Splendido concerto lirico per Alexandra a Senigallia


di Giosetta Guerra

21 Nov 2017 - Commenti classica, Musica classica

Marta Torbidoni, soprano marchigiano applaudito in vari teatri del mondo, è stata protagonista di un magnifico recital, presso l’Auditorium San Rocco di Senigallia, in ricordo della giovane modella e scrittrice senigalliese Alexandra Maich, prematuramemente scomparsa l’anno scorso.
Davanti a un folto pubblico che gremiva l’Auditorium San Rocco di Senigallia, domenica 5 novembre 2017, il soprano Marta Torbidoni ha fatto sfoggio di un mezzo vocale possente e robusto in grado di alleggerirsi, suoni pieni e rotondi in tutta la gamma nell’aria “Sì, mi chiamano Mimì” da La Bohème di Puccini; di voce estesissima con suoni densi e morbidi in zona media e grave e una bella scala discendente nell’aria “Tu del mio Carlo al seno” da I Masnadieri di Verdi, e voce fortissima per la cabaletta “Carlo vive” cantata prevalentemente di forza; il soprano ha attaccato forte l’aria di Liù “Tu che di gel sei cinta” dalla Turandot di Puccini, perché ha una valanga di voce che usa con generosità e talvolta ammorbidisce. Più delicata nell’aria “O mio babbino caro” da Gianni Schicchi di Puccini, dove il soprano ha fatto uso della messa di voce e di suggestivi filati; voce sempre robusta ma carezzevole nell’aria “Addio del passato” da “La Traviata” di Verdi, attaccata a mezza voce e conclusa con un filato rinforzato.
Suo partner in scena il giovane tenore Giovanni Maria Palmia,  che canta di fibra anche quando qualche frase andrebbe alleggerita (“La donna è mobile” da Rigoletto di Verdi), ha voce robusta con qualche imprecisione nell’emissione, tenuta del suono nei finali per l’aria “Di ladroni attorniato” da I Masnadieri di Verdi; bello il colore vocale nell’aria “Ah la paterna mano” da I Masnadieri di Verdi, con generosità del suono emesso di forza e scarso uso della maschera; un canto in maschera e sfumato sarebbe necessario per l’aria di Cavaradossi “E lucevan le stelle” da Tosca di Puccini, per esprimere il dolore lancinante del pittore e la struggente nostalgia dei dolci baci, non la sua rabbia che esce da un canto urlato.
Insieme i due cantati si sono esibiti in noti duetti: “Scena e duetto III atto, Amalia e Carlo” da I Masnadieri di Verdi, troppo gridato da entrambi; “Un dì felice eterea” da La Traviata di Verdi con duttilità vocale del soprano e fluidità della sua linea di canto, mentre quella del tenore andrebbe raffinata; attacco e finale morbidi di entrambi nel duetto “Parigi, o cara” da La Traviata di Verdi, cantata a piena voce.
Al pianoforte la giovane Silvia Ercolani, esperta accompagnatrice di cantanti.
Ha presentato gli artisti e introdotto i brani la presentatrice Anna Annibali.
Il pubblico ha gradito molto la performance, addirittura ha fatto una standing ovation per i notissimi bis “Amami Alfredo” e “Libiam ne’ lieti calici” da La Traviata di Verdi.
La manifestazione è la prima di una serie di incontri che la neo nata Associazione culturale Alexandra Maich, fondata da Eleonora Carbonari, ha intenzione di organizzare investendo vari campi della cultura. Iniziativa lodevole e buona risposta del pubblico.

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