Il Borodin Quartet incanta al Camerino Festival


Francesco Rosati

12 Ago 2004 - Commenti classica

Camerino (MC) 11 agosto 04 – Il Camerino Festival ha vissuto un'altra serata esaltante con il concerto del Borodin String Quartet, la storica formazione russa che si è esibita nella splendide cornice dell'ottocentesco Teatro Filippo Marchetti. Davanti ad un folto pubblico proveniente da tutta la regione, e oltre, il mitico quartetto ha eseguito nella prima parte il Quartetto n 13 op.86 di Myaskovsky e uno degli ultimi capolavori di Ludwig van Beethoven, la Grande Fuga op.133. Splendida è stata l'esecuzione del quartetto di Myaskovsky (1881/1950), dal quale emergevano tutte le caratteristiche dei compositori di area russa: grandi slanci emotivi, momenti di tensione ritmica e melodica, senso del tragico. A soddisfare il più intellettuale degli ascolti ha contribuito poi, in maniera determinante, La Grande Fuga op.133 di Beethoven, un pezzo tumultuoso, livido, raramente disteso, costruito su un disegno di otto note angoloso e ruvido. Originariamente concepita come finale del Quartetto op.130 (1825), la Grande Fuga è un colossale edificio polifonico di 741 battute, che si sviluppa senza soluzione di continuità , con episodi ora liberi ora severi: dall'Overtura, alla doppia fuga iniziale, dalle 2 fughe centrali alle invenzioni che vi alternano con continua, strabiliante rigenerazione di materiali. Il Borodin Quartet ne ha offerto una lettura severa, rispettosissima della partitura, senza indulgere in interpretazioni di tipo romantico, ma dandone una lettura astratta, purissima, senza tempo.
La seconda parte del concerto vedeva sulla scena anche la pianista Ludmila Berlinskaia che con il Quartetto Borodin si rendeva protagonista della splendida esecuzione del Quintetto op.81 di Antonin Dvorak. Il Quintetto in la maggiore op.81 per pianoforte e archi è un lavoro di altissimo livello artistico, sicuramente da annoverarsi tra i migliori del maestro boemo. Scritto nell'arco di tre mesi, tra l'agosto e l'ottobre del 1887, dispiega nei 4 movimenti di cui è composto un'inventiva ispirata, esuberante, di immediato potere comunicativo, dove convergono i temi caratteristici dell'autore: temi popolari straordinariamente nobilitati, nostalgie pensose, estrose impennate, atmosfere contemplative. Il tutto ordinato secondo un progetto formale non schematico, eppure assai solido, persuasivo, che tende a disegnare un diagramma più emozionale che intellettuale. L'interpretazione del Borodin ha commosso ed entusiasmato allo stesso tempo il pubblico che ha decretato all'ensemble una vera e propria standing ovation. Sono seguiti dunque due bis: lo Scherzo tratto da un Quintetto di Shostakovich (esecuzione memorabile!) e la ripetizione di una parte di un tempo dell'opera di Dvorak. Concerto indimenticabile!
Per maggiori informazioni sui prossimi appuntamenti del festival si può chiamare la Segreteria (0737-636041) nei seguenti orari: 10-13; 17:30-19:30.

(Francesco Rosati)


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *