Macerata: intervista al contrabbassista-compositore Stefano Scodanibbio


Vincenzo Pasquali

27 Lug 2002 - Commenti classica

Al teatro Lauro Rossi di Macerata il 19 luglio Stefano Scodanibbio ha presentato in prima esecuzione italiana Oltracuidansa, concerto per contrabbasso e nastro a otto canali. La prima esecuzione assoluta di Oltracuidansa per contrabbasso e nastro a otto canali, è avvenuta al Festival Eclat di Stoccarda nel febbraio scorso. Di quest'opera dice lo stesso autore-esecutore: Un viaggio nelle viscere del contrabbasso. Generato dal profondo e proteso verso le altitudini “Oltracuidansa” non è una replica al famoso monologo del Contrabbasso di
Patrick Sà skind. Piuttosto aleggia avanti e indietro come un sogno felice e come un incubo, il dramma esistenziale di un amore appassionato ma impossibile. Un'aura di suoni rotanti e scintillanti, tutti generati dal contrabbasso stesso, avvolge l'ascoltatore che assiste allo svelamento anche
scenico di tecniche di ogni sorta. “Oltracuidansa” è un continuo petting dell'autore con il corpo, a misura d'uomo, del suo alter ego che viene sfregato, accarezzato e irretito in un erotismo tenero e violento dalla teatralità irripetibile della messa in gioco totale.

Abbiamo incontrato Scodanibbio durante la XX Rassegna di Nuova Musica di Macerata e lo abbiamo intervistato.

D. Iniziamo parlando del contrabbasso: uno strumento a cavallo tra la musica colta e il jazz.

R. In effetti il contrabbasso è uno strumento che ha visto una rinascita proprio nel Novecento. Prima è stato sempre considerato uno strumento non solista e quei pochi rari esempi di interventi solistici, che si ritrovano nella musica classica, sono veramente episodici, solo col Novecento il contrabbasso acquista una fisionomia autonoma e indipendente, da una parte appunto col jazz, e poi con la musica contemporanea. Questa rinascita, nella musica europea, non è avvenuta nè con la prima scuola di Vienna nè con Stravinskj e neanche con la scuola di Darmstadt. Bisogna aspettare la seconda metà del Novecento per vedere il contrabbasso come strumento protagonista, solista, mentre invece il jazz già appunto dagli anni '30, 40 utilizzava lo strumento in funzione solistica. Cosi' il jazz e la musica contemporanea hanno ridato vigore a questo strumento che era considerato un pò il figlio goffo e impacciato della famiglia degli archi.

D. E dal contrabbasso invece alla musica contemporanea? Vorrei capire anche come mai ti sei dedicato alla musica contemporanea, non solo in qualità di compositore.

R. Già prima di iniziare a studiare al Conservatorio avevo interessi musicali verso la nuova musica, sono sempre stato abbastanza curioso per quello che si faceva di non consueto e verso gli aspetti meno usuali e piu' sperimentali della musica, quindi appena ho iniziato a studiare mi sembrava naturale rivolgermi subito al repertorio contemporaneo del contrabbasso, anche come compositore. Mi è sembrato subito evidente come il contrabbasso fosse uno strumento carico di potenzialità inesplorate, proprio in virtu' di quelli che una volta erano considerati i limiti e gli aspetti negativi dello strumento (la grandezza dello strumento, la lunghezza delle corde, il registro grave, ecc.). Ecco, ora tutto questo si è ribaltato in positivo offrendo una gamma di possibilità difficilmente riscontrabili in altri strumenti ad arco.

D. Come sei arrivato alla Direzione Artistica della Rassegna di Macerata?

R. Direzione Artistica è un termine forse esagerato per un piccolo festival come la Rassegna che è nato e cresciuto grazie all'entusiasmo di pochissime persone. Anche in questo caso mi sembrava naturale, appena iniziata la mia attività di concertista e compositore (i primi anni '80), allargare il campo d'azione all'organizzazione della musica contemporanea della mia città .
20 anni di musica contemporanea a Macerata penso che siano un piccolo miracolo per l'Italia dove non ci sono molti altri esempi a questi livelli.

D. Oltre 500 opere rappresentate in 20 anni. Tutto il 900 è stato esplorato, in questa che può definirsi quasi un'antologia.

R. Si, si, è iniziato nell'83 con pochissimi mezzi a disposizione. Abbiamo fatto i primi 6 concerti all'Abbazia di Fiastra (allora era la sede della Rassegna di Nuova Musica) e abbiamo continuato poi al Teatro Lauro Rossi con tante prime esecuzioni, anche commissioni d'opera, portando a Macerata, senza presunzione, la crema dell'interpretazione musicale contemporanea e alcune delle figure compositive di primo piano nel panorama musicale mondiale. Alcuni nomi: Bussotti, Donatoni, Sciarrino, Berio, Estrada, M. Stockhausen, Uitti, Sparnaay, Damerini, Arditti, de Saram, Recherche…fino ai Neue Vocalsolisten di quest'anno.

D. Parliamo delle difficoltà incontrate sulla strada di questa avventura.

R. Le difficoltà sono state tante e di ogni sorta, la virtù solo una: la pazienza.

D. Sono d'accordo sulla pazienza, perchè resistere per 20 anni con una rassegna di musica contemporanea in una città e in una regione dove c'è lo strapotere della lirica… Che rapporto c'è tra questi due settori? C'è un filo di possibile collaborazione per il futuro? Perchè nei comunicati stampa compare il Macerata Opera e l'Associazione Sferistereo.

R. MacerataOpera e la Rassegna di Nuova Musica collaborano ormai da molti anni, questo rapporto credo che sia molto importante per entrambi e mi auguro che in futuro possa essere ancora più stretto. Di produzioni liriche contemporanee ce ne sono in Italia e ancora di più all'estero. Il fatto che Macerata Opera abbia presentato delle opere del 900 (da Maderna a Kurt Weill) è di assoluto rilievo.

D. Si, ricordo, e ne ho anche scritto con entusiasmo. Ci sono state delle buonissime produzioni. C'è qualche collegamento tra questa rassegna e realtà italiane similari?

R. Si, ci sono non dirette collaborazioni ma comunque rapporti molto amichevoli e anche di frequentazione reciproca tra il Festival di Macerata e altri festival, altre realtà , le poche realtà di musica contemporanea appunto in Italia come il Festival Angelica di Bologna o Traiettorie di Parma. Sono realtà musicali molto importanti e molto vive, tra le poche appunto che esistono e che non sono legate a una logica di scambio o di pura accademia.

D. Ho letto nel comunicato stampa del movimento Rinascimento Strumentale (fondato nel 1983) che è nato inaugurando le programmazioni della Rassegna di Macerata. Volevo sapere un po' di più. Questa rassegna ha anche sostenuto produzioni ed artisti. Ho visto, in questi anni, anche autori ed esecutori marchigiani crescere dietro la Rassegna.
R. Penso che sia uno dei risultati della Rassegna di aver presentato un po' per prima certi autori, alcuni interpreti e averli anche fatti conoscere al pubblico maceratese e al più grande pubblico della musica contemporanea internazionale perchè, come si sa, i programmi, le registrazioni poi girano in tutta Europa e anche in America, e aver appunto contribuito al lavoro di alcuni compositori e interpreti ci fa molto piacere, ne siamo abbastanza fieri, marchigiani ma non solo marchigiani, anche a livello nazionale tanti giovani esecutori sono cresciuti (cresciuti magari è una parola un po' forte, però hanno un po' iniziato le loro attività ) proprio qui.

D. E il futuro? Il prossimo anno ci saranno dei nomi anche marchigiani, da Mondelci a Mazzoni, da Bongelli a Ottaviucci…

R. Si, c'è questo progetto di presentare una panoramica della musica statunitense del 900 con un accento particolare proprio sulle figure più sperimentali anche se il meglio della musica americana è quasi tutta sperimentale proprio per vocazione sua, con degli interpreti quasi tutti italiani a parte Lucas Fels il violoncellista dell'Ensemble Rècherche che avevamo avuto l'anno scorso e la partecipazione direi straordinaria proprio di due musicisti americani Terry Riley che ritorna a Macerata e John Hassell. Ci sono molti musicisti, come puoi vedere da questo anticipo di programma, anche perchè l'ultima serata sarà dedicata all'esecuzione di In C , questo grande lavoro di Terry Riley del 64 che ha lanciato un po' il cosiddetto movimento minimalista, quindi tutti i musicisti che suoneranno nelle quattro serate si ritroveranno poi nell'esecuzione di In C che richiede un certo numero di esecutori e questo sarà , penso, uno dei climax della prossima rassegna…

D. Al di là di questo programma ( made in u.s.a. ) sicuramente affascinante, ci sono delle anticipazioni per i prossimi anni?

R. Ci sono molte idee naturalmente, molti progetti, le idee sono sempre in eccesso rispetto alle realizzazioni. Da quest'anno la Rassegna ha iniziato a produrre dei CD, ne è appena uscito uno dedicato a Fernando Mencherini per la casa tedesca col legno . Ora stiamo terminando la produzione di un CD di musiche di Tonino Tesei per pianoforte (suonato da Fausto Bongelli) che è stato registrato l'anno scorso, e ora è in fase finale di montaggio. Uscirà in autunno per la casa discografica New Albion , di San Francisco. Ci sono poi altri progetti: un ritratto di una grande figura cosi' come avevamo fatto tre anni fa con Luciano Berio, che potrebbe essere Mauricio Kagel o Karlheinz Stockhausen, ma sono progetti che richiedono anche un impegno finanziario notevole, che speriamo di avere.

(Vincenzo Pasquali)


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