“ASTOR, un secolo di tango” per Civitanova Danza


di Elena Bartolucci

3 Ago 2021 - Commenti danza

La nuova coreografia del Balletto di Roma, “ASTOR, un secolo di tango”, presentata in prima assoluta al teatro Rossini di Civitanova Marche, convince del tutto solo per musica, luci e regia.

(Fotografie di Matteo Carratoni)

Civitanova Marche – Giovedì 29 giugno, sul palco del Teatro Rossini è andata in scena la prima assoluta della compagnia del Balletto di Roma intitolata ASTOR, un secolo di tango.

Si tratta di un nuovo viaggio tra le suggestioni e le sonorità evocate da questa danza in occasione del centenario della nascita di Astor Piazzolla, autore e interprete musicale tra i più importanti di questa forma d’arte, nata a fine ‘800 nei sobborghi di Buenos Aires.

“Astor” è un “concerto di danza” in cui le musiche di Piazzolla, arrangiate da Luca Salvadori ed eseguite dal vivo dal magistrale Mario Stefano Pietrodarchi, emergono come le vere protagoniste in una nuova armonia artistica danzata. La musica, infatti, non solo scandisce il ritmo di ogni movenza sul palco ma si prende tutta la scena.

Attraverso la partitura musicale inizia infatti un viaggio che cerca di scandire i momenti cruciali che legano Astor Piazzolla alle città in cui ha vissuto e alle esperienze che lo hanno segnato.

Oltre ai brani più riconoscibili del suo repertorio, il pubblico ha potuto ascoltare anche diversi assaggi musicali legati a compositori che hanno lasciato una traccia significativa nel percorso del compositore argentino: ne sono alcuni esempi la toccata ‘dorica’ MWV 539 di Bach o altri brani di Glenn Miller e Gardel. Essi simboleggiano le sue radici, il suo amore per la musica classica e al tempo stesso le contaminazioni che più lo hanno ispirato nel periodo delle sue sperimentazioni degli anni ’70 e ‘80.

Altro nome importante che compare indirettamente nello spettacolo è quello di Jorge Luis Borges, con il quale Piazzolla ebbe un legame molto significativo.

“Astor” è quindi un racconto complesso che tenta di tramutare in danza e musica la vita di un uomo per il quale l’idea di viaggio, esilio e ritorno è stata perfettamente tradotta in note.

Gli otto danzatori del Balletto di Roma hanno quindi cercato di compiere “un viaggio trasformativo in cui respiri, abbracci e fusioni sono al centro di azioni coreografiche intense, astratte e fuse in quel moto ondulatorio magico del bandoneón”, richiamato anche dal rumore ricorrente delle onde in sottofondo.

È infatti proprio il mare il fil rouge che unisce o separa nuovi mondi e speranze: uno spazio immenso da attraversare e dove si rischia di perdersi. Un vortice di riflussi e un moto ondulatorio che scandisce il ritmo di partenze e ritorni, proprio come quelli che hanno segnato la vita del compositore argentino. 

Il Balletto di Roma vanta ben più di 60 anni di vita e da sempre è stato sinonimo di alta qualità in termini di opere allestite ricevendo ogni volta un incredibile consenso di pubblico. Questa volta, però, qualcosa non sembra essere riuscito alla perfezione.

Probabilmente perché si tratta di una prima e quindi non è stato messo ancora tutto a punto a dovere.

La manchevole simmetria dei movimenti, la scarsa sincronia e le prese a volte un po’ maldestre non sono sicuramente passate inosservate anche agli occhi degli spettatori meno esigenti, che hanno comunque apprezzato nel complesso l’intero spettacolo, seppur iniziato con un eccessivo ritardo.

La scelta stessa dei ballerini è risultata opinabile, vista la statura e la prestanza fisica delle quattro coppie poco armoniosa.

Va comunque dato atto che diversi assoli nonché passi a due o tre hanno colpito nel segno, regalando grande intensità e pathos, durante i quali i movimenti ricordavano in diversi modi le prese e le movenze tipiche del tango argentino.

L’idea alla base dell’intero spettacolo era sicuramente ottima, ma la scarsa continuità in termini di racconto ha reso piuttosto difficile riuscire a seguire lo spettacolo, risultato in diversi momenti ripetitivo e alquanto stucchevole nei momenti di rapimento e interazione con il musicista sul palco.

Le coreografie portano la firma di Valerio Longo, il concept di Luciano Carratoni, mentre la musica di Astor Piazzolla è suonata dal vivo da Mario Stefano Pietrodarchi al bandoneón e fisarmonica.

Gli otto danzatori sono Paolo Barbonaglia, Cecilia Borghese, Roberta De Simone, Alessio Di Traglia, Serena Marchese, Francesco Moro, Lorenzo Petri e Giulia Strambini.
Le musiche originali e arrangiamenti sono di Luca Salvadori, il light design di Carlo Cerri, i costumi di Silvia Califano e l’ottima regia di Carlos Branca. Lo spettacolo è una produzione del Balletto di Roma con il contributo del Ministero della Cultura.

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