Francesco Mascitti, storia di un fotografo.


di Emanuela Gizzi

23 Apr 2021 - Altre Arti, Eventi e..., Arti Visive

Francesco Mascitti ha la passione per la fotografia, è un cultore del buon vino, della montagna e del giardino, qui ci parla un po’ di sé.   

(Tutte le fotografie sono di Francesco Mascitti)

La fotografia per diletto

Vi presento Francesco Mascitti.

Sono spesso in giro a trovare storie che sappiano lasciare dei messaggi di bellezza. E mi imbatto in artisti che sono tali dalla nascita, persone che hanno nel sangue e direi anche nel cuore un talento che si mescola alla voglia di sognare.

E ne fanno una filosofia di vita senza troppo ostentarla, spesso è solo un palcoscenico per loro stessi. E non per gelosia. Non chiedono altro che trasformare ogni giorno la loro vita in qualcosa di molto vicino al bello. Questo concetto, fate attenzione, può sembrare piuttosto banale, ci poniamo tutti la domanda “ma a chi non piace circondarsi di cose belle?”

Eppure, se da un lato ho la fortuna di imbattermi in persone che vale la pena conoscere, come Francesco Mascitti, che sono naturalmente predisposte all’arte, dall’altra invece c’è anche la massa dei dormienti. A cui importa poco o niente di tutelare il nostro “intelletto”, farne una risorsa.

Chi è Francesco Mascitti

E quindi esiste un mondo sommerso, bellissimo, che trovi solo se cerchi.

Francesco Mascitti è un operatore Rai, ha il suo lavoro, gli piace, si rapporta con molte persone ed è sempre sul palco con grandi artisti perché imbraccia la steadycam. Ma Francesco è anche i suoi viaggi e la sua macchina fotografica.

Viaggiare con la fotografia

Quindi gli chiedo un’intervista perché so già di trovare quello spessore di bellezza che cerco spudoratamente tra la gente. Ho avuto il piacere di fargli già altre interviste e mi ha aperto sempre i suoi piccoli mondi interiori. Si potrebbe scavare all’infinito nell’anima di una persona che ha tante cose da raccontare, e trovare sempre una chiave di lettura diversa.

In questo articolo ci diciamo di quanto i viaggi e la fotografia viaggino di pari passo e di quanto è importante per chi scatta emozionarsi. Non tutti cercano di catturare delle immagini per una forma di vezzo, molti hanno in testa semplicemente dei pensieri e sentono la necessità di renderli sostanza.

Sentirsi cubani

Francesco mi parla dei suoi viaggi in America Latina e mi confida che tra Cuba, il Messico e l’Argentina, il mondo cubano è quello che gli è rimasto più impresso.

“La primissima volta è stata formativa, volevo capire cosa volesse dire vivere a Cuba. E quando ne percepivo i contorni mi sembrava giusto fermarli su una fotografia. Volevo crearmi un mio reportage che abbracciasse la cultura e la politica, il modo di sentirsi cubani.
Poi ci sono tornato perché ne sono rimasto affascinato. Entrambi sono stati viaggi di un mese circa: atterravo a Santiago de Cuba, affittavo una macchina e giravo il paese, da sud a nord, passando da una sponda caraibica a una atlantica, fino a risalire l’Havana e Pinar del Rio. Una delle zone più belle di Cuba sono i Mogotes di Viñales, valgono tutto il viaggio”

I Mogotes

Una piccola divagazione sui Mogotes per farvi vivere l’atmosfera di un fazzoletto di terra stupendo. Sono delle piccole montagne arrotondate, di roccia calcarea, e la Valle di Viñales ne è fortemente caratterizzata. Ma non è l’unico motivo per cui è diventata patrimonio Unesco. In superficie c’è un mondo, nel sottosuolo un altro. La roccia qui è predominante e tra le numerose piantagioni di tabacco si nascondono grotte dal grande fascino. La Cueva del Indio, per esempio, che ospita un fiume e una cascata sotterranei; oppure la gran Caverna de Santo Tomàs, il più importante sistema di grotte di Cuba, e secondo in America solo al Mammoth Cave.

Francesco Mascitti e la pellicola

Quando si parla di fotografia è necessario che i luoghi entrino negli occhi di chi guarda. E niente è più immersivo di un otturatore.

“A Cuba giravo con la mia fidatissima FM2, un’analogica. E con tanta pellicola Ektapress 200 e 400 ASA. Quel tipo di pellicola mi emoziona ancora oggi, era in grado di produrre contrasti di colore importanti. Mi ricordo sviluppai 14 rullini da 36 per tirare fuori un album da 60 scatti”

Che passione la fotografia. Ci si cala in un’altra dimensione e, quando ancora non c’era il display, si era logorati dall’attesa delle stampe. E a volte nel rivedere le foto si vive un’ulteriore viaggio.

Elementi retorici

Ma ci sono anche degli stati iconici che ci portiamo appresso. Tipi di soggetti, tipi di inquadrature, oggetti che ritornano. Colori. Anche Francesco Mascitti ha i suoi.

“Sì, l’elemento fotografico che ritrovo sempre nei miei scatti è sicuramente il ritratto, il primo piano, io amo i visi. Sono una ridondanza nei miei viaggi ed essendo dei reportage, c’è necessità di cogliere l’attimo, sai che deve essere buono il primo scatto.
Ma anche la preferenza per il grandangolo è un elemento che mi porto dietro da tutta la vita. Il grandangolo spinto che ti restituisce quella sorta di deformazione delle linee verticali, ecco, questo abbraccio della scena fa molta presa nel mio sguardo”

Donne, colori e sezione aurea, come li vede Francesco Mascitti

In Messico, mi dice Francesco, ha potuto raccontare tante donne. Donne anziane “con le rughe meravigliose nella pelle” e avvolte in tessuti dalle tonalità autorevoli.

Anche il colore è un elemento di gioco nella sua interpretazione, mi racconta dei mercati di San Juan Chamula, un villaggio indios nel cuore del Messico, quando ha attraversato Tuxtla la Gutiérrez fino a San Cristobal de las Casas. E in quel dialogare di occhi, gesti e vestiti il colore è stato il punto nodale.

Ma quando si fotografa, la sezione aurea agisce come una mappa mentale o è l’istinto a prevalere?

“Sicuramente lo studio della sezione aurea condiziona la mente. E deve esserci. Avere delle basi tecniche e artistiche aiuta a comporre il retropensiero. Io credo di scattare per istinto, anzi, sicuramente è così ma nel rivedere le fotografie mi rendo conto che forse sono allenato a vedere la sezione aurea senza pensarci”

Condivisione della propria emozione

Quindi lo studio sì ma l’emozione per Francesco Mascitti è più importante. E il farsi conoscere?

“Inutile dire che è bello raccontare storie e raccontarsi attraverso di loro. Io scattavo per me stesso. Oggi i social ci hanno dato una grande spinta ad esprimerci e a condividere pubblicamente. Non deve essere demonizzato questo aspetto. Io uso molto Instagram, sia per il mio lavoro di operatore steadycam che per la mia quotidianità. Scatto per piacere e allo stesso tempo mi sono abituato a far conoscere qualcosa di me attraverso le fotografie. Mi racconto insomma”

Fotografie speciali

C’è tra tante immagini una a cui sei affezionato?

“Il primissimo piano di una bambina durante una colazione sociale. L’ho stampata, 50×70, e l’ho appesa su una parete di casa. Ero con un mio amico argentino quel giorno, accompagnavamo questi merenderos, cioè delle associazioni di volontariato che portavano la colazione nei centri per disagiati. Si organizzavano anche delle attività ludiche per i bambini. E lei era lì, stava disegnando.
Mi è rimasta nel cuore. Ma potrei dirti lo stesso di un bambino di Cuba. Era dietro delle sbarre di legno di una bellissima casa particular, a Santa Clara, e mi guardava, così l’ho immortalato e anche quello resta uno degli scatti che mi commuovono”

Regalarsi agli altri

Il mondo fotografico di Francesco Mascitti è, come dicevo all’inizio, infinito. Questo è un frammento per vedere con voi quanto anche un piccolo contributo può modificare la società.
Per fortuna ognuno di noi è dotato di un proprio punto di vista. E la magia è proprio lì, in quel retropensiero. Non esprimerlo significherebbe intrappolarlo. Invece regalarlo agli altri può modificare le coscienze, innescare amicizie, essere luce per i dormienti.

Emanuela Gizzi, storyteller _________________________________________________________________________________________________

Emanuela Gizzi ha un blog: Mapping Lucia _Viaggio con i semi in tasca_ ( https://www.mappinglucia.it/).
Un blog con una doppia anima. Da un lato mappa i Fiori di Luna -che appartenevano a sua nonna- regalandone i semi, dall’altra parla di viaggi, luoghi del cuore e arte che sono le sue più grandi passioni.

Scrive poesie e ama fotografare le persone, anzi, rubargli l’anima, come dicono in Marocco. Le piacciono da morire gli animali e sta riprendendo a disegnare.

Lavora per un Tour Operator come ideatrice e redattrice di contenuti, ama il mondo in generale ma anche i sentieri naturalistici vicino casa. L’ambiente è un argomento che spesso tratta nei suoi scritti.

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