“L’Elisir d’amore” a Fano e la forza della tradizione


di Andrea Zepponi

19 Mar 2015 - Commenti classica, Musica classica

ELISIR 8 - prove - ph Luigi Angelucci  MusiculturaonlineFano (PU). Un’opera piena di elementi tanto cari alla tradizione belcantista ed anche romantica, messa in scena con gusto, armonia e rispetto del dettato dell’autore, è l’Elisir donizettiano andato in scena con grande successo scena giovedì 12 marzo, al Teatro della Fortuna di Fano. Chiarezza di impianto scenico–registico e solidità di idee e soluzioni teatrali hanno caratterizzato la rappresentazione che non ha fatto mancare nulla di quanto prescritto dal libretto e suggerito dalla musica: un raro esempio di equilibrio tra invenzione registica e osservanza, per così dire, di quanto voluto dal binomio librettista-ELISIR 7 - prove - ph Luigi Angelucci  Musiculturaonlinecompositore. Ben lontane da ciò che si vede attualmente scardinato e sconvolto da sedicenti registi-scenografi, indaffarati più a confondere lo spettatore che a lavorare davvero sul tessuto della trama di uno spettacolo operistico, le scene di Gabriele Moreschi e la regia di Saverio Marconi, il quale da anni ha fatto delle Marche la base della sua attività, hanno dato prova di estro e di rigore: chi oserebbe dire che non va bene collocare in pieno palcoscenico l’orchestra della FORM i cui strumenti dialogavano con solisti e coro fin da Bel conforto al mietitore? L’idea è straordinaria perché li ha resi protagonisti di atmosfere particolari, come quella notturna che si diffonde nella scELISIR 6 - prove - ph Luigi Angelucci  musiculturaonlineena Coro-Giannetta del second’atto: Sarà possibile? Possibilissimo e poi, ancor di più, in quella della Furtiva lagrima. Contrariamente alle contorte elucubrazioni, e assai sospette, di certe regie in teatri dove l’abbondanza di risorse economiche è troppo spesso inversamente proporzionale a quelle di cultura e ingegno, ciò che risulta più efficace per ogni tipo di pubblico è sempre la semplicità e la chiarezza.
Proprio la soluzione dell’orchestra come parte della scena ha dato modo di sbizzarrire le luci di Valerio Tiberi, che evidenziavano piacevolmente i diversi strumentisti emergenti nel tessuto orchestrale e il pianoforte al centro per i recitativi accompagnati dal M° Cesarina Compagnoni, anche lei in costume: Carla Accoramboni ha rivestito cantanti e coristi con freschezza e luminosità di colori ben intonati con lo sfondo turchese della gradinata orchestrale; anche le divise dell’esigua guarnigione di Belcore avevano la loro credibilità e risaltavano proprio con i loro severi colori. Sgargiante ed estroso con le sue decorazioni brillanti il costume di Dulcamara, vero fulcro dell’opera. ELISIR 5 - prove - ph Luigi Angelucci  MusiculturaonlineAnche in questo aspetto la produzione ha fornito una lettura corretta e ben centrata sull’analisi del sistema dei personaggi che si riflette sul loro aspetto scenico.
E sul cast spiccava proprio la statura vocale del Andrea Concetti, basse-baritone in Dulcamara, grande stilista della vocalità, capace di farsi sentire in modo espressivo anche su frasi in pianissimo: lo sfoggio di dinamiche diverse nell’aria di ingresso Udite o rustici, che lo ha anche impegnato dal punto di vista scenico con continui salti da un baule all’altro, ha messo subito in evidenza lo spessore del personaggio che ha la sua doppiezza tra cinico e tristemente consapevole, ma incarna anche il lato simbolicamente alchemico di ogni vicenda ELISIR 4 - prove - ph Luigi Angelucci Musiculturaonlined’amore. Con un impianto vocale ben saldo in ogni registro e ben flessibile nei sillabati dei duetti con tenore e soprano, il M° Concetti non ha temuto confronti con un cast giovanile di prime parti con il soprano Mihaela Marcun in Adina, voce ben sfogata in acuto, che ha accentuato il lato lirico di un ruolo di ascendenza belcantistica: notevole la sua intesa vocale e timbrica nei duetti con il tenore Antonio Poli in Nemorino che è risultato ottimo per doti, tecnica e colori vocali. Con un timbro da lirico pieno in tutta la gamma ben appoggiata sul fiato, il tenore ha dimostrato il giusto spessore la flessibilità dovuta per affrontare un ruolo che solo in apparenza è ingenuo e naifELISIR 1ph_l.Angelucci Musiculturaonline ed emerge invece in tutta la sua potenza espressiva alla fine del prim’atto nella frase Adina, credimi, poi con la struggente aria Una Furtiva lagrima. Qui il cantante ha rivelato potenzialità notevoli che vorremmo perciò seguire anche in ruoli diversi per rilevarne la crescita e lo sviluppo artistici. Accanto ai protagonisti, il baritono leggero Bruno Taddia in Belcore, ha messo in campo dizione sensibile, morbidezza nell’ascesa al registro acuto e flessibilità nei passaggi dell’aria di sortita Come Paride vezzoso; brava ed estrosa, il soprano Sara De Flaviis in Giannetta, ha ritagliato un personaggio frizzante e significativo che, pure grazie alle movenze registiche, ha anch’esso incarnato il senso della vicenda con un timbro svettante, presente in tutti i registri e ben proiettato: un’altra vocalità e presenza scenica da seguire nella sua carriera artistica.
Tra i protagonisti dell’opera è stato collocato dalla regia anche, e giustamente,  il M° Francesco Lanzillotta, uno dei migliori talenti della nuova generazione di direttori d’orchestra ELISIR 2 ph Luigi Angelucci Musiculturaonlineitaliani, che è salito sul podio dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana  FORM, ben consapevole delle grandi potenzialità timbriche della partitura donizettiana e le ha profuse a piene mani in senso espressivo in un dialogo sensibile ed appassionato tra l’orchestra, i personaggi e le situazioni dell’opera; tempi efficaci, di grande impatto nel contrasto agogico tra momenti lirici di arie, concertati e cabalette, strette finali hanno strappato ulteriori applausi al pubblico. Altro personaggio coprotagonista era il valoroso Coro del Teatro della Fortuna “M. Agostini” diretto puntualmente dal  Mirca Rosciani applauditissima a fine  spettacolo. Autentico, sentito e generale successo è stato attribuito dal pubblico intervenuto alla prima esecuzione dell’opera il 12 marzo dove si avvertiva l’entusiasmo di tutto lo staff impegnato nella prima (speriamo di una lunga serie) coproduzione dei Teatri di Fano, Ascoli Piceno e Fermo nell’ambito della Rete Lirica delle Marche.

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