Camerino (MC): inizio alla grande del Camerino Festival 2002
Francesco Rosati
6 Ago 2002 - Commenti classica
Grandi eventi musicali ha vissuto questa settimana la città di Camerino in occasione dei concerti del Camerino Festival 2002, rassegna internazionale di musica e teatro da camera, che si sta svolgendo presso la splendida cornice del Teatro Filippo Marchetti.
Lunedì 29 luglio scorso I Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone inauguravano il Festival. Il programma offerto ai circa 500 spettatori che gremivano il Marchetti è stato quanto di più delizioso, gradevole e solare ci si poteva attendere; il titolo della serata diceva tutto: Virtuosismo e melodia nella musica italiana . Lo spettacolo ha messo in luce le capacità virtuosistiche dei solisti che si sono alternati sul palcoscenico e che hanno eseguito brani per strumento solista e orchestra di Vivaldi, Tartini, Paganini e Rossini. Un concerto-evento di notevole spettacolarità che si è chiuso con l'ovazione del pubblico che ha chiesto ed ottenuto ben quattro bis, l'ultimo dei quali -l'incipit per tromba tratto dal Te Deum di Charpentier- è stato sottolineato dal ritmico battimano degli spettatori. Serata memorabile!
Domenica 4 agosto il Camerino Festival ha ospitato invece il grande violinista Salvatore Accardo in duo con la giovane e talentuosa pianista Giorgia Tomassi. Gli artisti hanno presentato, davanti a un teatro gremito in ogni ordine di posto, un bel programma cameristico con musiche di Schumann, Debussy e Ravel. Accardo ha suonato uno dei suoi violini Stradivari, esattamente lo Stravidari Hart del 1727, appartenuto al grande violinista francese Zino Francescatti. L'artista ha esibito il suo tipico suono chiaro, tagliente, deciso e al tempo stesso elegante, lineare, segno di uno stile estremamente raffinato e rispettoso della partitura che ha fatto scuola nel mondo ed è destinato a non tramontare mai.
Giorgia Tomassi musicista di razza, versatile e coraggiosa, dal temperamento passionale e al tempo stesso poeticamente lirico, ha mostrato un feeling tutto particolare verso il Maestro, dettato anche dalla comune origine napoletana.
L'interpretazione degli artisti è stata di ottimo livello: il Maestro Accardo, in gran forma sotto l'aspetto squisitamente tecnico, ha mostrato di gradire particolarmente questa collaborazione con la giovane pianista napoletana, dalla quale sembra aver acquisito nuovi e interessanti stimoli, come ci ha detto dopo il concerto.
Ha fatto da intermezzo tra i due spettacolari concerti un interessante escursione (il 2 agosto) nel quartetto d'archi proposta dal Quartetto Auer di Budapest. Molto gradevole il brano di apertura di Richter, uno dei massimi esponenti della scuola di Manneheim, cui il Quartetto Auer ha saputo dare il giusto tocco di eleganza mondana e frivolezza che lo contraddistingue. I giovani musicisti ungheresi hanno poi fornito una lettura intellettuale del Quintenquartett di Haydn, vero capolavoro dall'arte compositiva del grande autore classico. Più disinibita la prova del Quartetto nella seconda parte del concerto affidata al 3 Quartetto op.67 di Brahms; il suono dell'ensemble acquistava in rotondità e profondità e anche l'amalgama risultava migliore.
Nel bis, l'Auer ha eseguito una splendida versione dell'Andante dal Quartetto in do minore, sempre di Brahms, che ha confermato la predisposizione dei giovani artisti per questo repertorio, di sapore austro-ungarico.
(Francesco Rosati)