“L’anima della lirica” a Pesaro


di Andrea Zepponi

21 Mar 2024 - Commenti classica

Concerto dei vincitoridelConcorso Lirico Internazionale “Tebaldi-Gigli-Corelli” al Teatro Rossini di Pesaro. Vincitrice la georgiana Ekaterine Buachidze.

Concerto dei vincitori con la FORM

A Pesaro il fermento della lirica si fa sentire: quindi non più solo Accademia e manifestazioni rossiniane estive (e scusate se è poco!). Ora abbiamo la prima edizione del concorso intitolato a Renata Tebaldi, a Beniamino Gigli e a Franco Corelli, giganti della lirica marchigiana – dunque finalmente si investe sulla marchigianità – che si è chiusa domenica 17 marzo in pomeridiana alle ore 17 con il Concerto finale dei vincitori in quello che si può acclamare “la Scala marchigiana”, il Teatro Rossini di Pesaro, città Capitale italiana della cultura 2024. I giovani cantanti che si sono esibiti a fianco della FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta da Alessandro Bonato, sono i cinque premiati della competizione: il mezzo-soprano Ekaterine Buachidze (Georgia, 1° premio), il basso-baritono Christian Pursell (USA, 2° premio ex-aequo), il soprano Yerang Park (Corea del Sud, 2° premio ex-aequo), il soprano Mar Morán (Spagna, 3° premio ex-aequo), il tenore Hyun-Seo Park (Corea del Sud, 3° premio ex-aequo).

Abbiamo avuto modo di apprezzare tra il pubblico le qualità e le doti dei giovani vincitori – tra oltre 160 candidati registrati – dalla prestigiosa giuria presieduta da Dominique Meyer, sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano, e composta dai rappresentanti dei più importanti enti lirici marchigiani: Ernesto Palacio, sovrintendente del Rossini Opera Festival di Pesaro, Enrico Lombardi per la Fondazione Rete Lirica delle Marche, Vincenzo de Vivo, direttore artistico della Fondazione Teatro delle Muse di Ancona, Paolo Gavazzeni, direttore artistico dell’Associazione Arena Sferisterio di Macerata, Riccardo Serenelli, direttore artistico Associazione Villa InCantoGigli Opera Festival di Recanati, Gianni Tangucci per la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, e il prof. Ludovico Bramanti, docente del Conservatorio Rossini di Pesaro.

Alla cerimonia di premiazione che ha anticipato il concerto finale hanno partecipato Marco Perugini, presidente del Consiglio comunale di Pesaro, e i rappresentanti degli enti partner che hanno messo in palio alcuni premi speciali, oltre a quelli previsti dal bando di concorso: Ekaterine Buachidze è stata selezionata dalla Fondazione Renata Tebaldi di San Marino per l’accesso diretto alla finale del Concorso internazionale di canto Tebaldi 2024; la cantante georgiana sarà inoltre inclusa nella rassegna estiva 2024 organizzata dalla WunderKammer Orchestra di Pesaro e all’interno del Gigli Opera Festival 2024 promosso dall’associazione Villa InCanto; quest’ultima ospiterà nella stessa manifestazione anche il tenore Hyun-Seo Park.

Il Concorso Lirico Internazionale Tebaldi-Gigli-Corelli” è la nuova iniziativa a promozione della lirica istituita dalla Regione Marche e coordinata dal Consorzio Marche Spettacolo. La competizione, promossa dal Comune di Pesaro, si è svolta al Teatro Rossini di Pesaro da martedì 12 a venerdì 15 marzo 2024 ed è stata annessa al programma di Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024.

Molte le dichiarazioni di soddisfazione da parte di esponenti del livello organizzativo e amministrativo della lirica marchigiana, una per tutte, quella di Katiuscia Cassetta, presidente del Consorzio Marche Spettacolo la quale rileva che il successo di questa prima edizione conferisce prestigio a tutta la Regione Marche e premia lo sforzo sinergico di tante istituzioni del territorio. L’affluenza di candidati, ben 160, e i due ex-aequo tra i premi finali dimostrano, inoltre, la qualità delle giovani voci giunte a Pesaro negli ultimi giorni e anche coloro che non hanno vinto hanno manifestato di voler scegliere una carriera difficile e di dedizione perché quello di cantante lirico è pur sempre un mestiere di grande importanza: saranno loro ambasciatori di bellezza e d’italianità.

Il Concorso proseguirà con buoni pronostici perché le iscrizioni per il prossimo sono aperte fino al 31 dicembre e ne stanno già arrivando molte altre.

Insomma, l’anima della lirica si manifesta come competizione, in primo luogo, perché diventare cantante lirico è percorso formativo di tutta la persona e mai come oggi si richiedono prestazioni performanti per salire sulla scena lirica. I valori della competizione, insiti nell’opera anche a livello musicale (si ricordino i vari certami tra cantante e strumento del ‘700) valgono ancora per selezionare i requisiti dei novelli protagonisti della lirica e per formarne il carattere. Inoltre, il canto lirico italiano e, ovviamente, il belcanto sono stati rilanciati a livello globale come patrimonio dell’Unesco. Pertanto, si nota, con qualche furtiva lacrimuccia, che tra i vincitori del concorso non c’è nessun italiano, ma ciò, a pensarci bene, depone a favore dell’internazionalità di tutta l’operazione.

Orchestra FORM con la vincitrice Ekaterine Buachidze

Bellissime e importanti erano tutte le voci, ma un fascino particolare emanava il mezzosoprano Ekaterine Buachidze la quale ha esordito, dopo una fervida sinfonia del Nabucco verdiano, staccata impetuosamente da direttore e orchestra, in modo piuttosto neutro esibendo soprattutto l’arte del legato e del recitativo arioso in Sgombra è la sacra selva dalla Norma di Bellini per poi fare fuochi di artificio in chiusura di concerto in Nacqui all’affanno e al pianto dalla Cenerentola rossiniana: profilo scenico molto accattivante, carisma e sicurezza, un timbro molto pastoso, non forgiato appieno da un repertorio percorso in tutta la sua vastità e un’agilità stagliata dal colore vocale convincente in tutta l’estensione esercitata nell’ultimo brano proposto.

Non da meno gli altri, a cominciare da Christian Pursell, basse-baritone di ottimo stile scenico-vocale il quale ha interpretato, secondo parametri belcantistici, l’aria di Leporello dal Don Giovanni mozartiano, “Madamina, il catalogo è questo” variando le frasi reiterate con figurazioni di passaggio dal disegno elegante, dotato di squisita capacità di smorzare il suono e riprenderlo forte.

 Indi il tenore Hyun-Seo Park alle prese con una delle arie pucciniane dalla tessitura più impervia, “Che gelida manina” dalla Bohème pucciniana che ha risolto senza cambiare l’aspetto timbrico e l’ampiezza nel momento apicale del brano.

Indi il soprano lirico di coloratura Mar Morán che ci ha offerto l’aria e cabaletta dalla Sonnambula di Bellini, “Ah, non credea mirarti… Ah, non giunge” affrontata con uno spessore dinamico e una proprietà belcantistica notevoli, vorremmo però che la tecnica si sentisse anche nelle note acute e sovracute dove la voce insorgeva in modo piuttosto chiaro per non dire da soprano leggero, anche se l’ampiezza rimaneva costante.

Intanto l’orchestra ammanniva un superbo Intermezzo dalla Manon Lescaut di Puccini e una irresistibile sinfonia della Gazza ladra di Rossini tanto che pareva essere tornata a casa quella musica che l’autore stesso fece eseguire nel teatro pesarese. Applauditissima.

Infine il soprano, lirico di coloratura anch’ella, Yerang Park ha sciorinato, con qualche scolasticismo, parte della scena della follia della Lucia di Lammermoor di Donizetti cominciando da “Ardon gl’incensi” e finendo con un fluviale mi bemolle sovracuto, senza affrontare la cabaletta “Spargi d’amaro pianto”: ottimi erano tutti i parametri soprattutto della sonorità e della dizione e il suo secondo premio è motivato probabilmente dalla perfezione di emissione e dal flusso di suono ampio ed esteso. Meno fluente il suo certame nella usitata cadenza con il flauto.

Insomma, tutti i giovani cantanti hanno le carte in regola per affrontare una carriera. La platea ricolma, a giudicare dagli scroscianti applausi, era soddisfatta per questa espressione della lirica tradizionale che ci ha riportato ai bei tempi passati e dato qualche speranza per il futuro. Nessuno, tra i nomi delle succitate personalità della lirica, era accanto ai vincitori a presentare il concerto che ha avuto comunque il meritato rilievo grazie alla cartellonistica esterna e ai programmi di sala interni.

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