PULPITAZIONI – Dialoghi intorno alla liturgia


di Giorgio Buratti

19 Feb 2015 - Libri

copertina pulpitazioni Musiculturaonline

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Con coraggio Aurelio Porfiri ha riportato dieci interviste ad esperti di Liturgia Cattolica, in un piccolo libro che necessita di una lettura attenta, per non perdersi nella difficoltà di un tema poco conosciuto. Purtroppo la Liturgia sembra non parlare più al mondo moderno, forse non parla più nemmeno a coloro che la frequentano con cadenza settimanale o giornaliera. Ho detto frequentare, proprio perché già dal titolo del libro si capisce che la Liturgia va vissuta e non frequentata, nel senso di partecipazione attiva, non mera presenza o partecipazione da teatro. Il titolo sintetizza in una sola parola tre concetti che hanno una certa valenza nella Liturgia stessa:
Pulpito: luogo dove si spezza la Parola di Dio.
Azione: non esiste una Liturgia fatta solo dal Presbitero senza una partecipazione, un’azione diretta dell’assemblea tutta.
Palpitare: il fedele, di fronte all’evento liturgico, non può rimanere indifferente, ma deve sentire battere il cuore di passione: “Non ardeva il nostro cuore quando Egli, lungo la via, ci parlava e ci spiegava le Scritture?” (Luca 24,32).
Il pulpito solenne è stato tolto da quasi tutte le chiese, lasciato solo nei casi di valore storico artistico. Era il luogo dell’omelia e spesso, nei secoli, si è avuta solo un’accentuazione morale da parte dei predicatori. L’omelia era l’occasione per ammonire il fedele sul giusto comportamento, era un richiamo forte che cadeva dall’alto minacciosamente. Ora la predica si fa dall’ambone, luogo ove si legge la Parola di Dio, a significare che la cosa più importante per una buona omelia non è l’esortazione morale soltanto, o la brevità necessaria per non stancare troppo i fedeli, ma soprattutto lo spezzare la Parola, penetrare nei tanti sensi della Sacra Scrittura per renderla più comprensibile, per farla incarnare nella vita quotidiana.
Per quanto riguarda l’azione, una delle novità del concilio, la Sacrosanctum Concilium parla per la prima volta, dopo 400 anni di staticità, di “Actuosa Partecipatio”, partecipazione attiva dell’assemblea, quasi come concelebrazione eucaristica. Non c’è più quella separazione netta tra presbitero e fedeli ma stretta comunione. Nella comunione di ringraziamento (Eucaristia) si trova il vertice come fonte e culmine della vita cristiana. Per dirla appieno, si tratta della partecipazione reale del Signore stesso! Quanto ancora le assemblee sono legate ad una staticità, ad una partecipazione liturgica secondo un carattere teatrale, in cui noi siamo spettatori, e l’altare è il palcoscenico in cui si svolge l’azione? Nel testo, soprattutto in quelle parti, verso la fine, in cui si analizzano aspetti artistici degli spazi e dei tempi liturgici, si denuncia anche questo retaggio che tarda ad essere tolto di mezzo, con grave danno alla percezione e comprensione dei misteri liturgici.
Palpitare è legato ai primi due: ascolto la Parola di Dio, l’omelia mi aiuta a comprenderla, partecipo con tutto il Corpo, tutta l’Anima, tutto lo Spirito fino a vibrare intimamente e gioire di questa presenza, del Dio che si dona in quelle umili sembianze (Pane e Vino). Che Dio sarebbe il nostro se non ci fa palpitare, se non ci fa danzare di gioia?
Forse questo è il filo rosso che lega le dieci interviste nel libro di Aurelio Porfiri. Un testo che può essere un prezioso ausilio, un tentativo di riflettere sul tema, attraverso un dialogo con i più esperti studiosi, laici e no, del campo liturgico. Il pregio è che affronta argomenti difficili in una modalità accessibile a tutti, giornalistica. Sembra un libello di poco conto, poco più di cento pagine, ma snocciola tutti i temi fondamentali del nostro tempo di approccio alla liturgia. Vi sono anche passi forti in cui vengono criticate certe tendenze entrate nella chiesa, come i nuovi edifici spesso non adatti alla funzione per cui sono stati pensati. Il capitolo finale è dedicato alla musica liturgica. Colpisce la dichiarazione di Valentino Miserachs: “Senza la Musica la Liturgia sarebbe un funerale di terza classe”
Consiglio di leggere il testo non come un libro normale, dall’inizio alla fine, ma procedere per temi, per capitoli, a seconda degli interessi del momento, senza legarsi alla cronologia.
Ecco i nomi dei dieci intervistati con i temi trattati:
Matias Augè: La forma dell’esistenza cristiana; Andrea Grillo: Essere dentro il rito; Roberto Tagliaferri: Alle soglie del rito; Micaela Soranzo: Architettura e Liturgia; Francesco Colafemmina: La fede e la forma; Paolo Tomatis: Sensi e senso; Mauro Gagliardi: La riforma della riforma; Cristina Cruciani: Abbandonarsi alla liturgia; Giuseppe Liberto: Colmare l’intervallo incolmabile; Valentino Miserachs: Ma che Musica!
Buona Pulpitazione liturgica a tutti!

L’autore: Aurelio Porfiri è nato a Roma ma vive da sette anni a Macao dove è Direttore delle Attività Corali presso la scuola Santa Rosa de Lima (sezione inglese) e Direttore delle Attività Musicali presso la scuola femminile Nostra Signora di Fatima. Sta completando il suo Dottorato in musica presso la University of Western Australia. È stato invitato come membro della giuria in varie competizioni corali internazionali. Le sue composizioni musicali sono pubblicate in Italia, Germania, Francia, Cina e Stati Uniti. È fondatore e presidente di CHORALIFE, casa editrice musicale con base a Macao. Collabora a blogs seguiti da largo pubblico come Liturgia Opus Trinitatis (Italia), Views from the Choir Loft (USA), Osservatorio Asia (Italia). Per Marcianum Press ha pubblicato Educare alla vera realtà (2012) e Il canto dei secoli (2013). Questo è il suo settimo libro.

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