Who “Live at Royal Albert Hall”


22 Lug 2003 - News live

Tra i Rolling Stones che trascinano in giro per il mondo la parodia di sè stessi e gli Who ci sono molte, troppe affinità . Che senso ha il vetusto frontman di una band di sessantenni che sculetta al ritmo di un beat che era nato – un secolo fa – come colonna sonora della rivolta giovanile? Per molti versi lo stesso discorso si può fare per gli Who. Perso già nella fase discendente l'immortale batterista Keith Moon (abusi di droga), perso nel giugno 2002 il poderoso basso di John Entwistle, tradito da un cuore malato, i reduci Daltrey e Townsend (alle prese quest'ultimo con infamanti accuse di pedofilia) non accennano minimamente ad andare in pensione. Gli Who non pubblicano un album di studio dal 1982, quando produssero il risibile “It's hard”. Ma in questi vent'anni sono stati in tour quasi regolarmente, e ora ci offrono un nuovo disco dal vivo. Registrato nel 2000 al la Royal Albert Hall di Londra, il disco offre il repertorio “classico” e immortale degli Who. Forse il tutto funziona grazie alla presenza di ospiti d'eccezione: Eddie Vedder dei Pearl Jam, Noel Gallagher degli Oasis, Paul Weller, Bryan Adams e Kelly Jones degli Stereophonics. L'occasione è la beneficenza per il Teenager Cancer Trust, organizzazione per il supporto a malati di cancro giovani, da tempo sostenuta da Townshend (e che la cosa non suoni ironica, viste le recenti disavventure giudiziarie del nostro). Sul palco la band è ancora una formidabile macchina da guerra, meno furiosa (manca Keith, chiaro) ma sempre incendiaria. Il valore aggiunto viene dagli ospiti, che nobilitano e donano linfa giovane al grandioso repertorio di Daltrey and company. A occhi chiusi e senza pensare al calendario suonano ancora come ragazzini molto, molto arrabbiati. Ma basterebbero i vecchi dischi a ri cordarci la loro grandezza. Il resto è un lungo, doloroso addio.

(fonte: RockingtheMail)


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