià”. Questo brano con sonorità rock racconta la storia di due persone che, dopo tanti anni vissuti insieme, non sanno più capire cosa sia la felicità perché questa si è impastata con l’abitudine. Il brano è un loop circolare in cui la paura di cambiare contrasta la voglia di scappare. E così la fuga diventa un inseguimento e un attraversare le ore aspettando che passino.

Ecco che il video – prosegue Sau – prende la forma di un viaggio nella mente, fatto di gesti quotidiani usurati, di momenti incessantemente replicati tanto da far sembrare i giorni tutti uguali. Quello che un tempo sembrava una novità si trasforma in una litania in cui il tempo sembra non passare, ma si combatte per farlo passare. Un loop temporale che ha trasformato la novità in stanca consuetudine, le attese nel rimpianto di non aver saputo rinnovare ogni gesto e farlo sembrare ogni volta diverso, inedito. Tutto diventa banale come una camminata, in un’altalena costante tra l’affetto e la fuga. Il protagonista del video vive domandandosi costantemente “quanto mi costa la felicità” e quanto sia alto il prezzo da pagare per mettere fine a un’agonia fatta d’amore e di abitudine.

Francesco Deplano, il regista, spiega: Ho girato questo video in formato anamorfico, utilizzando delle lenti con artefatti ed aberrazioni cromatiche in grado di dare alla narrazione un’oscillazione tra il pensiero e la realtà, tra i ricordi e il vissuto presente. Ho scelto una fotografia che restituisca all’occhio la poca chiarezza dei pensieri del protagonista del brano, che solo in alcuni casi si ritrova a elaborare riflessioni lucide e “luminose”.

  • Regia, riprese e montaggio video: Francesco Deplano
  • Testo e musica: Matteo Sau
  • Arrangiamento: Salvatore Papotto
  • Matteo Sau: voce, pianoforte, chitarre
  • Salvatore Papotto: basso, synth, drum machine

BIO

Matteo Sau è nato, vive e lavora a Cagliari. Ha collaborato con numerosi musicisti in progetti che spaziano dalla musica popolare a quella del Sud America. Ha lavorato con scrittori e attori per portare in scena reading-concerto e spettacoli teatrali, di cui ha curato le parti musicali sia attraverso la composizione di brani originali sia mediante la rilettura di brani già editi. Ha partecipato a progetti di promozione culturale e preso parte a festival quali il Marina Cafè Noir e Cuncambias. Ha collaborato con scrittori come Francesco Abate, Daniele Biacchessi, Leonardo Padura Fuentes, Stefano Tassinari e Maurizio De Giovanni. È autore dei testi e dei brani musicali dello spettacolo teatrale La stanza di Michelangelo(2023).

Ha all’attivo l’album Qualche giorno dopo la luna (Prodotto da Stefano Guzzetti e pubblicato da Caracò nel 2015). Il disco, all’interno del quale è contenuta anche una rielaborazione del brano Ho visto anche degli zingari felici, di Claudio Lolli, ha come tema portante il tempo e la sua percezione. Attimi che diventano infiniti e lunghissimi periodi che si possono riportare a brevi fotogrammi. 

Eggià (testo)

Cercami, perché tanto io riuscirò sempre a nascondermi
Perché in fondo tu lo sai che fantasia, non ne abbiamo mai avuta
Sempre e solo verità, quella non c’è mai piaciuta
Ma questo lo sapevo già 
E ora abbracciami, perché lo fai sempre quando pensi che sia l’ultimo 
E poi guardare indietro pensando basterà a recuperare il tempo 
Quando il gioco finirà, saranno poi parole al vento
Ma questo lo sapevo già 
Ora abbiamo un’altra faccia che perde pezzi e tu lo sai 
Frantumiamo desideri, frustrazioni e vanità
Aggrappati a due sorrisi che non ci facciamo mai
TI ricordi le domeniche passate qui in città? 
I nostri giorni, attraversare tutte le ore che trascorrono
E ci spiamo con dolcezza e malinconia, a frugare i nostri errori
O cercare libertà, guardando ore ed ore fuori
Ma questo lo sapevi già 
Ora lasciami, e scappa come si scappa dalle nuvole
Non girarti indietro e non cercare fantasia
Accompagna la mia faccia alla porta e poi vai via
Non pensare che mi piaccia ma negli addii non c’è poesia 
Era tutto molto bello, quando inizia già si sa
Tutto quanto era migliore fino a quando non finirà 
E qualcuno se n’è andato, qualcuno poi ritornerà
Tranne quelli che son morti di quelli poi si parlerà

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