Zlata Chochieva: eleganza, sensibilità e bravura al pianoforte


di Elena Bartolucci

9 Ott 2025 - Commenti classica

Un programma concertistico intenso per l’avvio della nuova stagione del Circolo di Ave, a Fermo.

(Photo credit: Marilena Imbrescia)

Fermo – Sabato 4 ottobre, nella meravigliosa sala della musica di Palazzo Brancadoro, ha preso il via, dopo il grande successo riscosso all’anteprima milanese, la nuova stagione de Il Circolo di Ave.

Per la prima data il numeroso pubblico presente ha avuto l’onore di poter ascoltare un programma tanto intenso quanto magnifico a livello di esecuzione con cui la celebre e raffinata pianista russa Zlata Chochieva ha conquistato davvero tutti, dall’inizio alla fine della sua potente esibizione.

Dopo aver esordito a soli quattro anni, si è esibita nelle sale concerto più prestigiose del mondo, risultando vincitrice di numerosi concorsi e premi internazionali. Allieva prediletta di Mikhail Pletnëv alla Scuola Superiore di Musica del Conservatorio di stato di Mosca, la pianista si è perfezionata anche con Pavel Nersessian nonché con Jacques Rouvier, del quale è stata per alcuni anni anche assistente. Dal 2024 si sta dedicando con particolare interesse anche allo studio e alla conoscenza delle colonne sonore dei film.

Come inizio è stato scelto Evening in Transylvania tratto da Ten easy pieces (Sz. 39, BB 51) di Béla Bartók (1881-1945): un brano articolato, che presenta un’intensa espressività e una bellezza intimistica, in cui il compositore ungherese traduce in un linguaggio moderno i ritmi e i colori del folclore popolare, evocando un’atmosfera malinconica e quasi meditativa, sospesa tra intimità e paesaggi sonori.

Il concerto è poi proseguito con l’esecuzione della Sonata n. 13 in Mi bemolle maggiore, op. 27 n. 1, sottotitolata “Quasi una fantasia”, di Ludwig van Beethoven (1770-1827), in cui la rigida scansione dei movimenti della forma classica viene sostituita con un fluire continuo di idee musicali. Si tratta di un lavoro in quattro movimenti (Andante – Allegro, Allegro molto e vivace, Adagio con espressione e Allegro vivace) senza interruzioni nette, che crea un flusso musicale continuo, quasi come se fosse davvero un’unica fantasia come evocato dal titolo dell’opera stessa. Dopo un’introduzione dai toni molto dolci, il ritmo diventa sempre più vivace, brillante e spigliato, fino ad arrivare a un finale davvero energico e gioioso.

Il percorso proposto da Zlata Chochieva ha previsto poi l’esecuzione di Fantasiestücke op. 12 e op. 111 di Robert Schumann (1810-1856). Il titolo dell’opera significa letteralmente “Pezzi fantastici”, richiamando così l’idea di brevi brani ispirati al sogno, all’immaginazione e alla sensibilità romantica, intrisi di atmosfere letterarie intrecciate a un lirismo romantico. Ogni breve ma suggestiva composizione musicale riproduce diversi stati d’animo e immagini fantastiche, risultando infatti a livello esecutivo molto espressivi, in cui si percepiscono in modo tangibile momenti sia sognanti che tempestosi.

È stato poi il momento di Fantasia in fa diesis minore, Wq 67, una delle ultime opere scritte da Carl Philipp Emanuel Bach, in cui si percepisce l’uso di modulazioni audaci, pause drammatiche e contrasti emotivi alternati da passaggi più tormentati e virtuosistici.

A seguire è stato eseguito The Spruce (tradotto letteralmente come l’abete) del compositore finlandese Jean Sibelius ovvero il quinto brano della raccolta The Trees (Op. 75), di cui è stato regalato un bis finale visto il profluvio di applausi incessanti. Quest’opera è molto breve ma davvero evocativa; il suo stile malinconico dipinge musicalmente l’immagine di un abete quale simbolo della natura nordica e del paesaggio finlandese. La musica ha un andamento molto fluido, quasi come se imitasse il vento tra i rami o il respiro della foresta, facendo così trapelare un’atmosfera intima e riflessiva.

A conclusione del concerto è stata eseguita dapprima la Fantasia op. 28 di Aleksandr Scriabin (1872-1915), una composizione dal tono drammatico, passionale e virtuosistico, ma che regala anche momenti più lirici e sognanti e poi Après une lecture du Dante ossia una fantasia quasi sonata di Franz Liszt (1811-1886), ispirata in particolare all’Inferno della Divina Commedia. Liszt traduce in musica le immagini forti e drammatiche del poema dantesco, creando una fantasia visionaria e teatrale, piena di contrasti violenti e momenti di intensa espressività. Se l’inizio dell’opera è composto da passaggi oscuri e drammatici che evocano il mondo dell’oltretomba, poi si alternano sezioni furiose e tempestose ad altre più liriche e spirituali.

Grazie all’evento de Il Circolo di Ave, l’artista Chochieva ha presentato un concerto davvero denso, in quanto sono state proposte opere di epoche e stili diversi.

L’eleganza innata con cui ha eseguito ogni brano si è completamente fusa alla passionalità con cui riesce a padroneggiare lo strumento: nonostante il suo aspetto timido e algido, la perfomer ha comunque saputo incantare tutti gli astanti per la sua incommensurabile bravura, energia e dedizione a uno strumento che le permette di comunicare ogni tipo di emozione.

Il concerto è stato realizzato dall’Associazione Il Circolo di Ave APS, con il finanziamento da FNSV del MiC, di cui il Circolo è nuovo soggetto ricettore dal 2025, della Regione Marche (l.11/2009), del Comune di Fermo, di Fondazione Carifermo e gode del patrocinio di Fondazione Marche Cultura.

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