PAOLO POLI è… in mostra a Roma


di Elena Bartolucci

29 Nov 2018 - Altre Arti, Eventi e..., Arti Visive, Commenti teatro

Roma – Nella magnifica cornice del Teatro Valle prende vita un percorso visivo lungo oltre sessant’anni che ripercorre la carriera teatrale di un’artista poliedrico come Paolo Poli. Un uomo straordinario, irriverente, divertente, geniale e “con quell’acume fintamente svogliato e squisitamente birichino che ne rappresentava l’essenza più profonda e autentica”.
Oggetti di scena, video, bozzetti, scenografie e costumi originali testimoniano la comicità sovversiva ma elegante di questo artista intellettuale, creatore di doppi sensi, invenzioni scenografiche, canzoncine maliziose, calembour, sberleffi e travestitismi.
Grazie a questa mostra tutta da scoprire ai visitatori è data quindi la possibilità di aggirarsi tra le fila del teatro e sfogliare le pagine della vita di questo grande attore: ben 40 monitor allestiti all’interno della platea e dei palchetti raccontano ogni suo spettacolo realizzato dal 1950 al 2014. Sugli schermi scorrono in loop immagini e video di spettacoli, bozzetti di scene di Eugenio Guglielminetti, Anna Anni e Aldo Buti, bozzetti di costumi di Santuzza Calì e Danda Ortona, locandine, poster ed estratti di interviste in cui racconta aneddoti di scena e ricordi legati alla sua carriera e a sua sorella e a suo nipote. Alcune scenografie realizzate da Lele Luzzati sono state invece collocate sul palcoscenico, mentre alcuni manichini indossano dei sontuosi costumi originali.
Nel foyer il pubblico può leggere su un video wall i 568 appellativi con cui la stampa ha descritto Poli, tutt’ora a rappresentare le facce multiformi del suo essere artista a tutto tondo.
Antonio Calbi (Direttore del Teatro di Roma) definì Paolo Poli un “elfo” istrionico, abilissimo nel confezionare coup de theatre a raffica, a spasso fra i generi e ribelle a ogni classificazione, incasellamento e definizione. Per più di 60 anni, Poli ha vissuto ogni santo giorno su di un palcoscenico, anzi girovago fra i palcoscenici d’ogni misura dell’italico stivale, quasi come un erede non riconosciuto, e giustamente per lui, della commedia dell’arte o di quella più antica greca e latina.
Come dichiarato da Rodolfo di Giammarco, “anche se si è spogliato più di Rita Renoir, ha posato più di Greta Garbo, è caduto in estasi più di Rita da Cascia, ha suscitato brividi più di Carolina Invernizio, s’è trasformato più di Amanda Lear, ha sorriso più di Wanda Osiris, e ha sgambettato più di una Ziegfeld. Gender a parte, non è mai stato zitto, in perenne equilibrio tra noi-siam-come-le-lucciole e gli incunaboli, i libelli, gli almanacchi, le storiche avanguardie letterarie, le abiette retroguardie virtuose, le criminalità dei sentimenti, gli spacci dei paradossi, le demagogie del kitsch, i cascami della maniera, i labirinti della sintassi, le bellurie romanzesche, le enigmistiche retoriche, gli ectoplasmi poetici.”
Un vero capocomico di compagnia, una macchina scenica e artistica e un attore con la A maiuscola, artefice di spettacoli dalle tematiche ancora molto attuali. Questa mostra è in grado di far sorridere e magnetizzare l’attenzione sia dei più giovani che non hanno avuto abbastanza tempo per conoscerlo a pieno che degli adulti nostalgici che rimpiangono l’assenza di un grande protagonista del teatro italiano “padroneggiante lessici e arditezze, atletismi polifonici, sberleffi sessuali, coreografie febbrili, astrazioni travestite, contagi comici, ingordigie spudorate, dissacrazioni clamorose, eresie da camera, satire etiche e blitz scioccanti”. Per sua scelta è stato soprattutto un uomo frugale e riservato che, per fortuna nostra, ha votato la sua completa esistenza al teatro italiano del Novecento.

Info:
La mostra a cura di Andrea Farri e Rodolfo di Giammarco è a ingresso libero (via del Teatro Valle, 21) ed è stata prorogata fino al prossimo 6 gennaio 2019.
Orario: giovedì, venerdì, sabato dalle ore 17.00 alle ore 20.00; domenica dalle ore 11.00 alle ore 18.00.

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