La trasformazione tecnologica dell’industria musicale, tra metaverso e IA


a cura della Redazione

4 Mar 2024 - Approfondimenti live, Varie

Una riflessione su alcuni aspetti dell’influenza, nel mondo della musica, dell’Intelligenza Artificiale e della Realtà Virtuale, dalla produzione alla fruizione anche live.

L’incessante avanzamento delle tecnologie sta rivoluzionando sensibilmente anche il panorama dell’industria musicale, alle prese con l’introduzione di sistemi innovativi che affiancano e in parte sostituiscono il lavoro degli artisti. L’uso di nuove tecnologie come la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale ha portato infatti cambiamenti significativi, ridefinendo non solo le modalità di fruizione della musica, ma anche il modo in cui essa viene creata e proposta durante gli spettacoli, una rivoluzione che fa storcere il naso a molti addetti ai lavori, ma che in realtà va capita e analizzata a fondo per riconoscere vantaggi e svantaggi.

Foto di rashid khreiss su Unsplash

Intelligenza artificiale e processo creativo: quale legame esiste

Una delle tecnologie che sta influenzando maggiormente e in maniera più controversa il mondo della musica è l’intelligenza artificiale (IA), che sta ormai giocando un ruolo sempre più importante nel processo di creazione di brani musicali. Esistono, infatti, tante nuove app e siti web, come Aiva e Soundraw, che permettono quasi a chiunque, anche a chi è alle prime armi, di creare musica in pochi secondi, con risultati tutt’altro che pessimi. Tutti questi strumenti sfruttano proprio l’IA per generare sequenze di note, combinare strumenti musicali diversi e addirittura generare testi e creare voci fino a dare vita a brani totalmente inediti.

Proprio questa novità ha dato vita a discussioni molto accese riguardo alla reale opportunità di usare l’intelligenza artificiale nell’industria musicale, perché secondo molti artisti ed esperti il rischio è quello di sminuire eccessivamente il lavoro umano per arrivare a prodotti creati in serie, senza sentimenti reali. L’IA applicata all’arte viene vista, in pratica, in maniera molto differente rispetto a quanto si può osservare in altri ambiti, come quello dell’intrattenimento digitale, dove questi sistemi rappresentano una soluzione avanzata a problematiche di sicurezza e gestione dei servizi. Nei casino e nelle poker room online, per esempio, l’intelligenza artificiale è già una presenza costante e di successo, che permette da un lato di offrire giochi sempre più personalizzati nei temi e nei livelli di difficoltà e, dall’altro, di garantire una maggiore protezione dei dati personali e finanziari e meccaniche di gioco più imparziali, migliorando dunque su più fronti l’esperienza complessiva degli utenti. Diverso, però, è il discorso legato all’arte e alla creazione di musica: in quest’ambito, infatti, alla base dei più grandi capolavori vi sono sempre l’esperienza umana e la rielaborazione di emozioni e sensazioni, elementi che nessuna tecnologia può riprodurre. Insomma, le macchine potranno sicuramente combinare informazioni e dare vita a melodie e voci interessanti, come accaduto con il brano “Runaway Love” realizzato con il software Copilot ed eseguito da una cantante virtuale, ma da qui a parlare di sostituzione degli artisti c’è uno spazio infinito.

Foto di Aditya Chinchure su Unsplash

L’uso della realtà virtuale nei concerti

Un impatto importante sull’industria musicale è anche quello che arriva dall’uso della realtà virtuale e aumentata, tecnologie in costante miglioramento che promettono di avere un ruolo sempre più centrale, soprattutto per ciò che riguarda la fruizione di eventi e spettacoli musicali. Nel settore dei concerti, per esempio, sono già diversi gli esempi di esibizioni virtuali tenutesi nel metaverso, un’opzione che riesce a combinare l’emozione dell’evento live all’opportunità di essere “presenti” sotto il palco senza spostarsi fisicamente, quindi abbattendo le barriere geografiche e temporali.

I vantaggi potrebbero essere notevoli, non a caso anche artisti molto noti come Justin Bieber hanno già debuttato in contesti virtuali, mentre le case discografiche sono sempre più aperte a collaborazioni con le piattaforme di VR, come nel caso di Warner Bros, che ha stretto un accordo con The Sandbox per creare un parco a tema musicale all’interno del metaverso, offrendo ai fan l’opportunità di partecipare a concerti esclusivi di artisti come i Green Day.

La realtà virtuale, però, apre interessanti scenari anche nel campo degli spettacoli “tradizionali”: se la partecipazione agli eventi virtuali è un’opzione sempre più apprezzata, anche più significativo è l’uso della tecnologia per arricchire l’esperienza sensoriale di chi partecipa ai concerti in sala. Uno degli esempi più interessanti in tal senso è quello della musicista Stefania Passamonte, fondatrice della London Academy of Music, che ha messo in atto una performance che ibrida la musica classica con realtà aumentata, virtuale e mista, in cui si aggiungono nuovi elementi al semplice ascolto (per esempio la neve “virtuale” durante l’esecuzione de “La tempesta di neve” di Liszt).

Un’iniziativa che sta destando grande interesse e, grazie alla quale, Passamonte avrà l’onore di esibirsi in diversi Paesi, dalla Gran Bretagna all’Arabia Saudita, a dimostrazione delle potenzialità che un sapiente uso della tecnologia può offrire all’arte.

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