Dal Brasile danza di speranza


Argeo Funari

15 Mag 2000 - Commenti classica

Una trentina fra ragazzi e ragazze, di età compresa fra i 13 e i 25 anni, provenienti dal Brasile stanno passando come un turbine in Italia, presentando uno spettacolo di danza. Sono i ragazzi della Casa do Menor e della Compagnia di Danza Luar. Provengono dalla Baixada Fluminense, la periferia di Rio de Janeiro che è in assoluto uno dei posti più violenti al mondo. Sono venuti a danzare e fare festa coi giovani italiani portando un messaggio di speranza e gioia malgrado tutto. Malgrado cioè quella distesa di favelas che è la Baixada Fluminense, in cui la miseria economica ed umana è la norma e l’abbandono dell’infanzia è una delle conseguenze più drammatiche. E all’abbandono si aggiunge la persecuzione. Gli squadroni della morte uccidono, nel solo quartiere di Miguel Couto, nella Baixada, più di un minore al giorno. Questi giovani cui viene negata una famiglia, l’affetto, l’assistenza, l’istruzione, il tetto ed il cibo, in qualche modo cercano di sopravvivere. Rubano, inalano colla per stordirsi. Se vogliono vedere in tasca dei soldi debbono entrare nello spaccio della droga. Quelli che organizzano gli omicidi di minori sono poliziotti o ex poliziotti assoldati per lo più dai commercianti che pensano così di ripulire le strade. E come spesso accade, dove c’è tanta miseria nascono anche i gesti più coraggiosi. Padre Renato Chiera, missionario arrivato dall’Italia nel 1978, decide che non poteva predicare l’amore di Dio senza mostrare concretamente che cos’è l’amore e donarne a chi non l’aveva mai sperimentato. Apre la Casa do Menor. Comincia ad accogliere i meninos e le meninas. Ne passano a migliaia nella sua struttura, articolata in case di accoglienza. Circa mille ci stanno oggi dentro in pianta stabile. Agli inizi degli anni ’90, da un’altra parte della Baixada, Rita Serpa, coreografa e maestra di danza di origine italiana, decide che anche lei può fare qualcosa e mette su una scuola di danza”. Sembra una scommessa impossibile. Eppure oggi dal primo nucleo sono scaturite 25 scuole di danza e 600 allievi. Ballerini classici cresciuti in favela. L’Associazione Internazionale Noi Ragazzi del Mondo (AINRaM) ha chiamato in Italia una rappresentanza dei due gruppi per far loro incontrare i giovani italiani ed invitarli ad un Giubileo di Speranza da vivere a Rio nel Natale 2000. A Fermo, le mattine del 18 e 19 aprile, ed a Cupra Marittima la sera del 19, hanno presentato lo spettacolo, dopo una tappa a Roma e prima di proseguire per il resto d’Italia (dove rimarranno fino al 15 maggio). I ragazzi della Casa do Menor hanno ballato la Capoeira (acrobatica danza che simula una lotta, inventata dagli schiavi provenienti dall’Africa nel ‘600) e l’Olodum. La Compagnia Luar ha presentato La danza della Vita, il Bolero di Borel, ovvero il Bolero di Maurice Ravel ambientato nella favela di Borel, e il Grido di Rachele, la figura biblica della donna che piange i suoi figli e non vuol essere consolata. Alle mattine nell’auditorium S. Martino di Fermo, sono stati presenti in tutto circa 700 studenti di scuole medie ed elementari della provincia. L’entusiasmo ha presto coinvolto tutti, dal palco alla platea, durante le circa due ore di spettacolo, compresi gli intervalli dedicati al dialogo, alla presentazione delle storie di alcuni dei ragazzi brasiliani, a domande. Durante la danza Olodum, fragorosamente ritmata dai tamburi, gli studenti sono stati invitati a salire sul palco e hanno danzato tutti insieme. Non più ballerini da una parte e spettatori dall’altra, ma amici che si abbracciano, si scambiano doni, fraternizzano. Si promettono a vicenda di chiedere la cancellazione del debito estero che rende impossibile lo sviluppo ai Paesi poveri. Sul dramma prevale la speranza. L’iniziativa era patrocinata dalla Provincia di Ascoli Piceno, dai comuni di Fermo, Falerone e Grottazzolina. Hanno dato il loro contributo all’organizzazione la Comunità di Capodarco ed SOS Missionario di San Benedetto del Tronto. Enti ed organizzazioni che hanno mostrato di voler investire in quella stessa speranza insieme all’AINRaM. Quest’ultima, dal canto suo, conferma la volontà di unione fra giovani del Nord e del Sud del mondo per concretizzare un patto di solidarietà . L’incontro di Natale a Rio de Janeiro servirà proprio per celebrare la speranza e l’impegno dei giovani. Loro sono i maestri. Noi adulti, che costruiamo un mondo pieno di problemi che non sappiamo risolvere, siamo gli alunni rimandati alla scuola della vita.

(Argeo Funari )

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