‘Amore [fino a prova contraria] di Piero Sidoti


di Gianluca Macovez

21 Dic 2023 - Commenti live!, Commenti teatro, Dischi

Il cantautore e attore teatrale Piero Sidoti presenta a San Daniele del Friuli il raffinato album ‘Amore [fino a prova contraria].

La recensione si riferisce allo spettacolo del cantautore friulano all’Auditorium La Fratta di San Daniele del Friuli il 15 dicembre 2023.

Piero Sidoti è un cantautore raffinato, ostinato nel rincorrere i suoi obiettivi di adamantina trasparenza, poco incline a compromessi ed alieno da macchinazioni finalizzate a popolarità e visibilità, nonostante i tanti riconoscimenti ricevuti e le collaborazioni eccellenti, come quella con Lucio Dalla.

Premiato con la ‘Targa Tenco 2010’ per la miglior opera prima, ha ottenuto il ‘Premio Gaber’ come autore dello spettacolo ‘Particelle’.

Ma tutto questo, che altri avrebbero pavoneggiato con alterigia, forse lo ha motivato ancora di più a perseguire il suo percorso, fatto spesso in realtà minori, spazi periferici. Non perché non riesca a riempire con facilità uno spazio teatrale cittadino.

Ma perché un artista lancia il suo seme su quel terreno che lui ritiene più adatto e bisognoso, quello dove, fra le pieghe della vita travolgente, ci sono gli spazi per farlo fiorire, le attenzioni per assaporarne il sapore. Dove i pensieri sanno illuminare la notte.

Questo ha fatto per la stagione dell’Ert a San Daniele del Friuli, con un serrato spettacolo di teatro canzone intitolato: ‘Amore [fino a prova contraria].

Lavoro intenso, per ritmi e finalità, che narra il viaggio iniziatico di Sasso e Corda, due bambini che escono dal confort del Parco giochi per entrare nelle vicende della vita.

Un percorso che li porterà ad imparare a non avere paura di essere se stessi, a superare ansie e paranoie, per gustare il piacere di essere liberi, grandi, senza smettere di essere anche fanciulli, perché ‘i bambini faranno la rivoluzione’.

Un’ora e mezza senza soste, nel silenzio di un pubblico rapito, con l’accompagnamento alle tastiere da Fulvio Biguzzi Ferrari, proponendo un testo molto più profondo ed articolato di quanto possa parere di primo acchito, ricco di metafore, di rimandi, che coinvolge i presenti, ammutoliti per tutto lo spettacolo, quasi fossero presi a scoprirsi dentro quella storia, a cercare quei momenti vissuti, ma magari fino a quell’istante non riconosciuti.

Il testo, ampio ma mai troppo lungo od ampolloso, è recitato con una marcata inflessione del territorio.

Non è trascuratezza dell’attore, visto che la dizione nei brani cantati è precisa e puntuale, ma la volontà, raffinatissima, di contestualizzare la vicenda: la storia narrata è figlia di quella terra, senza se e senza ma.

Fra una narrazione e l’altra, i brani musicali di Sidoti tratteggiano storie ed ambienti con una tavolozza delicata ed ampia di sfumature.

L’attenzione al testo è estrema: le parole suonano limpide, scolpite, vanno dirette al cuore della sala.

La costruzione è volutamente semplice, mai scontata, non prevedibile.

Tanti i brani proposti.

With my love, introduce il pubblico alla vicenda, con un utilizzo accattivante dell’ottava più bassa. Immediatamente si coglie la rispondenza della frase musicale a quella scritta, in un equilibrio che nega la subalternità di una all’altra.

I due bimbi iniziano il loro percorso lasciando la zona sicura dei giardinetti pubblici, dove si sentono protetti. Un posto descrive la necessità di uscire allo scoperto, di prendere in mano la vita perché esiste ‘un posto sulla luna dove la paura perde consistenza e se ne va’.

Il percorso pone loro davanti ostacoli che in realtà sono ricchezze. L’artista di strada, per esempio, è uno sconosciuto, padrone solo di sé e della sua poesia. Beni preziosi, che forse non tutti riescono a cogliere, ma che la voce irrorata di graffi e fatica, che Sidoti riesce a trovare per Arind’a stu core, plasma davanti agli occhi del pubblico.

In qualche modo una memoria del passato altrui pare danzare con le domande del presente nel suggestivo Valzer per Sasso e Corda, ricco di immagini anche pittoriche, che precede il delicato e profondo Triste, per il quale la voce del cantautore riesce, senza perdere coerenza e credibilità, ad indossare un ulteriore registro, dagli echi melancolici.

Ninna Nanna, è il brano successivo, intenso e struggente, con cambi d’ottava di grande presa; Cosmico, pare unire sogni e malanconie con il profumo delle atmosfere brasiliane.

Crescere vuol dire, ad ogni età, affrontare strade nuove, che spesso spaventano, ci fanno sentire inadeguati. Questo il tema centrale di Insicura, che invita a guardare all’imperfezione come ad un alleato, un modo per prendere coscienza di chi siamo ed accettare come siamo.

Di te vanta un testo di grande valore, che l’autore esalta sottolineando il peso di ogni termine, che arriva coraggioso alla platea.

Topomaschio di metallo coniuga epicità ed ironia, plasmando una narrazione interessante e tutt’altro che scontata; Mi devi volere bene è intensa poesia, che sublima il significato dell’altro: Ti amo perché il tuo amore dà senso anche a me.

Le note dell’ottava più bassa, con una ricerca di sfumature ambrate e passaggi suggestivi sono le dominanti di È soltanto la fine del mondo ballata di grande presa, giocata sui cambi repentini dal canto alla recitazione, ad esaltare sempre e solo la narrazione e mai la celebrazione dell’interprete.

Rainy day è una invocazione, delicatamente sussurrata, alla pioggia, perché lavi il mondo da criticità e paure, renda puro il cielo, liberi dalle nebbie dei fantasmi. Momento che introduce alla poesia di Controvento, brano ebbro di costruzioni poetiche ed evocazioni musicali, affidate all’uso sapiente della voce, che ci guida in un imbrunire interiore, ad un malessere che spinge a dire ‘ho voglia di vento, che porti via il tormento’.

Suonerà come una apoteosi liberatoria, a questo punto, la purezza di Il lieto fine, scoperta che già dall’inizio del viaggio ‘avevamo la soluzione ma non eravamo pronti’. Adesso, finalmente si.

Molti applausi per Biguzzi Ferrari e vere ovazioni verso Sidoti, che, imbarazzato, ha ringraziato il pubblico entusiasta.

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