BEGINNING – L’amore che non ti aspetti


di Elena Bartolucci

29 Nov 2022 - Commenti teatro

Scifoni e Inaudi regalano un’ottima prova teatrale seppur debole in alcuni momenti.

Sant’Elpidio a Mare (FM) – Nel piccolo teatro Cicconi del comune di Sant’Elpidio a Mare è stata portata in scena una nuova produzione dal titolo “Beginning – L’amore che non ti aspetti” con Giovanni Scifoni e Francesca Inaudi.

Nell’era dei social media e degli appuntamenti sui siti di incontri online, la possibilità di innamorarsi a prima vista sembra quasi impossibile, proprio come per i due protagonisti sul palco. Laura è un amministratore delegato di soli 38 anni che ha appena terminato di dare una festa per inaugurare il suo nuovo appartamento in un quartiere esclusivo a nord di Londra, mentre Danny è un consulente delle risorse umane di 42 anni che, arrivato su invito di un amico, è l’ultimo ospite sopravvissuto. Laura e Danny rappresentano proprio gli opposti che si attraggono: lei, donna in carriera risoluta e di successo, vuole a tutti i costi dare una svolta alla sua vita, mentre lui è un insoddisfatto cronico che, dopo aver divorziato, ha perso la casa e la possibilità di vedere sua figlia crescere ed è dovuto tornare a vivere con sua madre.

Si piacciono in maniera evidente ma non riescono a trovare un terreno comune, specialmente quando vengono tirati fuori sentimenti di maggior spessore.

Danny è molto nervoso e, anche se attratto da Laura, le resiste in modo timido e impacciato sfuggendo a ogni suo invito esplicito di finire a letto. Dall’altro canto lei, che veste alla perfezione i panni di femme fatale conturbante, sicura di sé e in grado di irretire gli uomini senza alcuna difficoltà, è presa del tutto alla sprovvista dalla timidezza di lui. Il fatto che non le sia ancora saltato addosso inizia a farla innervosire, mettendo al contempo in luce tutte le sue nevrosi e insicurezze.

Vista l’incredibile velocità di comunicazione con cui l’era tecnologica ha avvelenato i rapporti interpersonali, la conoscenza tra i due sembra invece prendere vita al ralenti: i due si osservano a lungo, si studiano durante dei lunghissimi silenzi e finiscono per parlare di qualsiasi cosa pur di infrangere l’imbarazzo che stanno vivendo. Scoprono i loro gusti in fatto di cibo e politica e sviscerano anche alcuni dettagli del proprio vissuto familiare.

Il colpo di scena è quando Laura svela di volere un figlio perché sente che il tempo sta passando inesorabile e la sua indipendenza economica comincia ad avere un certo peso sulla solitudine che sta pervadendo la sua vita. Non vuole più essere solo una zia per i figli dei suoi amici, ma vuole un marito e una famiglia tutta sua e perché no… anche una monovolume e la casa in periferia con il giardino. Ma se la vita non le ha fatto ancora incontrare la sua dolce metà, è disposta anche ad allevare un figlio da sola.

Danny le sembra quello giusto, ha una faccia da bravo ragazzo e lo dimostra il fatto di non essersi comportato come ogni altro maschio con cui ha avuto a che fare fino a quel momento.

Il problema è che Danny non si sente un “toro da monta” e la sua insicurezza di voler fare l’amore con una donna che gli piace dopo tanti anni lo mette in seria difficoltà. Non si tratta semplicemente di spogliarsi e soddisfare un impulso fisico, ma occorre trovare il coraggio di mettersi davvero a nudo in termini di sentimenti.

Nelle note alla regia di Simone Toni si può leggere: “anche l’individuo più misero quando s’innamora diventa ricco e non ha bisogno di altro. Ma soprattutto per abbandonarsi all’amore bisogna essere folli, aver voglia di mettersi in contatto con la propria follia e dimenticare se stessi, dimenticare tutto ciò che si ha e tutto ciò che siamo diventati per piacere agli altri. Oggi abbandonare tutto questo costa molto perché la società ci impone di essere ciò che abbiamo e di apparire sempre felici e autosufficienti”.

La stessa protagonista femminile cede il passo e sul finale gli fa capire che non cerca solo la possibilità di rimanere incinta ma potrebbe anche fare un atto di coraggio e decidere di dare inizio a qualcosa di bello insieme a lui.

Le premesse per una bellissima storia d’amore ci sono tutte, ma lo spettatore non sa quale sarà il destino dei due, rimasti completamente svestiti sul palcoscenico: il finale aperto dà la possibilità a ognuno di immaginare quale potrà essere il futuro di questa strana coppia che dovrà decidere di cogliere l’attimo e accogliersi a vicenda.

La caratura di entrambi gli attori è stata messa subito in evidenza, anche se Scifoni ha dimostrato di avere decisamente una marcia in più in fatto di credibilità in scena rispetto alla Inaudi, la cui recitazione è risultata un po’ forzata e stucchevole solo all’inizio.

La messa in scena disordinata rappresenta alla perfezione il caos interiore che stanno vivendo entrambi i protagonisti e la scelta di giocare sugli sguardi e sui lunghissimi silenzi fa emergere la reale difficoltà tra i due nel riuscire a trovarsi. Non del tutto azzeccato però l’utilizzo di numerose pause davvero troppo lunghe, in cui per certo i due attori hanno dovuto giocare sulla mimica e sugli sguardi. Una scelta che sarebbe stata molto azzeccata al cinema con l’uso dei primi piani ma che non viene sicuramente messa a frutto come dovrebbe in una pièce teatrale dove non è possibile cogliere tutte le piccole sfumature.

Unica nota dolente del testo è il fatto di non aver localizzato alcuni riferimenti culturali e politici che potrebbero non essere di facile comprensione per un pubblico di larga scala.

“Beginning – L’amore che non ti aspetti” si è dimostrato in ogni caso un ottimo pezzo di teatro, che può vantare un azzeccato gioco di luci e ombre sul palco e una recitazione molto ben calibrata.

Il testo è di David Eldridge, mentre la traduzione è di Marco Maria Casazza. Le scene portano la firma di Alessandro Chiti e i costumi sono di Francesca Grossi. Lo spettacolo, che ha registrato il sold-out, è una produzione OTI – Officine del Teatro italiano.

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