Gil e Bethania, il Brasile è a Roma


di Maria Tedei e Federica Baioni

24 Lug 2003 - Commenti live!

Roma – Prosegue il programma dell’Estate di Santa Cecilia 2003, nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica il 21 Luglio con un raro spettacolo che unisce professionalità e forti emozioni, Gilberto Gil e Maria Bethania in concerto insieme a Roma, ultima tappa del loro tour. I due tra i maggiori talenti della musica popolare brasiliana oltre che da un legame professionale sono da sempre legati da una profonda amicizia e grandi ideali. Nati in un Paese come il Brasile che ha avuto da sempre una storia travagliata, e dove esistono gravosi problemi ancora irrisolti. La loro musica contiene tutta la storia e tutti i suoni della splendida natura di questo Paese, portandosi dietro anche quel po’ di cultura Africana che caratterizza la zona del Nord-Est del Brasile (da cui provengono entrambi), la tradizione e la musica popolare brasiliana di cui Gilberto Gil è stato una delle figure fondamentali nel processo di costante rinnovamento. Gil infatti parte dai ritmi della tradizione musicale come il samba, la bossa-nova e il baiao e li miscela ad elementi di rock, reggae e funk; un’alchimista dotato di genio e creatività che riesce ad arrivare al grande pubblico, che lo apprezza non solo per le doti musicali ma anche per i temi affrontati nelle canzoni, le iniquità sociali, la questione razziale la religione ed altri sempre legati all’impegno sociale. Un impegno che gli è stato riconosciuto con la nomina, da parte dell’attuale presidente brasiliano Lula, di ministro della cultura. E come ministro si è già impegnato per la sottoscrizione di un manifesto d’intenti per rilanciare il tema della cultura a livello internazionale; la cultura vista come strumento, anche economico, per combattere l’esclusione sociale. E il passato ci insegna quanto la cultura e l’arte possono essere incisive per la storia dei Paesi e Gil ne è testimone diretto visto che il genere innovativo creato insieme a Caetano Veloso negli anni’60, il Tropicalismo, fu represso dal regime autoritario perchè profondamente critico dal punto di vista politico e morale. Gil e Veloso furono imprigionati ed esiliati.
Il manifesto d’intenti porta la firma, tra gli altri, anche dell’attuale Sindaco di Roma, Walter Veltroni che Gil saluta caldamente durante il concerto quando lo scorge tra il pubblico. Un pubblico caldo, attento e soprattutto numerosissimo quello di lunedì sera, multirazziale e in preminenza adulto, dai trentenni in su. Nell’arco di quarant’anni di attività Gilberto Gil vanta la pubblicazione di oltre 30 album pubblicati, sei dischi d’oro e un Grammy nel 1999 come miglior album per Quanta, quattro singoli di platino e milioni di dischi venduti. Tra le collaborazioni con altri grandi artisti, sia brasiliani che del panorama internazionale, vale la pena di ricordare oltre a Caetano Veloso, di cui si è già accennato, Steve Wonder, Jimmy Cliff e Joao Gilberto.
Non da meno Maria Bethania, partner d’eccezione di Gil in quest’ultimo tour. Sorella di Caetano Veloso e icona simbolo del canto spirituale brasiliano è considerata in patria la vera dea della canzone nazionale, degna erede di Elis Regina, cantante scomparsa nel 1982. Bethania sin dalle sue prime apparizioni ed esordi giovanili è stata sempre contraddistinta da una forte carica teatrale e questa caratteristica l’accompagnerà per tutta la sua carriera artistica. Nasce a Santo Amaro da Purificaà ao in un contesto sociale e familiare che fa della musica il principale strumento di educazione quotidiana. Sin da piccola era convinta che stare su un palco era la sua missione primaria. Cantava, recitava e danzava e la prima volta che cantò in pubblico capì che quella sarebbe stata la sua strada. Bethania si considera un’interprete, colei che quasi come una dea (da qualche raffigurazione o poster appartenente ai fan ce ne rendiamo conto) si fa portavoce di quel messaggio alto e divino che grazie alla musica riesce a comunicare al suo pubblico. Come tutti gli interpreti sente di vivere al confine tra musica e teatro ecco perchè la sua carriera specie agli esordi è stata contraddistinta da spettacoli teatrali. Nell’Opinià o Show a Rio de Janeiro dove sostituì la cantante-compositrice Nara Leao, la sua interpretazione della canzone tradizionale Carcarà segnò l’esordio della sua carriera coinvolgendo a tal punto il pubblico con l’intensità della sua voce. Voce che a tratti è roca e suadente a tratti intensa e squillante è presente in tutti i registri e a volte è stata paragonata a quella di una divinità per la vasta gamma di tonalità scure che è solita usare. Anche nell’ultimo concerto – duetto con Gil le scelte armoniche delle parti dove la Bethania si esprime parlano chiaro, quasi a far sembrare la voce di Gil quella di un “eunuco” per le tonalità alte di contrasto usate per favorire la voce della cantante. Altro show che la consacra regina della scena musical – teatrale brasiliana è Comigo Me Desavim sotto la direzione del regista teatrale Fauzi Arap. Sarà l’esordio con la casa discografica Philips del ’71 con l’album A tua presenà a ed il conseguente Alibi del 1978 per la Polygram a consacrarla definitivamente al pubblico ed alla critica internazionale, tanto che nel 1981 Joao Gilberto le propone di partecipare insieme ad altri autori della scena pop brasiliana (tra cui suo fratello Caetano Veloso e Gilberto Gil) all’album Brasil. Da qui inizia la scalata al successo, tour in tutto il mondo nei principali festival e teatri, tanto che nel 1980 le viene conferito un importante riconoscimento dall’ordine dei musicisti del Portogallo dopo aver tenuto un recital al Coliseu dos Recreios a Lisbona. Negli ultimi vent’anni dopo partecipazioni e concerti in tutto il mondo anche con il fratello Caetano Veloso (l’ultimo a Maggio di quest’anno a Lisbona) e con Luciano Pavarotti, Maria Bethania incide la sua ultima fatica discografica: Marcotinha ao vivo album interamente inciso dal vivo a San Paulo in occasione dei suoi 35 anni di carriera.
Il Concerto:
Anche a Gil e a Maria Bethania Roma ha offerto uno spettacolo a cui non si può rimanere indifferenti, quello delle gradinate della Cavea gremite di persone, che non hanno mai smesso di battere le mani a tempo durante i pezzi più ritmati e si sono raccolti in un lunghi silenzi per ascoltare i pezzi più melanconici.
Sin dall’apertura del concerto dalle note d’overture sfilate dal flauto di Carlos Malta l’atmosfera è intensa le luci sono su loro due e la magia ha inizio. Il primo brano Fè Cega, Faca Amolada di Milton Nascimento e Os Mais doces barbaros tratto da un musical tutt’ora in tour con Caetano Veloso e Gal Costa, i due sfoderano insieme la grande carica artistica che li contraddistingue. Potenza della musica brasiliana ma anche dell’energia contagiosa di un Gil in gran forma, sempre coinvolgente, nell’interpretazione musicale, vocale e anche corporea, lo abbiamo visto muoversi sul palco dimenticando la sua età anagrafica. Riempie l’aria di vivacità gioco e fantasia sia nelle interpretazioni di Oraà ao de mae menininha e Filhos de Ghandi sia nelle più energiche ballate come Is this Love un tributo a ritmo reggae a Bob Marley e a Guerra Santa un vero e proprio trattato sull’intolleranza razziale scandito dalle note funk e dal groove di tutta la band. Notevole la performance della sezione ritmica composta dal bassista Arthur Maia, dal batterista Jorge Gomes e dai due eccezionali e poliedrici percussionisti: Gustavo Di Dalva e Reginaldo Vargas. Un palco essenziale, dove è stato riservato un ruolo di primo piano alle percussioni e alla batteria, che mai hanno sovrastato la perfetta armonia con il resto degli elementi posizionati a semicerchio quasi a racchiudere in un grande abbraccio le due stelle della musica brasiliana.
Un live di rara eccezionalità che passerà alla storia per la grande lezione di cultura, classe e spettacolarità che solo la saudade brasiliana può offrire in contesti come questo.