80° anniversario del 25 aprile – editoriale
di Alberto Pellegrino
25 Apr 2025 - Letteratura, Varie
Editoriale del Direttore per l’80° anniversario del 25 aprile, giorno della riconquistata libertà e democrazia.
L’80° anniversario della liberazione dell’Italia dalla dominazione fascista e nazista acquista un particolare valore perché, oltre a una doverosa riaffermazione dei valori della Resistenza, dovrebbe concentrarsi sul tempo presente per ricordare a tutti i democratici che è giunto il momento di opporsi con decisione all’avanzata della “Internazionale della destra”, la quale esalta il sovranismo, il nazionalismo, il dogmatismo reazionario, che pratica la falsificazione storica e che vorrebbe riportare indietro le lancette sull’orologio della storia. Sentiamo risuonare venti di guerra, una volontà di riarmo, una riscoperta della potenza atomica, un ritorno al principio si vis pacem para bellum (se vuoi la pace prepara la guerra), una logica che ha dominato l’Occidente fin dal Cinquecento e che ha scatenato in Europa due guerre devastanti e l’orrore dell’Olocausto.
Sul piano internazionale dobbiamo riaffermare la necessità di creare finalmente gli Stati Uniti d’Europa con un vero Parlamento e un vero Governo federali, capaci di fare una politica estera, fiscale, giudiziaria, di promozione della sicurezza e della cooperazione sociale. Sul piano interno dobbiamo difendere la Costituzione repubblicana dai tentativi di manomissione reazionaria, perché essa rimane il fondamento della nostra democrazia e delle nostre libertà conquistate con il sacrificio di tante vite umane durante la guerra di liberazione dal nazifascismo.
Sottoponiamo alla riflessione dei nostri lettori per primi i versi intitolati Campo dell’onore, scritti nel 1920 dal grande scrittore americano, Ernest Hemingway, Premio Nobel per la letteratura 1954. Essi riflettono la tragica esperienza fatta nel corso della prima guerra mondiale da questo giovane di soli 18 anni che nell’aprile 1917, dopo l’entrata in guerra degli Stati Uniti d’America, si è arruolato volontario nel Corpo di spedizione statunitense. Escluso dai reparti combattenti a causa di un difetto alla vista, Hemingway viene arruolato come autista nei servizi di autoambulanza dell’American Red Cross ed è inviato a Schio sul fronte italiano nella IV Sezione della Croce Rossa. Ma Ernest non vuole operare lontano dal fronte e, su sua domanda, è trasferito nella zona del Basso Piave come assistente di trincea. Durante la notte tra l’8 e il 9 luglio 1917, mentre sta portando sulle spalle un ferito al posto di medicazione, è colpito dalle schegge di una bombarda austriaca, le quali lo feriscono alla rotula e al piede della gamba destra e salva la vita solo perché un soldato italiano gli fa involontariamente da scudo. Trasportato nell’Ospedale della Croce Rossa Americana a Milano, un bravo chirurgo lo opera e gli salva la gamba dall’amputazione. Una volta guarito, nel 1918 ritorna al fronte a Bassano del Grappa, dove si ammala gravemente di ittero, per cui viene dimesso dall’esercito poco prima della fine della guerra. È stato decorato con la medaglia d’argento al valor militare italiana.
Con un salto di tempo riportiamo i versi della poetessa palestinese Heba Abu Nada che esprimono lo stesso orrore per la guerra e che sono stati scritti l’8 ottobre 2023. Pochi giorni dopo, il 20 ottobre 2023, questa poetessa è morta a Gaza durante un bombardamento israeliano, a 32 anni.
Da ultimo, come segno di speranza in una umanità migliore, riportiamo i versi di una celebre canzone di Francesco De Gregori, che ci ricorda il valore della partecipazione e l’orgoglio di essere donne e uomini liberi che sono i veri protagonisti della Storia.
Ernest Hemingway, Champs d’honneur
Non è mai bella la morte dei soldati; Il terreno segnato dalle croci, Croci di legno dove sono caduti; Piantate sopra i visi senza voci. Crolla, il soldato, si torce e sputa sangue; Un tuono rosso e nero è tutto il mondo; Soffocato nel fosso dove langue, Durante l’offensiva, moribondo.
Heba Abu Nada. 8/10/2023
La notte della città è buia, tranne Che per il bagliore dei razzi, Silenziosa tranne che per il suono Dei bombardamenti, Spaventosa tranne che per la Serenità della preghiera, Nera tranne che per la luce Dei martiri Buonanotte. Gaza.
Francesco De Gregori. La storia siamo noi
La storia siamo noi, nessuno si senta offeso Siamo noi questo prato di aghi sotto al cielo La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare, Questo rumore che rompe il silenzio, Questo silenzio così duro da masticare. E poi ti dicono: "Tutti sono uguali, tutti rubano nella stessa maniera". Ma è solo un modo per convincerti A restare chiuso in casa, quando viene la sera Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone La storia entra dentro le stanze e le brucia, La storia dà torto e dà ragione. La storia siamo noi, Siamo noi che abbiamo tutto da vincere e tutto da perdere. E poi la gente (perché è la gente che fa la storia), Quando si tratta di scegliere e di andare, Te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, Che sanno benissimo cosa fare: Quelli che hanno letto milioni di libri E quelli che non sanno nemmeno parlare; Ed è per questo che la storia dà i brividi, Perché nessuno la può fermare.